Klapisch dimostra ancora una volta di scrivere storie semplici ma non banali

Parigi di Cédric Klapisch

  Cultura e società   

Il film è la storia di Pierre, un ballerino malato di cuore, in attesa di trapianto e che non sa se dovrà morire. Questa condizione lo porta a guardare le persone che incontra con occhi completamente diversi. Immaginare la propria morte, all´improvviso da un nuovo significato alla sua vita, alla vita degli altri, e alla vita dell´intera città. Si incrociano così varie storie in una Parigi splendidamente fotografata da Klepisch: venditori di frutta e verdura, la titolare di un forno, un´assistente sociale, un architetto, un senza tetto, un professore universitario, una modella, un immigrato clandestino del Camerun …

Tutte queste persone così diverse si incontrano in questa città e in questo film. Pare non abbiano niente di speciale, ma per ognuno di loro la propria vita è unica. Si può pensare che i loro problemi siano insignificanti, ma per loro sono la cosa più importante del mondo.

Il raccordo sottile tra le vicende le incastra alla perfezione, con stile, con garbo, ma soprattutto con ottimo timing.

Su i vari interpreti emerge una Juliette Binoche, un’assistente sociale con due relazioni sentimentali fallite alle spalle e tre bambini, che assume di volta in volta i panni della donna-madre-sorella-amante perfetta. La sua capacità interpretativa abbozza una femminilità coinvolgente che appaga e completa ogni figura maschile che l’avvicina: il fratello (Pierre) che approccia più serenamente la malattia, il venditore di frutta, distrutto dalla improvvisa morte dell’ex moglie indimenticata. Meritevole di attenzione anche l’interpretazione di Fabrice Luchini di un professore universitario alle prese con una crisi professionale ed amorosa di mezz’età, che non riesce a trovare la donna ideale.

Il film, gradevole e coinvolgente, vive di un’atmosfera che solo Parigi può consegnare allo spettatore. La fotografia è di Cristophe Beaucarne ed esalta la magnifica scenografia offerta dalla cornice parigina. Azzeccate anche le musiche di Loic Dury e Robert Burke.

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