Il film, drammatico, prodotto da Fabrizio Mosca per ACABA produzioni, RAI Cinema e distribuito da 01 distribution, è sceneggiato da Edoardo Winspeare, Andrea Piva, Alessandro Valenti

Galantuomini di Edoardo Winspeare

  Cultura e società   

Il film è ambientato tra gli anni sessanta e novanta in Puglia, nel Salento, a Lecce e Montenegro.

Ignazio (Fabrizio Gifuni) è uno stimato giudice che è da poco rientrato in città dopo aver lavorato per molti anni al Nord. Rivede Lucia (Donatella Finocchiaro), la donna di cui è sempre stato segretamente innamorato fin da piccolo. Lucia lavora come rappresentante di profumi, ma si tratta di una copertura: in realtà è il braccio destro del boss Carmine Zà, uno dei capi della Sacra Corona Unita, la nuova organizzazione criminale che in quegli anni raggiunge il suo apice di potenza e ferocia. Ignazio ritrova anche il suo amico d’infanzia Fabio (Lamberto Probo), con cui insieme a Lucia formava un terzetto indivisibile, negli anni della loro giovinezza.

Una sera Fabio si ferma a giocare a biliardo al bar di Infantino (Beppe Fiorello), uno dei più attivi spacciatori della zona e anche padre del figlio avuto con Lucia. Il giorno dopo Fabio viene ritrovato senza vita per una dose di droga tagliata male. A Ignazio, sconvolto per l’accaduto, viene affidato il caso. Ma nel cercare di smascherare lo spaccio di droga che fa capo alla SCU, scopre che Lucia non solo è coinvolta, ma che è addirittura una sorta di boss della malavita organizzata. Il mondo di Ignazio va in crisi. Dilaniato dal conflitto, si dimette dal caso. Ma una notte, dopo uno scontro a fuoco tra cosche rivali, Lucia - braccata da tutti - bussa alla porta di Ignazio.

Winspeare porta in scena una storia d’amore tormentata tra un magistrato, appartenente alla borghesia, un galantuomo, e una donna figlia di contadini diventata boss della malavita organizzata pugliese. Un rapporto impossibile tra due persone così diverse e così simili, con l’amore pronto ad entrare in aperto contrasto con la legge e tutto ciò che essa rappresenta, perdendosi, però, in un finale … surreale …

La malavita organizzata pugliese e la Sacra Corona Unita fanno solo da sfondo, da cornice alla tormentata storia dei due protagonisti, interpretati da una straordinaria Donatella Finocchiaro ed un apprezzabile Fabrizio Gifuni, un magistrato, però, poco riuscito e non sempre credibile.

Splendida la fotografia, buona la regia, interni ripresi in maniera sensata, sceneggiatura interessante, con lunghissimi silenzi ma con un buon senso del ritmo, spesso rallentato per dar ancora più forza al melodramma.

Il film ha ricevuto il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), Apulia Film Commission, Provincia di Lecce e Italgest.

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