Storia, natura ed enogastronomia a Matelica e dintorni

La Fondazione “il Vallato” intende valorizzare il territorio tra Fabriano e Camerino

  Turismo d’autore  

Costituita appena un anno fa, la Fondazione “il Vallato” è nata per valorizzare il territorio tra Fabriano e Camerino, con epicentro a Matelica. Il nome ricorda una importante opera consortile nata nel XVII-XVIII secolo e con la quale gli imprenditori dell’epoca si misero insieme per procurarsi l’energia necessaria a far funzionare le loro aziende.

Il nome “il Vallato” è anche una chiara metafora degli obiettivi della fondazione, richiamando immediatamente la prima fortificazione a difesa della «civitas» e che, a differenza delle mura castellane, non è affatto chiusa al mondo esterno, ma è di supporto e a tutela della comunità cittadina e nelle necessità è sempre attraversabile tramite un ponte, che lo sormonta e che rappresenta la via di comunicazione con tutte le culture e le realtà esterne.

Giovedì 24 marzo i progetti della Fondazione il Vallato sono stati presentati ad un folto pubblico di tour operator e giornalisti della capitale, durante un incontro organizzato nella prestigiosa sede del Pio Sodalizio dei Piceni, l’associazione dei marchigiani a Roma, istituita quattro secoli fa in piazza San Salvatore in Lauro.

Relatori una decina di rappresentanti delle maggiori realtà imprenditoriali e turistiche del comprensorio montano tra Fabriano, Matelica e Camerino.

Ringraziamo di questa opportunità concessaci dal Pio Sodalizio - ha dichiarato il presidente della Fondazione il Vallato Antonio Roversi - perché seppur giovani (siamo nati appena un anno fa su iniziativa dell’illuminato imprenditore matelicese Giovanni Ciccolini, fondatore della Halley Informatica, società leader nella distribuzione di software per gli enti pubblici), i progetti che stiamo stilando sono ambiziosi ed aspirano ad incrementare la crescita di un territorio molto particolare, ricchissimo di eccellenze e tipicità, che si snoda da Fabriano ai Monti Sibillini ed è identificabile con il nome di Sinclinale Camerte.

Una serie di relatori si sono focalizzati sui progetti redatti dalla collaborazione delle realtà associative ed istituzionali locali e sui lavori in corso in materia di tutela ambientale, ricerca archeologica, valorizzazione del patrimonio storico-artistico, mappatura dei sentieri e potenziamento del comparto agro-alimentare.

Sono state messe in evidenza le potenzialità del territorio sia in campo industriale (con i famosi distretti industriali del calzaturiero e degli elettrodomestici, storicamente legato a Fabriano), sia nel campo agro-alimentare. In particolare, per il settore alimentare e più specificamente la produzione del miele, è stato ricordato che in questa zona vive una varietà di ape, denominata Rotis, che è immune al famigerato acaro varroa che sta sterminando i tanto preziosi insetti.

Dal punto di vista storico-artistico Raimondo Turchi, presidente del Centro studi Luglio ’67, ha messo in luce i collegamenti di «un territorio che racchiude in sé la più alta concentrazione di abbazie e rocche d’Italia se non d’Europa».

Nel dettaglio dell’argomento è poi scesa l’archeologa Martina Santucci, presentando un patrimonio straordinario di reperti che va dal Globo di Matelica, l’orologio solare sferico del II secolo d.C., unico nel suo genere al mondo, fino alle grandi necropoli umbro-picene rinvenute tra Fabriano e Matelica.

La guida naturalistica Giovanni Angradi, tramite dei video, ha permesso di scoprire le maggiori risorse per il trekking e la natura di ambienti ancora incontaminati, racchiusi tra la faggeta di Canfaito, le gole di Jana e di Frasassi o i Monti Sibillini. Le più spettacolari bellezze naturalistiche disseminate nella gola di Frasassi, sono state invece al centro dell’intervento di un ulteriore contributo accompagnato da video, prima di passare alla presentazione dei percorsi e dei progetti delle attività in bicicletta, promossi attraverso Marche Italia Tour.

Della risorsa più diffusa e nota di tutta la vallata, il Verdicchio di Matelica, ha infine offerto la sua presentazione Umberto Gagliardi, presidente del Consorzio dei produttori: «E’ il vino bianco più premiato d’Italia, tipico di questa zona e unico per le sue caratteristiche organolettiche, un ottimo biglietto da visita per intenditori, ma non solo».

Ugo Dell’Arciprete

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