Non romperle! A giugno il Tour per ossa forti e sane
Italfarmaco é l’azienda promotrice dell’iniziativa con il patrocinio di Fedios - Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello Scheletro.
Prendersi cura della salute delle ossa vuol dire molto più che evitare fratture: è un passo fondamentale per restare socialmente attivi e indipendenti, equivale a vivere meglio e più a lungo — e fa bene anche alla sanità, riducendo i costi diretti ed indiretti.
In un’Italia che invecchia rapidamente e fa i conti con l’aumento delle malattie croniche, l’osteoporosi rappresenta una sfida enorme ma anche un’opportunità di cambiamento. Oggi sono oltre 4 milioni gli italiani colpiti da questa patologia silenziosa - quasi l’80% sono donne - e il numero è destinato a crescere al pari dell’onere sociale ed economico che ad esso si accompagna.
Le fratture da fragilità, che colpiscono soprattutto polso, omero, vertebre e femore, costano infatti ogni anno al Sistema Sanitario circa 10 miliardi di euro , tra cure, riabilitazione e ricoveri. A questi si aggiungono gli impatti indiretti: giornate lavorative perse, isolamento sociale, depressione, perdita di autonomia.
Se non si agisce oggi, entro il 2034 le fratture potrebbero aumentare del 20%, arrivando a toccare quota 700.000 casi l’anno . Un trend preoccupante che può - e deve - essere invertito. Ma non è tutto già scritto.
La campagna di informazione “NON ROMPERLE!” nasce proprio con questo obiettivo: informare, sensibilizzare la popolazione e proteggere il futuro per invertire la rotta.
“Serve un cambiamento culturale che aumenti la consapevolezza, promuova stili di vita più sani e migliori la prevenzione e la cura anche nei più giovani. Il rischio di fragilità ossea riguarda non solo gli anziani, ma anche adulti e over 50, spesso inconsapevoli del problema. Tuttavia, è possibile intervenire fin da subito per proteggere la propria salute e prevenire conseguenze future. “NON ROMPERLE!” è un invito ad agire, a non rimandare e a prendersi cura del proprio futuro” - osserva Luca Pisanello, Deputy General Manager Italfarmaco, l’azienda promotrice dell’iniziativa con il patrocinio di Fedios - Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello Scheletro, e tra i principali attori nel campo della salute ossea, grazie a un costante impegno nella ricerca scientifica e nell’innovazione terapeutica.
UN MOTOR-HOME, 8 CITTÀ, UN SOLO OBIETTIVO: PROTEGGERE LE OSSA DEGLI ITALIANI. Per promuovere la conoscenza sulla salute delle ossa, un motor-home farà tappa in 8 città italiane - Genova, Torino, Varese, Pavia, Ancona, Bari, Battipaglia e Frosinone - in un tour di 16 giorni. A bordo, specialisti del metabolismo osseo offriranno incontri informativi gratuiti per aiutare i cittadini a prendersi cura della salute delle proprie ossa.
L’iniziativa è attiva anche online su www.nonromperle.it, dove sarà possibile trovare contenuti informativi, aggiornamenti sulle tappe e approfondimenti utili per ogni fascia d’età.
DIETE ALLA MODA? ATTENZIONE ALLE OSSA. Negli ultimi 12 mesi, i social sono stati invasi da contenuti su dieta chetogenica, detox, ipocalorica e digiuno intermittente. Un’ondata di post, reel e consigli virali che ha raggiunto, solo in Italia, ben 310 milioni di utenti , promettendo trasformazioni lampo e risultati spettacolari.
Ma cosa si cela dietro l’apparente efficacia delle diete di tendenza? Secondo una recente review scientifica, non tutto è oro ciò che brucia (grassi): alcuni di questi regimi alimentari potrebbero mettere a rischio la salute delle ossa .
“Le evidenze scientifiche internazionali ci dicono che per prevenire la fragilità ossea serve un approccio integrato che combini corretti stili di vita, attività fisica mirata, alimentazione ricca di calcio, vitamina D e, quando necessario, un supporto farmacologico mirato - commenta la Prof.ssa Giulia Letizia Mauro, Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Palermo e Direttore del Dipartimenti assistenziale di riabilitazione fragilità e continuità assistenziale A.O.U. Policlinico Palermo - Regimi alimentari non bilanciati e allenamenti non idonei, spesso diffusi online e senza solide basi scientifiche, possono avere effetti negativi sul metabolismo osseo. Prima di lasciarci tentare dall’ultima dieta virale, fermiamoci un attimo e consultiamo uno specialista qualificato: la salute delle ossa non è un dettaglio trascurabile, ma un investimento fondamentale per il nostro futuro”.
