Scusate se esisto di Riccardo Milani

19 novembre 2014

Potremmo definire “Scusate se esisto” un Bignami del Politically Correct. Ci troviamo la giusta indignazione per il ruolo di secondo piano da sempre attribuito alle donne nella società, la giusta compassione per i giovani talenti italiani costretti ad andare all’estero per affermarsi ma sempre nostalgici del loro paese, la giusta ansia di riscatto per le periferie degradate delle nostre grandi città, la giusta approvazione per la libera scelta di un uomo affascinante di vivere senza remore le proprie tendenze omosessuali e nello stesso tempo coltivare una sincera amicizia per una donna.

Il tutto è inquadrato in quella che possiamo definire una piacevole commedia all’italiana, ben recitata dai due protagonisti principali, Paola Cortellesi e Raoul Bova. Tutta la trama, e in particolare il suo assunto principale che è quello di rivendicare la dignità del ruolo femminile (come vuole evidenziare il titolo), ruota intorno al personaggio di Paola Cortellesi, Serena.

Serena è un architetto dal talento straordinario. Dopo una serie di successi professionali all'estero, ha deciso di tornare a lavorare in Italia, perché ama il suo paese.

Nell'avventurosa ricerca di un posto di lavoro si trova di fronte a una scelta drammatica: presentare come suo un suo progetto e vederselo bocciare perché donna, oppure, approfittando del cognome Bruno che si presta ad essere scambiato per un nome maschile, farsi passare per quello che tutti si aspettano che lei sia: un uomo. Costretta dalla necessità, e forse anche dal gusto di prendersi gioco dei suoi esaminatori maschilisti, Serena diventa così l’architetto Bruno Serena.

Nel frattempo incontra Francesco. Bello e affascinante. Il compagno ideale. Se non fosse che a lui non piacciono le donne. Serena e Francesco iniziano a convivere, con un rapporto intenso che si può definire in qualche modo di amore, anche se sostanzialmente platonico.

Viene quindi spontaneo per i due scambiarsi reciproci favori, per nascondere al mondo circostante le finzioni che stanno vivendo: lei nel farsi passare per l’assistente dell’inesistente architetto Bruno Serena, lui nel tenere ancora nascoste alla ex moglie e al figlio le sue tendenze. Si sviluppa così una commedia degli equivoci dove tutti i personaggi sono costretti a non rivelarsi fino in fondo, con tanti momenti esilaranti grazie anche ad una nutrita schiera di personaggi di contorno, presi tra l’altro non fra attori professionisti ma fra persone reali degli ambienti rappresentati (periferia romana, paesino abruzzese).

Si può dire che nel film esiste anche un terzo protagonista: Corviale, l’enorme palazzo della periferia romana divenuto una delle peggiori borgate alla Pasolini. È il recupero di questa realtà degradata che nel film è oggetto del progetto architettonico di Serena, e il film si è ispirato ad un reale progetto in questo senso approvato dal Comune di Roma e che dovrebbe avviarsi nel 2016. Nel film, responsabile per la realizzazione del progetto è un macchiettistico Dr. Ripamonti, apparentemente arrivato al suo ruolo più per intrallazzi politici che per competenza, a capo di uno studio tecnico dove si comporta da benevolo dittatore. La maggior parte dei suoi dipendenti lo ossequiano, pur odiandolo, perché costretti dalla precarietà del lavoro; c’è poi il patetico personaggio della segretaria Michela, che lo ha seguito fedelmente per decenni e benché oramai sia più competente nel ramo dello stesso Ripamonti continua ad accettare un ruolo sottomesso e servile. Non a caso il rituale dello studio vede ogni mattina Michela accogliere il capo con il caffè fumante, e questi la ringrazia dicendo “Grazie di esistere”, in evidente contrasto con quello che Serena pensa, anche senza dirlo, “Scusate se esisto”. Una società insomma in cui il ruolo della donna è riconosciuto ed apprezzato solo quando vive in quanto serva dell’uomo, marito o capufficio che sia.

Alla fine del film, in una scena che ricorda quella famosa di “L’attimo fuggente”, l’esempio dato da Serena che per prima ha avuto il coraggio di smascherare la pochezza di Ripamonti viene seguito da tutti gli altri dipendenti dello studio che uno alla volta si alzano e mettono in riga il pallone gonfiato. Purtroppo, uscendo dalla sala, non si può fare a meno di pensare quanto rari siano nella vita reale casi simili!

“Scusate se esisto”, diretto da Riccardo Milani, è interpretato da Paola Cortellesi, Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Cesare Bocci, Marco Bocci, Ennio Fantastichini, Stefania Rocca. Esce in sala il 20 novembre.

Ugo Dell’Arciprete