UN MONDO A PARTE di Riccardo Milani

26/03/2024

A prima vista UN MONDO A PARTE richiama alla memoria Io speriamo che me la cavo, il grande successo di Lina Wertmüller. Anche qui c’è un maestro elementare che si trova ad affrontare una classe di bambini di tutt’altra estrazione sociale e di tutt’altra provenienza geografica, tanto che l’abitudine dei bambini ad usare il proprio dialetto complica ancora di più la reciproca comprensione. Alla fine però la buona volontà del maestro e la spontaneità dei piccoli fanno nascere dapprima la stima tra loro e infine anche un vero affetto.

Ci sono però due differenze principali tra questi due film: mentre nel primo il protagonista, Paolo Villaggio, andava a finire nella scuola in Campania per un errore del Ministero, Antonio Albanese, che, nel secondo, è il maestro Michele Cortese il trasferimento alla nuova scuola nel paesino di Rupe l’ha chiesto proprio lui.

Inoltre, i bambini dell’hinterland napoletano con cui deve interfacciarsi Marco Sperelli, il personaggio di Villaggio, sono soggetti difficili, abituati ad una vita a contatto con malavitosi e drogati, mentre gli alunni di Albanese sono quanto di più facile un maestro possa desiderare, educati e pronti con i loro grembiulini azzurri a recitare ogni mattino il loro “Buongiorno maestro”, figli di famiglie povere forse ma assolutamente oneste.

Chi in UN MONDO A PARTE è invece disonesto è proprio chi dovrebbe dare il buon esempio come pubblica autorità, il sindaco dell’immaginario comune di Castel Romito da cui dipende la frazione di Rupe, e che briga per far chiudere la scuola in modo che la frazione si spopoli e gli abitanti diventino clienti dei suoi supermercati.

Ma da dove nasce il problema? Con il piglio della commedia divertente il regista e gli sceneggiatori vogliono mettere l’accento su quello che è uno dei grandi problemi della società italiana, il progressivo abbandono dei paesi, soprattutto di montagna e soprattutto al sud, per trasferirsi nelle grandi città. Tendenza che non nasce solo dal fascino della città cosmopolita, ma ancor più dalle oggettive difficoltà di chi vive in un ambiente con servizi sociali scarsi o nulli e deve affrontare un faticoso pendolarismo per raggiungere un luogo dove guadagnarsi da vivere.

Sono ben pochi nella realtà i sognatori come il maestro Cortese del film il quale, stanco del caos cittadino e della maleducazione dei bambini a lui affidati, decide di chiedere volontariamente il posto da insegnante nello sperduto paesino nel Parco Nazionale d’Abruzzo.

Cortese, rinfrancato dall’incontro con dei bambini modello (però pochi e tutti raccolti in una classe unica delle elementari) e affascinato dalle bellezze naturali del Parco, non si lascia abbattere dalle dure condizioni atmosferiche e dalla triste rassegnazione degli abitanti della frazione, convinti che presto o tardi anche il loro paese morirà.

Il primo passo verso la fine sarebbe proprio la chiusura della scuola per mancanza di alunni, e così il nuovo maestro insieme alla energica vicepreside studiano un ingegnoso piano per opporsi alla chiusura, portandolo a termine nonostante il tentato sabotaggio del vicino sindaco.

Qui va evidenziato un altro tema molto importante toccato dal film, perché l’espediente ideato per salvare la scuola si basa sull’accoglienza di famiglie di profughi che portano nuovi alunni alla classe, e questa felice integrazione tra locali e profughi fa pensare a quanto più produttiva potrebbe essere la società italiana se sfruttasse le potenzialità di chi arriva, invece di lasciarli vagabondare in strada per fomentare così il razzismo di taluni.

Non può mancare il felice finale, con maestro e vicepreside che scoprono di amarsi e con un coraggioso giovane locale che rinuncia ad emigrare e rimane in paese per sviluppare una azienda agricola.

Protagonista inanimato ma ben presente in ogni scena è il bellissimo paesaggio del Parco d’Abruzzo, con il suo delizioso paesino di Opi dove è ambientata l’immaginaria Rupe. Certo, il film presenta un aspetto un po’ esagerato del Parco, con i protagonisti che avvistano senza problemi orsi, lupi, cervi e aquile. In realtà la fauna selvatica, pur ben presente, è schiva ed evita per quanto può l’uomo.

Nondimeno la natura del Parco è da favola, e si può sperare che film come UN MONDO A PARTE facciano conoscere a tanti italiani le bellezze del nostro territorio e li invoglino a visitarle.

Il film, diretto da Riccardo Milani, è veramente un ritratto della vita locale. Solo i protagonisti principali, Antonio ALBANESE e Virginia RAFFAELE sono “importati”: tutti gli altri personaggi, adulti e bambini, sono persone del posto.

UN MONDO A PARTE è in sala dal 28 marzo 2024.

Ugo Dell’Arciprete