FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 11, 14 novembre 2015

Salute, Tendenze

Aderenza terapeutica: un’alleata da conoscere
Giovedì 5 novembre presentata a Milano una importante ricerca

Doxa Marketing Advice ha presentato, a Milano, i risultati di un’indagine promossa da Teva Italia - da sempre impegnata nel rendere accessibili cure di alta qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione sia di medicinali equivalenti, sia di farmaci innovativi - sulla capacità dei pazienti di seguire correttamente le cure.

Nei mesi di settembre e ottobre 2015 l’indagine ha coinvolto pazienti/caregiver dai 18 ai 64 anni e professionisti della salute (farmacisti, medici di medicina generale e medici specialisti, come pneumologi/allergologi, cardiologi, gastroenterologi, neurologi) ed è stata realizzata con un impianto di ricerca multifasico che ha previsto sessioni generative sui pazienti (2 web discussion con soggetti 35-49 anni e 2 focus group con soggetti 50-65 anni), un’indagine demoscopica estensiva sui cittadini (600 interviste online di soggetti tra i 18 e i 64 anni) e un ulteriore approfondimento sui professionisti della salute (16 colloqui con i medici di medicina generale, 16 colloqui con i farmacisti, di 24 colloqui con i medici specialisti.

Il primo dato che appare evidente è che gli italiani non hanno ancora le idee ben chiare: il concetto di aderenza terapeutica, infatti, risulta ancora poco conosciuto dagli italiani, pur essendo chiara la forte valenza sociale in termini di vantaggio per la collettività e di sostenibilità del sistema salute.

Il 43% dei pazienti che ha risposto all’indagine non sa cosa significhi aderire alla terapia e riconduce a questo termine definizioni errate e confuse, quali “l’accettazione da parte del paziente di ciò che viene consigliato per curare la malattia”oppure“la reattività del corpo a una determinata terapia”. Una volta spiegato al campione l’effettivo significato del termine “aderenza terapeutica”, però, ben il 54% ritiene il proprio comportamento la variabile principale del successo della cura.

Questo significa - ha spiegato Massimo Sumberesi, Managing Director di Doxa Marketing Advice - che sebbene i pazienti non abbiano una consapevolezza spontanea e diretta del tema, ne comprendono il valore se e quando adeguatamente stimolati. - ha continuato Sumberesi - L’assunzione di responsabilità da parte degli italiani è un fattore molto positivo che indica la volontà - e ancor di più - la possibilità di trasformare in prassi il concetto di aderenza terapeutica.

A favorire la corretta gestione della cura, sarebbe, infatti, in primis, “la costanza e l’impegno del paziente” (47%); “la motivazione del paziente” (40%); la fiducia del paziente nel proprio medico (38%). Sembrerebbe, invece, giocare contro l’aderenza terapeutica “il costo elevato di determinate terapie” (40%); “l’insorgenza di effetti collaterali” (38%); “lo scarso impegno del paziente” (37%).

Un aspetto interessante riguarda i farmaci equivalenti.- ha commentato Silvio Garattini, scienziato e ricercatore in farmacologia, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri” - Alcuni dati di questa indagine ci raccontano che l’85% del campione intervistato sostiene che l’utilizzo più diffuso dei farmaci equivalenti può contribuire al miglioramento dell’aderenza alle terapie grazie a una maggiore accessibilità delle cure.

Esistono tuttavia delle criticità.

Una parte del campione intervistato - ha continuato Sumberesi - è convinta che la frequente sostituzione di un farmaco con un altro (equivalente o di marca) possa costituire un disagio, soprattutto per i pazienti più anziani che sono abituati alla “solita confezione”.

Per rispondere a queste specifiche esigenze, Teva Italia ha formulato un packaging che “si basa su regole semplici e chiare - ha detto Hubert Puech d’Alissac, AD di Teva Italia - Il benessere delle persone ci guida ogni giorno. Ascoltiamo i loro bisogni e li traduciamo attraverso la tecnologia e la scienza, in farmaci e in dispositivi in grado non solamente di “curare”, ma anche di aiutare il paziente a mantenere il percorso terapeutico individuato dal medico. - ha aggiunto - Questo avviene sempre, sia per i nostri farmaci equivalenti, sia per i nostri farmaci innovativi nelle diverse aree terapeutiche, quali Sclerosi Multipla, Oncologia e Salute della Donna. Ogni singola area è ricca di esempi di come ci operiamo per far stare meglio le persone, e di come rispondiamo ai bisogni di cura evidenziati sia dai pazienti sia da farmacisti e medici.

Un ruolo fondamentale “pro” aderenza, secondo il campione coinvolto nell’indagine, sarebbe proprio dei Medici di Medicina Generale (15%) e dei Medici Specialisti (18%). Entrambi sentono, secondo la ricerca, di essere direttamente coinvolti nell’aderenza terapeutica, ma, con una certa frequenza, i vari professionisti si imputano reciprocamente la responsabilità: gli specialisti chiedono al MMG un maggiore supporto nel monitoraggio, mentre i MMG vedono l’intervento dello specialista troppo calato dall’alto e stigmatizzano anche l’intervento del farmacista che cambia la prescrizione. I farmacisti, infine, criticano la scarsa chiarezza nelle ricette dei medici, spesso troppo sbrigativi nel fornire al paziente le indicazioni sulla posologia e la modalità di assunzione.

Rimane essenziale il ruolo di una corretta informazione da parte degli specialisti del settore, ma anche delle istituzioni e dei media. - ha sottolineato Garattini - Tutti rivestono un ruolo fondamentale, in quanto un’informazione puntuale e chiara deve essere fra gli strumenti fondamentali per garantire un’efficace gestione della cura e la sostenibilità del nostro sistema sanitario.

Info: www.tevapharm.com.