FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 6, 5 aprile 2014

Cultura e società , Mostre

Premio Internazionale Carlo Scarpa: un giardino di pace in Bosnia
L’edizione 2014 del premio va ai villaggi bosniaci rinati dopo la guerra dei Balcani.30 marzo 2014

La XXV edizione del Premio Carlo Scarpa per il Giardino, uno dei più importanti riconoscimenti per chi, nel mondo, si occupa del tema del paesaggio e della sua evoluzione armonica in rapporto all’urbanizzazione, ci porta in Bosnia Erzegovina.

Nelle ultime edizioni il premio, promosso ed organizzato ogni anno, dal 1990, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, è stato assegnato alla città di Amsterdam, che ha rivisto la sua zona dei musei in ottica green, e all’ordinata brughiera di uno tra i più affascinanti parchi danesi; all’emozionante Viale degli Eroi della romena Tirgu Jiu, all’enigmatico Désert de Retz, luogo da sogno immerso nella foresta del Marly, al giardino botanico islandese Skrúður, che si trova a pochi chilometri dal circolo polare artico.

Quest’anno il premio ci riporta alla mente Srebrenica e ad una delle pagine più nere della Storia, uno tra gli eccidi più brutali che l’Europa abbia conosciuto: circa ottomila civili di religione musulmana sono stati uccisi dalle milizie paramilitari serbo-bosniache nel corso della recentissima guerra civile che ha insanguinato i Balcani.

La giuria del Premio Scarpa ha deciso di premiare il progetto di ripopolamento dei borghi di Osmaèe e Brežani, due villaggi del Podrinje, regione della Bosnia orientale, ai confini con la Serbia: due minuscole località sull’altopiano sopra Srebrenica: poco più di mille abitanti fino allo scoppio del conflitto, poi totalmente disabitati dal 1993 al 2002. Fino a quando non è cominciato un timido e coraggioso processo di migrazione che ha portato in quegli stessi luoghi circa duecento persone: convinte di poter rivitalizzare l’area nel nome del ritorno ai valori di un’antica e genuina società contadina.

Il recupero parte da un’economia rurale che spinge alla socialità e diventa facilitatore relazionale (con le diverse famiglie a condividere i prodotti dei propri orti e campi); da processi di agronomia sperimentale che influiscono sul paesaggio in modo radicale, andando a sanare le cicatrici della guerra. Su tutti spicca quello, di matrice italiana, che ha visto la semina di una particolare varietà di grano saraceno. Coltivazione assunta a simbolo di rinascita.

Nel 2005, alcuni giovani di diversa etnia-nazionalità e di diverse tradizioni religiose, bambini nel 1995, costruiscono insieme il gruppo “Adopt Srebrenica”, per fare memoria e ragionare sul futuro. Negli anni successivi una decina di famiglie, vere e proprie specie pioniere, compie il passo decisivo, il ritorno nei villaggi dell’altopiano, per rimettere mano e curare la terra dei padri e delle madri. Nel 2010 si avvia a Osmaèe l’esperimento del grano saraceno, nato dallo scambio di conoscenze e di pratiche con tecnici di vari paesi, in primis l’Italia. Le collaborazioni si allargano, dalla Fondazione Alexander Langer al Centro Pace del Comune di Venezia e all’Archivio Storico di Bolzano, dagli Agronomi senza Frontiere di Padova alla Cooperativa agricola El Tamiso, dall’Associazione di Cooperazione e Solidarietà Italia alla Tavola Valdese.

Osmaèe e Brežani ci pongono, così, il tema della costruzione dello spazio multiculturale non come attitudine distributiva di posti ai diversi ma come compresenza unitaria di diversi. A due dei protagonisti, Muhamed Avdiæ e Velibor Rankiæ, la giuria affida il sigillo di Carlo Scarpa, per esprimere un sentimento di affettuosa vicinanza e di incoraggiamento, di fronte alle difficoltà e alle speranze delle loro fatiche, e per ringraziarli della lezione di vita, attualissima e universale, che viene dalla loro meravigliosa resistenza sull’altopiano.

Dopo la presentazione avvenuta a Milano, in Triennale, la campagna 2014 prosegue a Treviso nelle giornate di venerdì 9 e sabato 10 maggio, con l’inaugurazione di un’esposizione, un seminario pubblico di riflessioni, la pubblicazione di un dossier dedicato a Osmaèe e Brežani e la cerimonia di consegna ai responsabili del luogo del sigillo disegnato da Carlo Scarpa (1906-1978), l’inventore di giardini che dà il nome al Premio. Quest’anno è in programma anche una conferenza pubblica, venerdì 9 maggio, dedicata ai primi venticinque anni del Premio. La campagna di attenzioni proseguirà con altre iniziative nel corso dell’anno, oltre che a Treviso, in Bosnia Erzegovina, a Bolzano, Trieste, Venezia.

Giovanni Scotti