L’indagine Ipsos per il progetto Nutrire Milano
Il 15 dicembre è stato presentato a Milano, presso la sede del Museo di Storia Naturale, il progetto Nutrire Milano: Slow Food si propone di valorizzare le produzioni locali e le risorse intorno a Milano, attraverso la ricostruzione delle filiere e l'attivazione di servizi e mercati che possano favorire l'incontro tra cittadini e produttori agricoli. Il progetto si impegna a consegnare alla città nuove occasioni di scambio con il territorio periurbano e il Parco Agricolo Sud Milano, e un nuovo modello di filiera agroalimentare metropolitana di qualità. Un vero e proprio esperimento territoriale per celebrare e rappresentare la città, non solo in funzione dell’Expo 2015.
Nel corso dell’evento il professor Piercarlo Grimaldi dell’Università di Scienze Gastronomiche ha presentato l’indagine realizzata da Ipsos sulle abitudini alimentari e di acquisto dei milanesi che hanno rispsoto alle seguenti domande: Quanti a Milano conoscono la ricchezza del territorio che circonda la città, sia dal punto di vista ambientale che agricolo? Si tiene conto di questa ricchezza nelle abitudini di tutti i giorni? Cosa rappresenta per i milanesi questo patrimonio, anche in termini affettivi? Come valorizzare al meglio queste caratteristiche del territorio?
Dalle risposte fornite ai questionari sottoposti al campione risulta che i milanesi sono ancora lontani dal concetto di alimenti di prossimità, o km zero. Non è un elemento che considerano quando fanno gli acquisti; nella loro scelta non è fortemente presente l’attenzione alla provenienza dei prodotti; la spesa per i generi alimentari si fa prevalentemente presso i supermercati, successivamente nei mercati settimanali soprattutto per frutta e verdura e nei negozi specializzati per l’acquisto di pane, carne, pesce e salumi; l’acquisto diretto presso il produttore non rappresenta ancora un atteggiamento radicato nel territorio: è solo il 13% degli intervistati che dice di recarvisi, 17% tra i responsabili degli acquisti per la famiglia, e vi si ricorre soprattutto per l’acquisto di vino e latte; il profilo del responsabile per gli acquisti familiari a Milano è un po’ lontano dallo stereotipo ai quali si è abituati: vi è un sostanziale equilibrio tra uomo e donna, si tratta di persone che per il 38% vivono sole (sul totale campione sono il 16%) e per l’8% sole con i figli, quindi per quasi la metà di loro non rappresenta una scelta legata alla loro inclinazione agli acquisti, ma un obbligo; se il 17% del campione si reca in altri comuni per acquistare generi alimentari della zona di produzione, fra questi più del 50% lo fa una o due volte all’anno, nonostante se ne riconosca la qualità e anche un certo risparmio sul prezzo (soprattutto tra i responsabili degli acquisti); il concetto più noto agli intervistati e che è entrato ormai nel gergo comune, è “agricoltura biologica”. La sua diffusione e pubblicizzazione, anche da parte dei supermercati stessi, ha sicuramente condotto a una maggiore familiarità rispetto agli altri nuovi concetti di più recente introduzione. Il secondo concetto per familiarità è “transgenico”; i meno conosciuti sono i concetti di “alimentari di prossimità” e “Presidio Slow Food”: quasi il 60% degli intervistati non ne hanno mai sentito parlare prima d’ora. I laureati dimostrano un livello di conoscenza superiore mentre è interessante notare che i responsabili degli acquisti per la famiglia, se sono assolutamente in media rispetto a tutti i concetti citati, dimostrano però un livello di conoscenza superiore del concetto di “alimentari di prossimità”.
Da questo lavoro si evince che i cittadini di Milano sono forti consumatori di frutta, pane e verdura e acquistano questi prodotti da canali diversi dal supermercato. – ha sintetizzato il professor Piercarlo Grimaldi - Il 44% preferisce consumare cibo di prossimità. Anche se sembra che il milanese medio non conosca a fondo il proprio territorio periurbano o non voglia approvvigionarsi di cibo da esso, forse perché lo ritiene non genuino se non addirittura troppo inquinato per la vicinanza alla città. Infatti il Parco Sud è conosciuto solo dal 39% dei milanesi, la maggior parte di loro preferisce fare esperienze gastronomiche lontano e non in prossimità del centro metropolitano. In definitiva dall’indagine emerge questo quadro: Milano è una città attenta al comparto ortofrutticolo e aperta a tutti i canali di distribuzione, non solo supermercato. Il milanese si muove per fare esperienze gastronomiche, ma non si fida