Nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia,
La mostra è aperta fino al 25 aprile 2011 presso
Accompagnano l'esposizione del dipinto tre acquerelli, che introducono il visitatore allo spirito della mostra: L’addio o L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta (1830 circa), Un pensiero malinconico (1842) e Il Bacio (1859) rappresentano, infatti, l'antefatto del più celebre dipinto che, in una dimensione allegorica, diviene strumento visivo utile a ripercorrere la marcia verso la creazione dello Stato Unitario.
Considerato uno dei più significativi interpreti del Romanticismo italiano, attraverso il celeberrimo Bacio, Hayez non celebra solo il sentimento d'amore romantico, ma anche quello patriottico.
In un crescendo di complessità stilistica e di pregnanza simbolica, Hayez - in quattro successive redazioni dell'opera - esalta l'epopea risorgimentale attraverso il simbolico ultimo e appassionato saluto d'amore che precede la partenza del soldato per la battaglia, atto eroico che riconsegnerà l'Italia unita.
L'opera apparve per la prima volta al pubblico a Brera il 9 settembre 1859, suscitando un immediato e unanime consenso sia per il tema romantico così appassionatamente rappresentato sia per il motivo patriottico che incarnava. Oltre alla famosa redazione del 1859, tutt'oggi custodita presso
Il dipinto presentato a Palazzo Isimbardi, giunto agli attuali proprietari per via ereditaria dalla famiglia Zucchi, da molti anni non veniva più esposto ed è eccezionalmente presentato in questa occasione. Rispetto alla tela di Brera, questo olio aggiunge, al di là di qualche elemento architettonico mutato, un dettaglio di rilievo: il panno bianco, un velo caduto, che rappresenta una novità significativa nella definizione del messaggio politico proprio dell'opera. Il bianco (che nella scena di Brera era affidato solo alle maniche della veste della donna), il verde del risvolto del mantello, il rosso della calzamaglia dell'uomo e l'azzurro dell'abito femminile: incrociati sono i colori che vanno a comporre le bandiere delle due nazioni sorelle, Italia e Francia, la cui alleanza aveva reso possibile la vittoria contro gli Asburgo. È la versione del 1861, poi, a rappresentare il raggiungimento dell’ideale unitario: con l’impresa dei Mille, l’Italia aveva dimostrato di poter fare a meno della Francia e Hayez elimina il riferimento all’azzurro dell’abito della donna, che diviene ora una serica veste bianca, lasciando così posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia.
La mostra costituisce anche un’occasione per visitare preziosi interni dell’ala “storica” di Palazzo Isimbardi, aperti al pubblico solo in occasione di visite guidate.
Info: Provincia di Milano, www.provincia.milano.it, tel. 02 7740.6302.
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