Dolceroma: un noir nell’ambiente romano del cinema

09/04/2019

Partiamo dal titolo Dolceroma (che, per coincidenza, nella vita reale è il nome di una pasticceria ben nota ai golosi di Roma, situata nel vecchio ghetto ebraico) e che nel film è il marchio commerciale attribuito ad una produzione artigianale di miele. La produttrice del miele è Helga (Claudia Gerini), ricca signora di probabili origini nordiche, che si dedica a questa industria per hobby e per fare nel miele bagni con presunti effetti tonificanti e rigeneranti. In una scena del film vediamo appunto la Gerini sguazzare in modo seducente in una piscina colma della vischiosa sostanza (a proposito, complimenti a Claudia per essere in grado di girare una scena di nudo integrale nonostante si avvicini ai 50 anni).

Ma il miele è chiaramente anche una metafora del jet set romano, quell’intreccio di alta borghesia, vecchia nobiltà, arrivisti sociali che avvolge tutti in un’atmosfera di favori e ricatti reciproci e sotto cui poi si materializzano le degenerazioni come quelle del mondo di mezzo e di mafia capitale portate alla luce da recenti inchieste giudiziarie. Analogamente Dolceroma richiama anche il concetto della felliniana Dolce vita, che possiamo dire essere stata l’antenata ingenua e quasi commovente del jet set di cui parlavamo sopra.

La nostra Helga del film è la moglie di Oscar Martello (Luca Barbareschi), grande produttore cinematografico che ha sposato Helga soprattutto per i suoi soldi e che comunque li ha saputi gestire bene, visto che ha conseguito un buon successo. Sul piano personale però Oscar ha un comportamento da predatore senza scrupoli, per lui è normale che un produttore si porti a letto tutte le attrici che lavorano per lui, insomma è un Harvey Weinstein all’italiana.

Per soddisfare la sua amante del momento, l’attrice Jacaranda Ponti (Valentina Bellè), e anche perché lei lo ricatta minacciando di rivelare un crimine commesso da lui in passato, Oscar deve affidarle un ruolo da protagonista in un film purchessia, anche senza nessuna vera speranza di farne un capolavoro. Così la vita di Oscar incrocia quella di Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy), un aspirante scrittore che è costretto a lavorare in un obitorio in attesa della grande occasione della sua vita.

Si allestisce così il set per portare sul grande schermo il romanzo di Andrea “Non finisce qui”, ma i capitali a disposizione sono modesti, il regista (Luca Vecchi) è incompetente e il risultato è disastroso. La protagonista, istigata dalla sua agente Milly (Iaia Forte), temendo ripercussioni alla sua carriera, distrugge tutti gli hard disk che contengono il montato del film.

Ma Oscar Martello non può permettersi un fallimento. Il film deve uscire. Il distributore Remo Golia (Armando De Razza) gli fa pesanti pressioni e anche Helga, la sua facoltosa consorte, gli fa capire che non può permettersi di andare in bancarotta.

Andrea, che man mano si rivela essere tutt’altro che lo sprovveduto ragazzotto inserviente all’obitorio, concepisce un piano diabolico: poiché il film tratta una storia con fatti di camorra, si organizzerà il rapimento di Jacaranda da parte della criminalità organizzata, facendo credere che i boss camorristi non vogliano avere “pubblicità negativa” dal film. Tutti i giornali di gossip parleranno della vicenda, i media impazziranno e il film sarà leggenda ancor prima di arrivare in sala.

Il piano sembra funzionare, ma Jacaranda scompare davvero e da qui parte una serie di avvenimenti che ovviamente non sveleremo, ma che tengono ben viva la suspense dello spettatore. Nel complesso Dolceroma è un interessante film che mescola una vivace rappresentazione dell’ambiente della produzione cinematografica romana con una trama poliziesca di buon livello.

Il film, diretto da Fabio Resinaro, è interpretato da Lorenzo Richelmy, Luca Barbareschi, Claudia Gerini, Valentina Bellè, Francesco Montanari, Armando De Razza, Iaia Forte, Alessandro Cremona, Luca Vecchi, Libero De Rienzo.

Il film è in sala dallo scorso 4 aprile.

Ugo Dell’Arciprete