FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 12, 12 settembre 2014

Turismo d’autore, In Italia

Guastalla: Piante e Animali Perduti, XVIII edizione
Mostra mercato di varietà tradizionali di frutti, fiori, ortaggi, sementi, razze di animali rurali, prodotti eno-gastronomici, biologici, tipici e dimenticati

Sabato 27 e domenica 28 settembre, “Piante e Animali Perduti”, uno degli eventi di maggior richiamo per gli amanti del verde, torna ad occupare, dalla mattina al tramonto, ogni angolo e via del centro di Guastalla (RE), antica capitale gonzaghesca sul Po, a una ventina di chilometri da Sabbioneta e a una trentina da Parma e da Mantova. La manifestazione avrà un’anticipazione con l’Impavida, seconda edizione della cicloturistica con biciclette d’altri tempi lungo le strade bianche che seguono il Po a Guastalla, Gualtieri, Boretto, Luzzara e Novellara, Reggiolo.

Punto di riferimento nazionale nel panorama degli appuntamenti dedicati alla biodiversità e all’universo rurale che la contemporaneità, nella sua corsa verso il futuro, sta dimenticando, con tutte le sue tradizioni e i suoi antichi “saperi”, la manifestazione è realizzata a cura di Vitaliano Biondi in collaborazione con l’associazione Paese in Festa, con il patrocinio del Comune di Guastalla, della Provincia di Reggio Emilia e della Regione Emilia Romagna e il sostegno del Consorzio del Parmigiano Reggiano, di S.A.Ba.R. spa e di Conad Super Store Le Fornaci - festeggia la diciottesima edizione. Numerosi gli eventi in programma dedicati alla conservazione e alla tutela della biodiversità, con un’attenzione particolare per varietà e specie antiche spesso dimenticate, del mondo vegetale, ma anche animale e per l’esperienza degli agricoltori custodi delle specie vegetali e razze domestiche in via di estinzione.

Grazie al contributo di prestigiosi nomi del vivaismo italiano che presentano il meglio delle loro produzioni, “Piante e animali perduti” è lo scenario privilegiato per scoprire il fascino di antiche collezioni di fiori, presenze immancabili nei giardini storici italiani, come rose antiche, ortensie, camelie ma anche aster, gaura, dianthus, clematis oltre a erbacee perenni, piante acquatiche e fitodepuratrici e graminacee ornamentali, erbe entrate negli ultimi anni nel cuore dei giardinieri. Un giardino sorprendente, dove il profumo ormai sconosciuto di fiori dimenticati porta alla scoperta di frutti e piante rare. Per un weekend tornano così alla ribalta frutti poco noti dal sapore intenso come il melo campanino, il melo decio, il cotogno, il pero nobile, il giuggiolo, l’uva fogarina e termarina. In primo piano anche mele e pere di ogni forma, colore e provenienza protagoniste di mostre pomologiche di frutti dimenticati con centinaia di campioni. Non manca poi un grande mercato di sementi e ortaggi e l’ esposizione e la vendita di prodotti tipici e d’artigianato.

Ma “Piante e Animali Perduti” è anche il luogo in cui si parla di “giardini da mangiare” (tante le piante commestibili e i fiori che abbelliscono giardini e balconi come ad esempio la calendula, la lavanda, la camomilla, la rosa), di giardini perduti delle antiche corti, di piante rare e di razze di animali in via d’estinzione (nel reggiano ad esempio il colombo cravattaio, la pecora cornella bianca, il cavallo del Ventasso e nel parmense pecore cornigliesi, suini neri, tacchini di Parma e Piacenza e gallo nero del Val di Vara).

Altro punto forte della manifestazione è la gastronomia. “Piante e Animali Perduti” è anche sagra degli antichi sapori con la possibilità di assaggiare specialità agroalimentari locali come il parmigiano reggiano, il lambrusco, l’aceto balsamico. Le vie di Guastalla poi sono letteralmente occupate da centinaia di espositori che spaziano dal Piemonte alla Sardegna; piccoli produttori impegnati a conservare l’eccellenza alimentare italiana. All’evento partecipano anche associazioni e ristoratori del centro cittadino e non si contano i punti ristoro allestiti lungo le vie del centro dove i piatti tipici saranno serviti assieme ai vini di tradizione.

