Dal 5 al 7 maggio 2014 una produzione Spellbound Contemporary Ballet

Milano, Teatro Manzoni Le quattro stagioni

  Cultura e società   

Protagoniste dello spettacolo sono non solo la musica di Vivaldi, ma anche quella originale di Luca Salvatori: le note del grande compositore veneziano rivivono, infatti, intrecciandosi con le incursioni contemporanee di Salvatori, in una sovrapposizione di linguaggi e stili differenti che fa da contrappunto alla danza di nove ballerini della Spellbound (Sofia Barbero, Giuliana Mele, Alessandra Chirulli, Maria Cossu, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giacomo Todeschi, Marianna Ombrosi, Gaia Mattioli), che strisciano, rotolano, in un mix di accelerazioni, fughe e stasi e si muovono come un corpo unico, un organismo vivente che pulsa, soffre, gioisce, condivide. Unico elemento scenografico dello spettacolo è una grande casa bianca, stilizzata, essenziale, un indecifrabile cubo con una finestra, da cui continuamente appaiono e spariscono i danzatori: metafora forse della natura stessa, che prende e restituisce, rapina e poi consegna.

Dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle”stagioni” con tutta la simbologia annessa, i suoi simboli atmosferici … si percepisce un significato molto profondo, meno visibile, ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno soggettivi. – scrive Mauro Astolfi, il coreografo - Le “mie “ Quattro Stagioni abitano fuori e dentro una piccolo spazio, che si innalza, trascina e soffoca a momenti..ma che ripara, unisce, protegge … sembra una casetta, ma è una nave, un albero … un posto misterioso da cui osservare le stagioni che mutano, un posto da dove partecipare in prima persona al ciclo della natura che si rinnova … e l’autunno, non solo foglie che cadono, la primavera, non solo fiori che spuntano…ma una natura dentro di noi, un rituale magico primordiale … un evento che si immagina, poi si cerca di imitare, poi si cerca di impossessarsi dello spirito stesso dell’evento. Gli eventi si evocano per diventarne parte integrante, partecipando al dramma della natura che muore..ma vedere un po’ più in là il seme della futura rinascita. Spellbound Contemporary Ballet vive questa avventura sprofondata nella terra e sul ramo più alto degli alberi…quando è sera si torna a casa.

Lo alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua, senza interruzioni, sempre diversa e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate, ma è inadeguata a renderne la concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra. – dice Luca Salvadori, il musicista - Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci degli uccelli, un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte, il suono di uno strumento insolito come la glassharmonica o il  flauto basso, ad esempio. Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa: suggestioni in luogo di spiegazioni. Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe stata persa in partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica: complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta dall’avere più punti di osservazione per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni cerca una delle ragioni di esistere. Queste musiche sono state pensate per la danza, per le coreografie di Mauro Astolfi, e quindi sono nate col desiderio di volersi completare altrove, fuori dalla dimensione del puro suono, e consapevoli che, una volta entrate nel cerchio magico dei corpi in movimento, avrebbero ricevuto in cambio qualcosa. Forse la misteriosa spirale di intersezioni e reciproche influenze tra musica e danza è un altro modo per rappresentare la mutevolezza inafferrabile delle stagioni.

Le Stagioni trasudano i loro umori, Stati Interiori che evaporano attraverso i pori di quelle mura e si fanno Luce, Movimento, Mutazione.- dice Enzo Aronica che ha curato le elaborazioni video - È la inclinazione dell’asse di rotazione che determina il cambiamento del nostro Corpo, della nostra Casa, e così muta l’angolo dei raggi che ne raggiungono la superficie: e, nella Trasformazione, quei raggi si fanno Luce e raccontano l’Acqua, la Terra, il Fuoco, l’Aria.

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