FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 4, 10 aprile 2013

Cultura e società , Mostre

Triennale di Milano: La sindrome dell’influenza
Tra passato e presente, in mostra il Design Italiano in un allestimento che immagina un futuro in crescita

La sesta edizione del Triennale Design Museum (TDM6) definisce il design italiano una “sindrome dell’influenza”. Un fenomeno in cui ogni atto creativo è frutto di una serie di stimoli e input provenienti dal mondo che ci circonda.

La sesta edizione - spiega Silvana Annichiarico, direttore del Museo - del TDM cerca di tracciare una psicogeografia degli scambi. Il presupposto teorico che sta alla base di questa edizione è che ogni atto creativo non è mai gratuito, non arriva per ispirazione divina, è sempre al centro di una fitta rete di simulazioni, di sollecitazioni e di modelli. Oggi le aziende del mobile - ha concluso la direttrice - le aziende italiane che sono diventate dei brand, non solo guardano il mondo, ma lo arruolano, arruolano una legione straniera fatta di sta internazionali che vengono in Italia a lavorare con il nostro saper fare, la nostra peculiarità e decretano la rottura dei confini del design nazionale.

La mostra, visitabile fino al 23 febbraio 2014, è organizzata in tre parti, corrispondenti a tre zone del percorso espositivo e a tre momenti della vicenda dal dopoguerra all’attualità E’ un racconto corale e polifonici che diventa metafora perfetta per lo sviluppo dell’allestimento, tripartito come i grandi capolavori di Mozart e Beethoveche - come dice Filippo Del Corno, assessore alla Cultura - dove A è l’esposizione, B lo sviluppo e A1 la ripresa.

La prima parte dell’allestimento è dedicata al tema dell’invenzione e dell’eredità del design italiano, in cui 10 progettisti contemporanei reinterpretano il lavoro dei grandi maestri del periodo d’oro degli anni ’50 e ’60. Il percorso si snoda, ad esempio, fra l’installazione L’attimo delle idee di Paolo Ulian, dedicata a Vico Magistretti, e l’installazione Munari: percorsi a mezz’aria di Matilde Cassani e Francesco Librizzi, dedicata a Bruno Munari.

La seconda parte è dedicata – citando l’economista austriaco Joseph Schumpeter – alla “distruzione creatrice” e al tema della memoria: oggetti di design successivi agli anni ‘60 e schermi in cui scorrono le interviste ai loro creatori sono resi senza tempo da un gioco di specchi. Qui finisce la storia delle idee per fare spazio a una fiducia nella cultura di massa, nei modelli di crescita industriale, nella moltiplicazione dei generi di consumo. – spiega Pierluigi Nicolin, curatore scientifico della mostra - Tornando ad interrogare chi ha vissuto quel periodo, anni in cui il design si è trasformato nelle mani dei brand, senza alcun rispetto per ecologia e sostenibilità, diventando una forma di produzione delle forme.

Il nuovo contesto è la terza e ultima parte. In essa i nuovi brand del “made in Italy” riscoprono il mondo del design con curiosità e senso di avventura, come facevano i grandi progettisti del passato. Le 12 installazioni all’interno di altrettante “scatole” bianche espongono la filosofia dei marchi protagonisti, tra cui Alessi, Artemide, Driade, Kartell e via dicendo, attraverso micro-mondi fatti di oggetti, luci e colori.

Info:  Triennale Design Museum - Sesta Edizione - Design. La sindrome dell’influenza  -Direttore: Silvana Annicchiarico - Curatore scientifico: Pierluigi Nicolin - Allestimento e grafica: Pierluigi Cerri - La Triennale di Milano - Viale Alemagna 6, Milano – dal 6 aprile 2013 al 23 febbraio 2014 - mar/dom 10.30/20.30 – giov 10.30/23.00 - dal 9 al 14 aprile, in occasione del Salone del Mobile orario speciale 10.30/22.00 - Ingresso 8 euro - www.triennale.it.

(GS)