Tra le prelibatezze non poteva mancare quest’anno una specialità dell’Emilia, dalle antiche origini longobarde che appartiene alla cosiddetta “cucina povera”. È conosciuta a Reggio Emilia e Modena con il nome di gnocco fritto, a Parma come torta fritta, a Bologna come crescentina fritta e a Piacenza come chiœolino. Sabato 27 settembre (ore 17 in p.zza Cavour) il dottor Emilio Maestri, che dal 1996 al 2012 ha percorso in lungo e in largo con la moglie le terre del reame delle paste fritte, ed è autore del libro “Nuvole fritte. Viaggio gastronomico attraverso il Ducato della Torta Fritta e le contrade del Gnocco Fritto tra i confini del chiœolino e della crescenta”, appena pubblicato da Wingsbert House, svelerà l’arte del gnocco fritto che si estende tra Po, Trebbia e Reno. Maestri racconterà i segreti per ottenere il pieno controllo del prodotto, le regole da rispettare, il legame tra ingredienti, tecnica e tempi e illustrerà alcune delle quaranta ricette (su 182 raccolte) con i nomi dei locali nel territorio di Reggio, Parma, Modena e Piacenza che le hanno svelate, oltre agli abbinamenti e alle trattorie dove poter mangiare quelle che ama definire “nuvole fritte”. Segue la tenzone “Strutto Struggente”dove si assisterà a una agguerrita sfida con degustazione tra “gnoccofrittari” del territorio.

L’incontro “The dark side of the food” invece prova a costruire un manuale di autodifesa del consumatore.

Un appuntamento da non perdere è inoltre il Palio della rossa, una sfida a colpi di Parmigiano-Reggiano tra produttori del formaggio che nasce solo dal latte delle bovine dal mantello rosso di razza reggiana, salvata dall’estinzione da un gruppo di allevatori illuminati a partire dagli anni Ottanta.

Alle spalle di Palazzo Gonzaga nel cuore della cittadina, una vera e propria fattoria poi accoglie galli, galline, oche, anatre, capre, pecore, colombi, asini, cavalli, e vacche di antiche razze, mentre l’arena è frequentata da selezionati mattinieri per un originale concorso canoro, quello di canto da gallo (domenica 28 settembre ore 6.00) che vedrà sfidarsi galli di origine italiana in un serrato confronto di virtuosismi canori a suon di chicchirichì!

Non mancano le attività dedicate ai più piccoli con la riscoperta dei giochi di un tempo (La corsa con i sacchi e quella sui trampoli, il tiro alla fune), animazioni e passeggiate in compagnia di docili asinelle, dimostrazioni di volo di rapaci.

A “Piante e Animali Perduti rivivono anche le tradizioni del territorio con iniziative curiose e particolari. Una di queste è dedicata al tabarro, il mantello a ruota della pianura, da nebbie e da bicicletta, ricordato anche da Cesare Zavattini con una splendida poesia (I porta ancora al tabar da li me bandi). Sabato 27 settembre alle ore 18, in collaborazione con Arki, boutique e sartoria su misura e Tabarro Padano di Reggio Emilia, da non perdere la sfilata e la presentazione lungo le strade di Guastalla della “Confraternita del Tabarro degli Antichi Dominii Estensi”, associazione per la promozione e tutela del patrimonio culturale immateriale presente sul territorio.

In questo contesto si inserisce anche lo spazio dedicato ai libri Libri e buoi dei Paesi tuoi, curato dalle edizioni Antiche Porte di Reggio Emilia per far conoscere e promuovere pagine spesso inedite del territorio. Per l’occasione viene presentato un interessante epistolario “Napoleone e le strade reggiane” a cura di Alberto Cenci. Le strade reggiane, contorte, strette e martoriate dai carri, erano una spina nel fianco alla grandeur francese d’inizio Ottocento. Così i funzionari italici da Milano, insistentemente, spronavano e sollecitavano podestà e sindaci del Dipartimento del Crostolo affinché provvedessero il più rapidamente possibile.

Piante e animali perduti è sempre un punto di incontro e di confronto per operatori, studiosi e istituzioni che hanno come obiettivo la ricerca e la salvaguardia della biodiversità e delle peculiarità territoriali locali.

Sabato 27 settembre (9,30 - 13,30 Palazzo Ducale - via Gonzaga) si svolge il XII convegno annuale sulla biodiversità zootecnica organizzato da R.A.R.E (Razze autoctone a rischio di estinzione). I maggiori esperti italiani si confronteranno sulle “Razze autoctone italiane non riconosciute ufficialmente” e il pericolo di estinzione delle razze domestiche per cercare di contrastare l'impoverimento del patrimonio zootecnico autoctono italiano. Partecipano: Riccardo Fortina (RARE - Università di Torino), Luigi Liotta (RARE - Università di Messina), Luigi Brambilla (RARE), Josephine Errante (RARE), Kurt Kußtatscher (Pro Patrimonio Montano) Daniele Bigi (RARE - Università di Bologna), Alessio Zanon (RARE), Floro De Nardo (RARE ARA Calabria).

