Con Vin Diesel, Karl Urban, Katee Sackhoff

Riddick di David Twohy

  Cultura e società   

Il 5 settembre esce nelle sale italiane RIDDICK, terzo episodio nella saga dell’omonimo guerriero spaziale, dopo Pitch Black e The Chronicles of Riddick. In questo episodio vediamo come Riddick, tradito dalla sua stessa specie e lasciato a morire su un pianeta desolato, lotta per la vita contro feroci predatori alieni. Dopo aver utilizzato i cacciatori di taglie di tutta la galassia come pedine per il suo piano di vendetta, scatena una feroce rappresaglia prima di tornare al suo pianeta natale.

Benché il film sia tutto d’azione, e seguire la trama non sia la principale preoccupazione dello spettatore, non sarebbe stato fuori luogo inserire qualche richiamo ai fatti delle pellicole precedenti, per consentire anche a chi non le avesse viste di capire meglio le caratteristiche del personaggio e il suo passato. Ad esempio il fatto che lui non sarebbe un "umano" normale ma un "furiano" (una particolare razza umana stabilitasi sul pianeta Furya).

Oppure quella che per tutto il film è una delle caratteristiche più particolari di Riddick, ovvero gli occhi, dotati del Tapetum Lucidum, una sorta di struttura riflettente posta dietro la retina che aumenta la quantità di luce ricevuta, consentendo di percepire la radiazione luminosa a partire dalla fascia del violetto. Con questa capacità Riddick è in grado di vedere al buio, ma è vulnerabile alla luce intensa.

Ciò detto, il film si lascia comunque vedere senza problemi, risultando una sorta di grande videogame dove il protagonista alterna scontri con letali animali mostruosi a combattimenti con nemici umani decisi a catturarlo, chi per guadagnarsi una taglia, chi per farsi raccontare da Riddick cosa successe esattamente in un lontano episodio su un altro pianeta.

Inutile dire che, grazie alla computer graphic, gli animali mostruosi si muovono sullo schermo con assoluta naturalezza, come se fossero animali in carne ed ossa. Molto meno naturali appaiono al confronto i metodi usati da Riddick per far fuori uno alla volta i suoi nemici, con acrobazie che neanche il più esperto dei ninja oserebbe solo immaginare. Ma sicuramente queste scene sono volutamente sopra le righe, più per procurare una risata allo spettatore che uno shock.

Come detto la trama non presenta grandi approfondimenti psicologici, e manca completamente ogni aspetto sentimentale. L’unica donna del cast è una guerriera altrettanto spietata dei suoi colleghi maschi, e anche se si lascia intendere che tra lei e Riddick avvenga un incontro ravvicinato (non del terzo tipo, ma del tipo che esiste dai tempi di Adamo ed Eva), la faccenda non è minimamente sviluppata sullo schermo.

In conclusione Riddick si può consigliare a chi ama il cinema di evasione, con tanta azione, tanti effetti speciali e tanta suspense. Sesso zero e violenza accettabile perché addirittura caricaturale, quindi non controindicato neanche per famiglie con bambini.

Ugo Dell’Arciprete

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