Milano, Teatro Franco Parenti, Sala Grande: LUPI E PECORE, dal 10 al 15 dicembre

9 dicembre 2013

 Humor nero, ritmi serrati e continui ribaltamenti di prospettive coinvolgono abilmente lo spettatore nella messinscena di Guido De Monticelli di LUPI E PECORE, il capolavoro di Aleksandr Ostrovskij, padre della grande drammaturgia russa.

Ambientata, in un villaggio di provincia, lo spettacolo trae la sua vicenda da una cronaca giudiziaria del 1874. Allora la badessa del monastero di Serpuchov e presidente della comunità delle Sorelle della Misericordia venne citata dal tribunale di Mosca con l’accusa di falso ed estorsione. Operando un’infida circonvenzione ai danni di poveri sprovveduti, aveva ottenuto la firma di cambiali in bianco, in cambio di mendaci promesse garantite dal suo alto rango sociale. La badessa si era giustificata dichiarando che ciò che aveva commesso non era per utile personale, ma per sussidiare le istituzioni benefiche alle quali si era dedicata con imperiosa passione, smarrendo ogni cognizione di lecito e illecito.

Questa è la vicenda a cui si ispira Ostrovskij, immergendola, però, in una girandola di piccole e grandi malversazioni in cui tutti i personaggi sono implicati, gli uni ai danni degli altri. Tutti o lupi o pecore, e tutti vivono per mangiare o essere mangiati. E i lupi e le pecore si inseguono scambiandosi vicendevolmente i ruoli. E, sembra dirci Ostrovskij, non vi sarebbero i lupi se non prosperassero le pecore.

Solo l’arrivo nel villaggio del più evoluto e “per bene” dei personaggi, un intraprendente e affascinante uomo d’affari, in viaggio da Pietroburgo, mette fine a questa infinita spirale. Con un insieme di accorte e rapide mosse che contemplano anche la sistemazione di un paio di affari sentimentali, diviene proprietario dei grandi boschi dei dintorni che di lì a poco moltiplicheranno il loro valore per l’imminente arrivo della linea ferroviaria transiberiana. Poco prima un personaggio del villaggio si era rivolto a un altro dicendogli: «Scusate la domanda indiscreta. Avete mai saputo la differenza fra un’azione buona e una cattiva?» E lui aveva risposto: «Questa è filosofia: noi che ne sappiamo?

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile della Sardegna, è interpretato da Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli, Valeria Cocco, Mariagrazia Pompei, con la regia di Guido De Monticelli

In occasione dello spettacolo di martedì 10 dicembre, alle ore 18.30, nella sala Café Rouge, il Teatro Franco Parenti ed Intesa Sanpaolo presentano la lezione magistrale di Roberta De Monticelli nell’ambito del ciclo CLASSICI CHE PASSIONE: Etica e società, tra “ lupi” e “pecore”. Si dice che pianga e rida, l’uomo, perché vede mondi possibili, migliori o meno assurdi di questo. A prima vista, sembra che il genio di Ostrovskij spazzi via anche questo pregiudizio di antropologia morale: ti fa ridere e piangere senza alternativa e senza catarsi. Ma qui si rischia un equivoco. Si tende a dire, anche oggi, con compiacimento: ma che bella commediaccia cinica! E invece Lupi e pecore è un’opera di filosofia morale. Il suo è un mondo tanto “normale” nell’omertà del crimine quotidiano da assomigliare perdutamente al nostro: al mondo che vive come normalità la rimozione di valori e norme. Ma lì c’è il lampo al magnesio di un’intelligenza olimpica e beffarda che non ha, come noi, esaurito lo stupore. Ne viene uno studio, impassibile come la scienza e irresistibile come la commedia, della banalità del male.

Info: Teatro Franco Parenti – tel 02 59995206 - www.teatrofrancoparenti.it.