Una delle realtà più interessanti degli ultimi anni in campo green è quella degli agricoltori/allevatori “custodi” dell’agrobiodiversita’ vegetale e animale. Conservare e aumentare i livelli di biodiversità nel pianeta non è un’azione importante per non perdere varietà e razze che sono state selezionate nei secoli. Nel reggiano e nel parmense queste associazioni, grazie anche al supporto delle rispettive Amministrazioni provinciali - Assessorati all’agricoltura e la collaborazione con università e istituti di ricerca, sono in continua crescita. Sabato pomeriggio a partire dalle 15.30 si svolgono a Palazzo Ducale due tavole rotonde. La prima Biodiversità nuova risorsa delle comunità rurali verte su alcuni progetti di recupero e di conservazione della biodiversità animale. I protagonisti sono pecore cornigliesi, suini neri di Parma, tacchini di Parma e Piacenza e gallo nero del Val di Vara. Gli interventi in programma vogliono favorire una comprensione maggiore delle esperienze degli allevatori e far capire le qualità e le risorse che inducono le aziende agricole a fare scelte apparentemente in controtendenza ma, in realtà, in linea con i migliori criteri di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente. Partecipano alla tavola rotonda, oltre ad alcuni allevatori, Alberto Sabbioni del Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma che interviene su Progetti di filiera delle tre razze della biodiversità animale Parmense e Marco Kircheis Associazione Gigante nero d’Italia della Val di Vara che affronta il tema delle Criticità e risorse dell'allevamento del Gallo nero della Val Di Vara.

La seconda tavola rotonda è incentrata sulla biodiversità vegetale nel reggiano e consentirà di conoscere meglio le specie tutelate dagli “agricoltori custodi” che sono supportati, grazie alla Legge regionale per la tutela della biodiversità, dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Reggio Emilia, impegnato da alcuni anni nella ricerca e catalogazione di piante e animali dell’agro biodiversità reggiana con il progetto Arca Regia che ha visto l’identificazione complessiva di una settantina di specie tra animali e vegetali. In particolare si parlerà di cipolla borettana, ortaggio originario della zona di Boretto come testimoniano documenti storici del 1426, ma anche di cucurbitacee come meloni, cocomeri e zucche (come la zucca “Cappello da prete”) e di un vitigno ritrovato: il lambrusco di “ Corbelli” o di Rivalta scoperto in occasione del recupero del giardino segreto della Reggia di Rivalta (RE).

Piante e animali perduti annuncia anche la costituzione di una nuovo soggetto: La Retta via degli Arbori et Animali Antichi che riunisce realtà come Casola Valsenio, Guastalla, Pennabilli e il Castello di Paderna, impegnate da anni in manifestazioni dedicate alla difesa delle antiche varietà di frutta, fiori e delle antiche razze di animali domestici. L’obiettivo quello di sensibilizzare e accrescere la consapevolezza su un tema importante e delicato come la diversità biologica, oggi sempre più a rischio e di promuovere e valorizzare il turismo culturale ed eno-gastronomico.

Arricchiscono il programma “Bric à Brac, il mercatino del tempo perduto”, un originale mercatino dell’antiquariato e del collezionismo, che attira sempre tanti curiosi e cultori di cose del passato (dagli arredi e oggetti di design, agli strumenti musicali alle porcellane e dai quadri d’autore agli strumenti musicali, dalle porcellane agli attrezzi agricoli) e laboratori per riscoprire arti antiche (dalla tessitura alle dimostrazioni pratiche di utilizzo della lana, dall’intreccio del salice alla pigiatura dell’uva).

Guastalla invita anche alla scoperta del Grande fiume in sella a bici d’epoca. La domenica precedente il 21 settembre va in scena lungo gli argini del Po, L’impavida, seconda edizione della cicloturistica con biciclette d’altri tempi. Si tratta di una passeggiata, in libera escursione, con biciclette d’altri tempi guidate da ciclisti in abbigliamento vintage, lungo le strade bianche che seguono il Po a Guastalla, Gualtieri, Boretto, Novellara e Reggilo e Luzzara. Valorizzare le strade perdute del Po, significa salvaguardare anche un paesaggio che testimonia il rapporto secolare di sostenibilità fra civiltà rurale e natura. Nata da un’idea di Vitaliano Biondi, Ivan Pavesi, Giuseppe Alai e Armando Nocco, l’Impavida prevede per questa seconda edizione due diversi percorsi: uno è di 45 km adatta a tutti, con oltre il 40% di strade bianche, e tocca i comuni di Guastalla, Gualtieri e Luzzara. L’altro è un percorso di 72 km, di cui il 45% di strade bianche. Attraversa i comuni di Guastalla, Gualtieri, Boretto, Novellara, Reggiolo e Luzzara e si snoda anche lungo i suggestivi sentieri del Paesaggio della Bonifica, fra idrovore, torrioni, canali, fino alle Valli dello Sculazzo di Novellara. www.impavida.info

Info: Piante e Animali Perduti - Ingresso 3 euro - UIT, Informazione e Accoglienza Turistica - strada Gonzaga 37/e, Guastalla (RE) - tel. 0522 839763 - uit@comune.guastalla.re.it - www.pianteeanimaliperduti.it.