FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 6, 15 giugno 2013

Food and beverage, Tendenze

Artemide: il riso dell’ambasciatore
Nero e profumato

Luigi Guidobono Cavalchini, già ambasciatore d’Italia a Parigi e rappresentante della Farnesina all’Unione Europea a Bruxelles, ha realizzato un sogno cullato durante gli anni della lunga e brillante carriera diplomatica: il ritorno ai terreni, incolti, che i suoi avi avevano dissodato e fertilizzato a Casalbeltrame, sulle rive della Sesia.

Dismessi i panni di ambasciatore, Guidobono Cavalchini ha così ripercorso le gesta paterne, e prodotto Artemide, l’ultima novità nel campo della ricerca dei risi aromatici italiani, tutto a pericarpo nero. Artemide arriva dopo il Venere, che, in questi ultimi anni, ha avuto un notevole successo fra i consumatori e nella ristorazione d’eccellenza.

Ora Luigi Guidobono Cavalchini ha passato il testimone al figlio Vittorio e alla nuora Cristina Brizzolari, che fanno la spola tra Roma e la risaia novarese.

Grazie al particolare impegno di Cristina, il cascinale è stato trasformato e riattato ed ora si chiama La mondina. Gli ettari coltivabili sono 85, ma solo 10 sono dedicati all’Artemide.

La varietà Artemide nasce dall’incrocio fra il riso Venere (a granello medio e pericarpo nero) ed una varietà Indica (a granello lungo e stretto e pericarpo bianco) prodotto anch’esso in Italia.

Dall’ibridazione, tutta naturale, è nato un prodotto di altissima qualità. - assicura Massimo Biloni, direttore di Sa.Pi.Se. - con caratteristiche profumate.

L’idea di creare questa nuova varietà di riso integrale di color nero, in grado di attirare l’alta ristorazione, è maturata insieme con la Sardo-piemontese-sementi (Sa.Pi.Se., la cooperativa vercellese che ha già prodotto il Venere.

Il riso nero Artemide ha un aroma intenso e gradevole e una bella forma allungata del chicco. Come tutti i risi integrali contiene un notevole quantitativo di silicio utile nella formazione e riparazione del tessuto osseo. Per la sua stretta parentela col riso Venere, anche Artemide ha un contenuto molto superiore agli altri risi di ferro e di silicio, quest’ultimo molto importante nella formazione e nella riparazione del tessuto osseo, oltre che per le sue proprietà antiossidanti.

L’Artemide è ricco di antociani, quattro volte più del Venere, quindi contiene molte proprietà antiossidanti. – precisa Cristina Brizzolari - Il granello, molto fine, ha un tempo di cottura ridotto rispetto al suo ’’cugino”.

Da conservare in luogo fresco o in frigorifero. Per mantenere integre le sue caratteristiche naturali, questa qualità di riso viene solo sbramata (riso integrale) e può essere cucinata in vari modi. Necessita di una cottura di circa 30-35 minuti. Preferibilmente nella pentola a pressione e senza condimento, da aggiungere solo alla fine. Può essere miscelato ad altri tipi di riso bianco (Riso Carnaroli, in percentuale del 40% circa), facendolo, però, bollire da solo per 15 minuti e poi aggiungendo l’altro tipo di riso bianco. Può essere usato anche come farina (ottenuta con normale macinacaffè) per tagliatelle, polenta, gnocchi, ravioli e dolci.

Il riso nero rappresenta la punta di diamante dell’azienda dell’ambasciatore e la nuova frontiera sul fronte della ricerca degli aromatici. – conclude Cristina - E’ commercializzato anche come “Artemide gran riserva”, un riso stagionato come fosse un vino.

G. Scotti