"Da oltre un anno impedisce a 100.000 pazienti di poter curare al meglio la propria vista

Caso Avastin-Lucentis: il presidente Soi ribadisce le responsabilità di Aifa

  Salute  

Come nel gioco dell’oca eccoci nuovamente “rimandati al VIA”. Sono passati 2 mesi e siamo ancora allo stesso punto di partenza, con oltre 100.000 pazienti che in Italia non hanno un regolare accesso alle cure per la degenerazione maculare legata all’età. - lo ribadisce il Presidente della Società Oftalmologica Italiana, Matteo Piovella - Questa situazione non è più accettabile. Non è possibile che vi siano ostacoli alla somministrazione della terapia con Avastin nascondendosi “dietro un dito” e avvalendosi della “scusa degli effetti collaterali del farmaco.

I Medici Oculisti conoscono perfettamente i possibili rari effetti collaterali dei farmaci utilizzati per la cura della Maculopatia legata all’età. Avastin è il farmaco Off Label più studiato a livello scientifico nella storia della farmacologia mondiale e ha dimostrato a livello planetario la sua equivalenza per efficacia e sicurezza rispetto a Lucentis, motivo per cui è stato inserito dalla World Health Organization nell’elenco dei farmaci indispensabili.

Lo evidenzia nuovamente Matteo Piovella Presidente della Società Oftalmologica Italiana sottolineando l’inadeguatezza operativa di AIFA e la necessità di provvedere in tempi brevi al suo Commissariamento.

Occorre agire rapidamente - rileva il Presidente Piovella - in modo da riuscire a sbloccare una emergenza reale e grave che "incredibilmente" persiste. Attualmente i malati di degenerazione maculare non possono accedere al trattamento con Avastin e i pazienti che invece hanno accesso alla terapia con iniezioni di Lucentis lo possono avere disponibile negli ospedali solo un anno dopo la diagnosi di maculopatia senile a causa della mancanza di fondi per comperare il farmaco. Una tempistica inaccettabile considerando che per essere incisivi l’indicazione di trattamento dovrebbe essere entro le 2 settimane dalla diagnosi. In questo modo, si condannano tutti questi pazienti a un danno visivo permanente che in molti casi può portare alla cecità legale.

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