Il film è interpretato da Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones

Cose Nostre (Malavita) di Luc Besson

  Cultura e società   

Cose Nostre-Malavita è una curiosa action comedy che riesce a farci provare simpatia per una strana famiglia di mafiosi italo-americani.

Lui è un ex boss mafioso, che dopo aver testimoniato contro i suoi vecchi soci, è costretto a trasferirsi con la sua famiglia in una tranquilla cittadina francese, sotto tutela del Programma di Protezione Testimoni. Malgrado l’agente Stansfield (Tommy Lee Jones) profonda enormi sforzi per tenerli in riga, Fred Blake (Robert De Niro), sua moglie Maggie (Michelle Pfeiffer) e i loro figli Belle (Dianna Agron) e Warren (John D’Leo), non riescono ad abbandonare le vecchie ‘abitudini’ e continuano a gestire i problemi “a modo loro”.

Li vediamo così commettere azioni decisamente delinquenziali, come far saltare in aria il supermercato dove Maggie è solo stata trattata in maniera poco educata, oppure massacrare di botte un povero idraulico che forse voleva solo “gonfiare” un po’ la difficoltà della riparazione per guadagnare qualche euro in più.

Eppure la reazione del pubblico è divertita, positiva. Certamente influisce la paradossalità delle situazioni, come anche la bravura e simpatia dei protagonisti. Ma ci deve essere anche un sottofondo di mentalità da piccoli giustizieri della notte che forse tutti ci portiamo dentro, di persone che non si sognano certo di andare in giro la notte a far fuori veri delinquenti, ma che nella vita quotidiana, di fronte a piccoli soprusi o piccoli intralci burocratici, vorremmo tanto poter reagire con una modica dose di violenza.

Altro elemento molto ben sfruttato per rendere il film piacevole è la contrapposizione tra la famiglia Blake e i nuovi compaesani. Il regista costruisce lo humour del film sulle caratteristiche dei personaggi francesi e italo-americani, caricando le relative idiosincrasie di effetti comici. La natura della provincia francese profonda emerge nei personaggi locali con un mix di atteggiamenti, da una parte la superiorità sciovinista verso questi “barbari” americani tutti hamburger e burro di arachidi, incapaci di apprezzare l’aroma di uno chèvre stagionato, dall’altra l’ingenuità di provincialotti incapaci di opporre una seria resistenza alle violenze di soggetti cresciuti nella giungla di New York.

Molti, in questo minuscolo paesino, cercano di approfittarsi un po’ degli americani, convinti che siano pieni di soldi. Ma non sanno ancora con chi hanno a che fare. Non ti puoi permettere di fare uno sgarbo del genere a Giovanni Manzoni – o Fred Blake che dir si voglia. Se tenti di fregarlo, lui ti ammazza.

Tutto questo avviene nella prima metà del film, secondo noi la più gustosa e decisamente quella giocata su un registro comico, anche se noir. Nella seconda metà il film diventa più una classica pellicola di azione, quando i vecchi compari mafiosi, dopo aver rintracciato in modo rocambolesco la nuova identità e l’indirizzo della famiglia, arriveranno nella cittadina seminando scompiglio. Inutile dire che i nostri eroi, dopo una vera carneficina, usciranno vittoriosi e si rimetteranno in viaggio per affrontare un nuovo cambio di identità e di residenza, in qualche altro sperduto angolo di mondo.

Cose Nostre-Malavita è comunque un piacevole e intelligente omaggio al genere criminale, tanto più che il suo produttore esecutivo ha fatto davvero la storia di questo genere filmico. Il premiatissimo Martin Scorsese ha dato il suo imprimatur a un film i cui personaggi si collocano quasi naturalmente nella sua galleria di signori del crimine e affabili malviventi.

Ugo Dell’Arciprete

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