Un itinerario che non conosce stagione, per riscoprire l’identità ritrovata, passata e presente, del Sebino bresciano

L’Antica Via Valeriana: un percorso tra natura e storia

  Turismo d’autore  

L’Antica Via Valeriana, che fino al 1850 ha rappresentato l’unica strada di collegamento tra Brescia e la Valle Camonica, è una meta da non perdere, in tutte le stagioni, per chi ama il trekking e il turismo lento, naturalistico, ma che non disdegna la storia e l’arte rurale.

L’Antica Via Valeriana - per alcuni realizzata dal console romano Publio Valerio Corvo e per altri, e più verosimilmente, chiamata Valeriana dall’aggettivo “vallesiana”, cioè valligiana - è quella parte del tracciato, gradualmente recuperato dalla Comunità Montana del Sebino Bresciano, che da Pilzone conduce fino a Pisogne e rappresenta un vero e proprio viaggio nella storia antica della sponda bresciana del lago d’Iseo. La via tocca i territori che oggi, grazie al progetto “Sebino, un’identità ritrovata”, tornano a riappropriarsi del proprio passato comune per restituirlo alla fruizione degli uomini di oggi e di domani.

Il tracciato, lungo circa 25-30 chilometri, è segnalato da una “V” gialla e marrone, è di facile percorrenza ed è stato gradualmente recuperato e consolidato, in alcuni tratti anche con murature e parapetti in legno, per la sicurezza di chi la percorre.

L’Antica Via Valeriana si sviluppa a quote relativamente basse e, grazie al mite clima lacustre, è fruibile tutto l’anno, anche se i colori e i profumi della natura in autunno e in primavera rendono queste due stagioni particolarmente consigliate.

Il cammino, estremamente panoramico, permette di incontrare numerose e antiche pievi campestri, con il loro patrimonio artistico - religioso, e borghi rurali, oltre che bellezze ambientali e naturalistiche.

Pisogne, Zone, Marone, Sale Marasino, Sulzano e Iseo (nella frazione di Pilzone) sono sei dei nove comuni coinvolti nel progetto “Sebino, un’identità ritrovata”, nato con l’obiettivo specifico di accrescere la fruizione pubblica dei beni culturali presenti in un territorio che, omogeneo dal punto di vista morfologico e urbanistico ma anche da quello storico e culturale, risente però di una frammentazione e sovrapposizione dell’attuale offerta culturale che non giovano certamente all’attrattiva locale nel suo complesso.

A Pisogne si incontra, subito, Santa Maria della Neve, definita da Vittorio Testori negli anni 80/90 “la Cappella Sistina dei poveri”: la chiesa del ‘400 è impreziosita da un ciclo di affreschi del Romanino.

La Valeriana sale, poi, verso Zone, raggiungendo l’omonima Croce, il punto più alto dell’intero tracciato, 903 metri s.l.m., da cui si può godere di un panorama eccezionale.

A Zone non si possono perdere le Piramidi di erosione e la Chiesa di S. Giorgio. Le Piramidi sono vere e proprie colonne terrose, alte anche 30 metri, sormontate da larghi cappelli di roccia resistente in bilico. Il fenomeno è originato dall’erosione degli agenti atmosferici sopra il deposito morenico lasciato dai ghiacciai 150 mila anni fa e dall’azione protettiva compiuta dai massi più grossi, sulle colonne di terra sottostanti. La quattrocentesca chiesa di S. Giorgio, recentemente restaurata, è riconoscibile per l’affresco, sulla facciata esterna, di S. Giorgio che uccide il drago. Tra le figure dell’affresco sembra di riconoscere il profilo di Dante Alighieri, che soggiornò a Zone durante una visita in terra bresciana.

Dopo Zone si incontra Marone, dove si può salire all’eremo di San Pietro in vinculis. Costruito nel 1238, l’eremo, che domina il lago e il paese, immerso nella quiete e nel silenzio, si raggiunge attraverso una scalinata, ai cui piedi è ancora possibile osservare un grosso masso con impronte che, secondo la leggenda, furono lasciate da San Carlo Borromeo, in occasione della visita compita nel 1581.

Il percorso continua snodandosi tra gli antichi borghi di Sale Marasino, con preziosi scorci di lago tra le fronde degli ulivi, incontrando la secentesca pieve di S. Antonio, nel centro abitato di Marasino, il quattrocentesco Santuario della Madonna della Neve in località Gandizzano e la secentesca chiesa di S. Giacomo, patrono dei viandanti e dei pellegrini, a Maspiano, dove ogni anno a fine maggio l’Antica Via Valeriana torna a vivere con una manifestazione in costume.

Si raggiunge, così, Sulzano, dove si incontra la Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, con pregevoli affreschi del ‘500 e la piccola chiesa quattrocentesca di S. Fermo, protettore dei contadini, al cui esterno si trova ancora una pietra di Sarnico su cui era usanza portare a camminare i bambini con problemi motori.

La via prosegue per concludersi a Pilzone, frazione d’Iseo, la piccola cittadina che dà il nome al lago e che si sviluppa attorno ad un vecchio borgo medioevale.

Grazie al progetto “Sebino, un’identità ritrovata” è possibile seguire l’itinerario completo con l’ausilio di una guida del CAI, con pranzo al sacco, per una durata complessiva di circa 9 ore.

Info: www.area3v.com/il-territorio/sebino-unidentita-ritrovata/itinerari-sebino/itinerari-valeriana/.

Giovanni Scotti

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