Cicatrici al volto: 500 cure pro bono col progetto Rigeneraderma

28/04/2022

Presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati il progetto che impiega la metodologia Biodermogenesi® per curare le cicatrici sul volto di chi ha subito violenza o non può permettersi le cure. Coinvolti anche Telefono Rosa e Università di Verona

Ogni anno, nei soli Paesi sviluppati, vi sono mediamente 100 milioni di persone con nuove cicatrici. Focalizzandosi su quelle del volto, quelle derivanti da trauma non sono quantificabili. Quel che è certo, però, è che portano con sé un trauma psicologico e relazionale alla persona, causando un vero e proprio blocco emotivo che determina ansia e la convinzione di non poter avere una vita sociale normale.

Per ridare alla vittime la loro immagine e quindi la propria qualità della vita, nasce RigenerDerma, un progetto che ha come obiettivo curare 500 persone sane gravate da cicatrici al volto, che altrimenti non potrebbero sostenere economicamente tale terapia.

Il progetto, presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati mercoledì 20 aprile 2022, impiega la metodologia Biodermogenesi® e coinvolge Telefono Rosa e Università di Verona.

Il giorno stesso si è tenuta una ulteriore presentazione online alla stampa dalle ore 16.00 alle ore 17.00, che ha visto la partecipazione di Maurizio Busoni, responsabile dei Progetto RigeneraDerma, e del Dottor Claudio Urbani, medico chirurgo e Senior Tutor Internazionale di Biodermogenesi®.

«Il Telefono Rosa e l’Università di Verona partecipano al Progetto RigeneraDerma, che offre terapie gratuite alle donne che devono riparare le cicatrici del volto. Cicatrici che sono state loro procurate da partner particolarmente violenti», spiega Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente di Telefono Rosa.

«Le cicatrici al volto sono un problema grave in medicina, perché creano conseguenze sulla psiche dell’individuo, alterano l’immagine del sé e diminuiscono la qualità della vita in modo significativo. Oggi abbiamo degli approcci terapeutici sicuramente efficaci, ma occorre sviluppare sempre più le terapie non invasive, in grado di agire in modo sicuro e con una documentata efficacia. Le terapie non invasive sono particolarmente importanti perché possono essere utilizzate più facilmente anche nelle fasce più svantaggiate della popolazione. Proprio per questo hanno un elevato impatto sociale», sottolinea il Professor Andrea Sbarbati, Professore Ordinario dell’Università di Verona.

«L’assoluta non invasività, la totale assenza di effetti collaterali e la notevole efficacia dimostrata fanno di Biodermogenesi® un importante approccio terapeutico della cicatrice, afferma il Dottor Claudio Urbani, tale da migliorarne significativamente le prospettive»

Oltre alle donne vittime di violenza, il progetto è aperto anche a persone di entrambi i sessi, economicamente svantaggiate. Per tutti, le terapie saranno erogate interamente pro-bono con il medical device Bi-one® LifeTouchTherapy presso i Center of Therapeutic Excellence Biodermogenesi® (CTE) che aderiranno all’iniziativa.

Non potranno essere coinvolti:

- Pazienti affetti da dismorfofobia;

- Pazienti psicologicamente non stabili;

- Pazienti non sani;

- Pazienti con reddito medio, medio/alto o alto.

RigeneraDerma: l’iter terapeutico

I pazienti saranno selezionati dal Telefono Rosa e da altre ONLUS aderenti al progetto, dai Center of Therapeutic Excellence Biodermogenesi® (CTE), dal Dipartimento di Scienze Neurologiche, Biomediche e del Movimento dell’Università di Verona (UNIVR) e dallo sponsor (Expo Italia Srl).

Il CET esegue una prima visita del paziente, verifica la sua idoneità al progetto e decide, in piena indipendenza, se arruolarlo effettivamente. Quando il paziente viene definitivamente arruolato, il CET ne compila sulla piattaforma on-line il profilo con i dati clinici richiesti. Il programma terapeutico richiede una base di sei sedute a paziente, con un massimo di dieci sedute per cicatrici particolarmente complesse.

Il CET dovrà raccogliere documentazione fotografica ed eventuali test diagnostici prima e dopo ogni singola seduta, nel rispetto dei protocolli previsti. I CET dotati di ecografo cutaneo o di test dell’idratazione dovranno eseguire tali test diagnostici prima di iniziare il ciclo delle sedute ed al termine delle medesime.

Tutta la documentazione raccolta sarà oggetto di valutazione da parte del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Biomediche e del Movimento dell’Università di Verona, che realizzerà uno o più articoli scientifici destinati alla pubblicazione su riviste impattate.