Una brillante, commedia calcistica che costruisce un mondo di sentimenti contrastanti risolti in campo

Amore, bugie e calcetto

  Cultura e società   

Luca Lucini, ancora una volta, riflette sull’imperfezione degli uomini e delle donne, narrando, in questa occasione, la storia di sette amici nella vita ed in campo: Vittorio, cinquantenne resistente all´attacco, sempre diviso tra affari di cuore e lavoro, che, a seconda delle prestazioni, per rendere al meglio, fa uso di creatina e viagra, Lele, trentacinquenne mediano di cuore che vive sempre correndo tra lavoro e famiglia, in crisi di coppia, ma pronto a sacrificarsi come casalingo per consentire alla moglie di tornare a lavorare, Adam, figlio ribelle di Vittorio, che vive parando, Piero, che pianifica il gioco e l´amore, Filippo, che colpisce duro l´uomo e manca la palla, il Venezia, che gareggia in riserva, e il Mina, giocatore in pensione, col vizio della punizione e del tabacco. I sette protagonisti maschili scivolano sui campi duri degli oratori, fra tackle, falli di mano, suole di gomma, arbitri cornuti, pali e imprecazioni e poi si ritirano negli spogliatoi sudati ad esibire le pancette o a confessare certi inconfessabili affondi. Sugli spalti, nel fuori campo del rettangolo verde, ci sono le mogli, le compagne e le figlie, quelle che capiscono il fuori gioco, ma non lo vedono mai, quelle lasciate a bordo campo a recriminare o ad esortare.

Amore, bugie e calcetto racconta il calcio dilettantistico, quello giocato dalla gente comune, anche per parlare d´altro. Il campo di calcetto, luogo venerato dagli amatori pallonari, è il collante, ma anche la metafora realistica di una società dalle mille sfaccettature: crisi matrimoniale, potere, aborto, successo a tutti costi, argomenti attuali, affrontati con lo sguardo della commedia.

Claudio Bisio, mattatore sopra tutti, regala una bella prova, è convincente e conferma la sua poliedricità recitativa. Gli altri, da Filippo Nigro a Claudia Pandolfi, da Andrea De Rosa a Andrea Bosca, fino ad Angela Finocchiaro, completano il gruppo con poche sbavature.

Lucini, grazie anche alla bella sceneggiatura scritta da Fabio Bonifacci, fa una bella pellicola.

 Versione stampabile




Torna