Le opere di Chiara Camoni, in mostra a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, sarà visitabile dal 15 febbraio al 21 luglio

Milano, Pirelli HangarBicocca: la mostra Chiamare a raduno|. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse

  Cultura e società   

Dal 15 febbraio al 21 luglio Pirelli HangarBicocca, istituzione nata nel 2004 e rilanciata nel 2012 da Pirelli, presenterà la mostra Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse”, personale di Chiara Camoni, nata a Piacenza, nel 1974, che vive e lavora a Seravezza.

La mostra Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse, a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, raccoglie il corpus più ampio delle opere di Chiara Camoni mai presentato in Italia e, insieme ad una serie di nuove produzioni, concepite e realizzate appositamente per la mostra, dà vita a un’architettura di collettività e raccoglimento, ispirata nelle forme al giardino all’italiana tardo-rinascimentale e agli anfiteatri antichi.

Il titolo della mostra è concepito come un componimento in versi o un incantesimo.

Da una parte, infatti, esso rimanda ad una formularità magica, che invita il pubblico ad immergersi in una dimensione arcaica e misteriosa, e dall’altra riassume ed anticipa elementi e immaginari della pratica di Chiara Camoni, evocati e convocati insieme dalle parole dell’artista stessa.

Proprio a partire da questa idea di richiamo collettivo, è raccolta ed esposta la serie più numerosa delle Sisters, opere che l’artista realizza a partire dal 2017: sculture dall’aspetto antropomorfo e zoomorfo formate da un accumulo di materiali differenti (terracotta policroma, cera, gres, porcellana, elementi vegetali, ferro, plastica ... Per la Camoni appaiono come figure dell’inconscio, divinità primordiali che incarnano una femminilità ancestrale. Il loro aspetto corporeo e materico è in grado di generare stupore e meraviglia nell’osservatore, come se ognuna nascondesse una narrazione intima e mitica allo stesso tempo. La loro presenza incoraggia il desiderio di unione e comunità e di rivendicazione identitaria.

Chiara Camoni ha affermato: Come artista donna, la mia identità nasce in modo archeologico, in un tempo e uno spazio lontano, dove torno sempre per poi trovare la mia collocazione nel presente. Così hanno origine le opere, che hanno una loro vita autonoma, muovendosi nel tempo e nello spazio che viene dopo, quello futuro. Comincia quella dualità che le rende mutevoli, ambigue, dedite al cambiamento.

Le opere esposte in Pirelli HangarBicocca sembrano appartenere ad un passato fantastico che, a poco a poco, si disvela, come in un sito archeologico, dove storie e oggetti si sovrappongono nel tempo e trasformano le memorie di un luogo.

Ne è un esempio Pavimento (for Clarice) (2022) composto da piastrelle di gres smaltato con cenere, terra e sabbia, che, nell’omaggio alla scrittirce scrittrice brasiliana Clarice Lispector, racconta il passaggio della materia e del decoro da uno stato all’altro.

La serie dei Vasi Farfalla (2020), esposta su tavoli in legno, reinterpreta, invece, i vasi canopi dell’antico Egitto che custodivano gli organi sacri dei faraoni. Questi lavori contengono fiori freschi o secchi, elementi scultorei a tutti gli effetti, ma in continuo cambiamento: le loro forme, infatti, ricordano quelle di animali, insetti e coralli, e portano la scultura in contatto con il mondo degli oggetti rituali.

Le due nuove produzioni poste all’ingresso e all’uscita della mostra, poi, aprono e chiudono il percorso della mostra nelle due direzioni. I visitatori sono accolti, infatti, da Leonesse (2023), due sculture-architetture in pietra leccese, che, al loro interno, contengono resti di conchiglie e ossa di animali. Al termine del percorso, invece, è esposto il gruppo scultoreo Cani (Bruno e Tre) (2023), due statue in alluminio adagiate su un tappeto: le figure sono soglia, monito e protezione.

Il rapporto con il mondo naturale e animale è centrale nel lavoro di Chiara Camoni e diventa evidente nella costruzione del percorso espositivo, che è stato concepito come un giardino o una passeggiata in un bosco, dove anche la luce naturale e le ombre svelano e nascondono un paesaggio metafisico.

Forme zoomorfe, tappeti con trame di erbe e stampe vegetali influiscono sull’esperienza e sui movimenti dei visitatori, come la nuova serie realizzata per l’occasione, Serpenti (2023). Queste sculture - formate da assemblaggi di scaglie di onice o da elementi in porcellana - disposte a pavimento ostruiscono e determinano il passaggio del pubblico in specifiche aree dello spazio. Mentre l’idea di rifugio domestico e riparo è evocata dalla presenza di diverse tende e drappi appesi. Si tratta di installazioni composte da stampe vegetali su tessuto, spesso prodotte durante laboratori organizzati dall’artista, ottenute pressando piante e fiori direttamente su seta o cotone: le tracce colorate creano motivi astratti o antropomorfi. Gli elementi naturali vengono manipolati e rielaborati dalla Camoni per mettere in luce da una parte i profondi legami che possiamo instaurare con essi e dall’altra le infinite possibilità di trasformazione e metamorfosi della materia in modo da raccontare il significato profondo dell’esistenza.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo monografico edito da Marsilio Editori, che includerà una documentazione approfondita dell’esposizione e testi critici commissionati a storici dell’arte, sociologi e archeologi, insieme ad un ampio apparato fotografico che illustra i processi collettivi di realizzazione delle opere.

Info: www.pirellihangarbicocca.org.

G.S.

 Versione stampabile




Torna