FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 5, 3 maggio 2020

Ambiente, Igiene e Sicurezza, Problematiche ambientali

Cantina Arnaldo Caprai: la prima ventola antibrina contro le gelate
La ventola è stata installata nel vigneto

L’azienda agricola Arnaldo Caprai una realtà sinonimo di eccellenza italiana, non solo crea vini, rossi e bianchi, fuori dal comune per profondità, eleganza e longevità, capaci di raccontare il meglio dell’Umbria, ma, da oltre dieci anni, mette in campo un sistema integrato di sostenibilità nella gestione dei vigneti e della cantina.

Il merito è di Marco Caprai, figlio di Arnaldo. È stato lui, infatti, più di chiunque altro a credere nella ricchezza del Sagrantino, reinterpretandolo in chiave moderna, attraverso i più innovativi metodi di produzione e di gestione aziendale, che gli hanno permesso di conquistare, così, i favori del pubblico e della critica di tutto il mondo. Non da meno sono anche i bianchi: il Grecante Arnaldo Caprai, 100% Grechetto, ad esempio, è riuscito a conquistare la Top100 di Wine Spectator.

La Arnaldo Caprai ha anche un’anima green: infatti, considera fondamentali, anche, le tematiche riguardanti la sostenibilità, la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. Il suo punto di osservazione, dunque, resta sempre lo stesso: cercare di comportarsi in armonia con i cicli evolutivi naturali, preservando e valorizzando il territorio in cui si opera.

Proprio per questo l’azienda Arnaldo Caprai ha deciso di creare un Sistema di Gestione Ambientale conforme alle normative internazionali, sviluppando un protocollo volontario territoriale di sostenibilità ambientale, economica e sociale del processo produttivo.

In questo contesto, grazie ai contributi della Regione Umbria (progetto agroclim technology), l’azienda agricola Arnaldo Caprai ha installato e messo in funzione la prima ventola antibrina e, quindi, antigelo, installata in un vigneto italiano.

Questo è solo l’ultimo passo che abbiamo fatto nell’ottica della prevenzione. - spiega Marco Caprai - In Umbria, del resto, il problema delle gelate primaverili è ormai molto frequente, è un problema molto più importante della grandine.

La ventola installata è una grande elica retrattile, che, quando non è in funzione, si ripiega su se stessa scomparendo nel paesaggio vitato. Una volta programmata, parte automaticamente quando i livelli di temperatura scendono sotto la soglia impostata.

E’ già stata testata durante un paio di notti in cui a Montefalco è stato registrato un forte abbassamento della temperatura, che ha raggiunto circa - 2 °C.

Nell’area in cui è stato posizionato il Ventolone (un dispositivo copre circa 5-6 ettari) l'azienda è riuscita ad innalzare la temperatura di 5-6 °C.

Abbiamo acquistato anche un cannone spara-nebbia. - prosegue Marco Caprai - Potremmo dire che svolga la stessa azione delle candele antigelo, ma in modo molto più pratico e veloce.

Il Ventolone, che, fino ad ora, non era mai stato messo a regime in un vigneto italiano, è un macchinario straordinario: i risultati dei nuovi test, se confermeranno i primi, convinceranno l’azienda Arnaldo Caprai ad installare, nel giro di qualche anno, almeno altri cinque dispositivi.

Il Ventolone per la Arnaldo Caprai è totemico: può, cioè, essere considerato l’ultimo simbolo, avanguardistico, di un sistema integrato che affonda le sue radici dentro il progetto New green revolution, lanciato da Marco Caprai nel 2008 assieme ad altre 8 aziende del Consorzio di tutela dei vini di Montefalco (Adanti, Antonelli, Antano, Colleallodole, Perticaia, Scacciadiavoli e Tabarrini), al Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie dell’Università degli Studi di Milano e al Parco Tecnologico ed Agroalimentare dell’Umbria.

Le rivoluzioni non si fanno in un giorno - chiosa Caprai - Per fare la vera sostenibilità bisogna creare una sorta di ventaglio di soluzioni per portare a perfetta maturazione l’uva. Quindi, oggi l’ultima arrivata è la ventola antibrina per prevenire le gelate, ma è solo uno degli ingredienti di quello che facciamo in vigneto: abbiamo, ad esempio, i sensori per il controllo della quantità idrica disponibile per la pianta, che in caso di sofferenza attivano la possibilità di distribuire acqua alle piante nella fase più avanzata di giugno e luglio. Oltre a questo, abbiamo un sistema di raccolta dati attraverso il quale possiamo avere anche la mappatura delle diverse malattie a cui è soggetta la vite, in modo da abbattere la pressione fitopatologica utilizzando meno trattamenti possibili.

Marco Caprai, del resto, è convinto da sempre che la sostenibilità sia il driver del futuro.

Da quando abbiamo iniziato a fare sostenibilità ad oggi, l’esperienza ci ha portati a modificare il nostro percorso. Quello che dieci anni fa conoscevamo e gli strumenti che avevamo erano diversi da quelli di oggi. - aggiunge Marco Caprai - Ora in agricoltura c’è la possibilità di attingere a piene mani sia alla rivoluzione digitale sia a strumenti che alcuni anni fa erano inimmaginabili.

Il modello di viticoltura 4.0, proprio dell’azienda agricola Arnaldo Caprai, si traduce non solo in una sostenibilità ambientale a 360 gradi, ma ha anche in effettivi risparmi economici.

Abbiamo i dati di ormai una ventina di vendemmie. - fa sapere Caprai - I risultati sono evidenti: siamo passati da 600 ore di lavoro all’ettaro a 250-300 ore, e la qualità dell’uva è, probabilmente, migliorata. Abbiamo, inoltre, i dati di quella che è la parte di Grape assistence e Smart meteo che ci consentono una riduzione di 1/3 di utilizzo di fitofarmaci in campagna (con punte di -60% in stagioni favorevoli) rispetto agli standard medi di buone pratiche. Naturalmente anche questo si traduce in risparmio economico.

In questo tempo sospeso a causa dell’emergenza da Coronavirus, però la campagna non si ferma: bisogna continuare a innovare, a investire e portare avanti le produzioni nel miglior modo possibile.

Per quanto riguarda, infine, i problemi delle giacenze di vino e la riduzione delle rese per la vendemmia 2020, di cui già in molti stanno parlando, Marco Caprai ha una visione chiara: Ognuno si deve regolare in base alle sue esigenze. Dobbiamo avere più di un’arma a disposizione, che sia il taglio migliorativo come la vendemmia verde. Credo che sui vini bianchi ci sarà sicuramente una certa pressione, mentre per i rossi il problema è minore. Parlare di riduzione delle rese oggi è assolutamente prematuro. Bisogna fare i conti, in primis, con il meteo. Mi spaventa, invece, pensare di usare i fondi OCM per la distillazione obbligatoria: magari il mercato americano riparte prima di quanto pensiamo, io vorrei avere possibilità di utilizzare i fondi OCM per supportare le mie vendite negli Stati Uniti piuttosto che per distillare il prodotto, perché la distillazione è l’ultima delle armi a cui si dovrebbe ricorrere, anche se non per questo va demonizzata. - conclude Marco Caprai - Però, ricordiamoci che, se siamo arrivati a 6,2 miliardi di euro di export, è stato soprattutto grazie al fatto che non abbiamo più speso i fondi europei per la distillazione. Come sempre, insomma, penso che ci voglia maggior laicità e meno guerre di religione che nascondono interessi personali. E soprattutto, darei la priorità ad un decreto che si occupi della liquidità delle imprese agricole che fosse di facile e pronto utilizzo.

Info: www.arnaldocaprai.it.