IL SOLE FA BENE? SÌ, MA CON CAUTELA. A causa dei cambiamenti nello stile di vita, la carenza di vitamina D è diventata una condizione sempre più diffusa. Con l’avvicinarsi dell’estate, l’uso delle creme solari torna in primo piano, portando con sé l’attenzione su un tema cruciale: l’equilibrio tra protezione della pelle e produzione di vitamina D, argomento al centro anche di una recente meta-analisi condotta dall’Università di Brescia. L’American Academy of Dermatology (AAD) suggerisce di assumere la vitamina D attraverso l’alimentazione o supplementazione, e non tramite l’esposizione diretta ai raggi UV.10 Nonostante la protezione solare possa ridurre in parte la produzione cutanea di vitamina D, è fondamentale non esporsi mai al sole senza adeguata protezione, per evitare l’elevato rischio di melanoma e altri tumori della pelle. Con l’avanzare dell’età, inoltre, la capacità dell’organismo di produrre vitamina D attraverso l’esposizione solare diminuisce progressivamente, rendendo la sua assunzione attraverso la dieta particolarmente indicata.
QUANDO AGIRE SULLO STILE DI VITA NON È SUFFICIENTE: ECCO COSA DICONO STUDI E RACCOMANDAZIONI. Un recente position paper pubblicato su Archives of Osteoporosis, firmato da esperti italiani di diverse discipline (endocrinologia, cardiologia, nefrologia, reumatologia e medicina generale), ha ribadito alcuni punti-chiave, fra cui il ruolo del calcio e della vitamina D: l’assunzione quotidiana di calcio e vitamina D rappresenta un pilastro nella protezione delle ossa dalle fratture da fragilità3. Si tratta di due elementi essenziali per la salute dello scheletro: il primo perché componente principale delle ossa11, la seconda perché favorisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale e contribuisce al corretto rinnovamento e alla mineralizzazione del tessuto osseo12.
“Una recente linea di indirizzo pubblicata da un gruppo di esperti ha evidenziato che una supplementazione giornaliera di 600 mg di calcio e di 2000 UI di vitamina D è spesso necessaria per soddisfare, in caso di osteoporosi e di inadeguato introito alimentare di calcio e di carenza di vitamina D, i fabbisogni di calcio e di vitamina D raccomandati dalle linee-guida. Inoltre, l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda, ove dieta e livelli ematici di vitamina D siano inadeguati, un adeguato apporto di calcio e vitamina D prima di avviare la terapia anti-fratturativa, onde evitare di vanificare l’efficacia di tali farmaci.” - sottolinea il Prof. Maurizio Rossini Professore Ordinario di Reumatologia presso l’Università di Verona e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
E I FALSI MITI SUL CALCIO? “È ora di metterli da parte. Oggi sappiamo, grazie a solide evidenze scientifiche, che l’assunzione di calcio e vitamina D, nelle giuste quantità, non risulta comportare un aumento del rischio cardiovascolare o renale, salvo in presenza di patologie specifiche - commenta il Dr. Andrea Giusti, Direttore Medicina Interna Asl 3 di Genova - Rinunciare a questa integrazione per paure infondate può essere un errore, soprattutto per chi ha un apporto alimentare insufficiente. La verità è che proteggere le ossa dalle fratture si può: quando dieta e stile di vita non bastano, è necessario ricorrere a strumenti efficaci e sicuri”.
FRAGILITÀ OSSEA E HEALTHY AGING: UN APPROCCIO INTEGRATO PER IL BENESSERE DEL PAZIENTE. In Italia, l’osteoporosi è ancora troppo spesso percepita come un inevitabile effetto dell’invecchiamento, invece di una patologia cronica che può essere prevenuta e trattata. Eppure, affrontarla in modo tempestivo e mirato significa non solo evitare fratture, ma anche proteggere l’autonomia, la mobilità e il benessere psicologico di milioni di persone.
Perché l’osteoporosi non colpisce solo le ossa: impatta profondamente sulla qualità della vita, aumentando il rischio di dolore cronico, disabilità e isolamento.
In altre parole, è un ostacolo concreto a un invecchiamento sano e attivo — quel healthy aging che oggi è al centro delle politiche di salute pubblica.
“In questo scenario, il medico di medicina generale è una figura chiave per intercettare i segnali di rischio nella fase precoce - sottolinea il Dr. Ferdinando Silveri, Vicepresidente FEDIOS - È il primo alleato del paziente: può avviare un percorso di prevenzione efficace che integri supplementazione, controlli mirati e, soprattutto, supporto a stili di vita salutari e sostenibili nel tempo. Senza questa alleanza medico-paziente, rischiamo di perdere occasioni fondamentali per prevenire fratture, migliorare la qualità della vita e monitorare l’aderenza al trattamento che nella terapia dell’osteoporosi rappresenta un problema molto rilevante.”