MTM Teatro Litta Io ricordo Ispirato alla vita di Liliana Segre

20/01/2025

Liliana Segre sta per chiudere la lunga stagione della sua testimonianza, in giro nelle scuole.

Manca poco alla cerimonia pubblica che si terrà presso la Cittadella della Pace, in un piccolo borgo vicino ad Arezzo: ci saranno le istituzioni, una folla di giornalisti, telecamere, i rappresentanti delle istituzioni e soprattutto tante ragazze e ragazzi. È lì che ha scelto di parlare per l’ultima volta ai giovani, archiviare i suoi ricordi e affidare a loro il suo testamento ideale.

In questa lunga notte dovrà dire addio alla bambina che era, quella bambina di otto anni espulsa dalla scuola, a causa delle leggi razziali, che si è portata dentro e ha raccontato in trent’anni di testimonianza.

In continuo dialogo con lei, ripercorre la sua vita. Passato e presente si intrecciano tra loro, storia personale e storia collettiva. Bambina espulsa dalla scuola, clandestina, deportata, e poi madre, moglie, testimone, attivista e senatrice.

Tante vite in una sola. Solo la forza di guardare la bambina che è stata, di inabissarsi nel suo passato le ha permesso di aprirsi a una nuova stagione della vita, una vita da “nonna”, desiderosa di battersi, conoscere, opporsi, studiare, di lasciare una traccia nella coscienza civile.

NOTE DI DRAMMATURGIA

Ho voluto immaginare che la donna di oggi parli alla bambina che è stata. Quella bambina di otto anni che per tanto tempo non ha mai avuto il coraggio di guardare, la cui vita è stata tragicamente stravolta dal momento in cui è stata espulsa da scuola. Ho voluto immaginare che la bambina arrivasse di notte. E’ lei a volere incontrare quell’anziana signora che nel frattempo si è ricostruita una vita normale, che è diventata una brava moglie, una brava madre.

Ma le ferite non si possono nascondere o negare, prima o poi affiorano. Arrivano le notti insonni e uno strano malessere, inspiegabile: è arrivato il momento di fare i conti con la piccola Liliana.

Si chiama “bagliore”, il momento in cui noi donne rompiamo gli schemi, in cui la vita condotta fino a quel momento comincia a farsi stretta e qualcosa di nuovo e lucente inizia a farsi strada, di nascosto.

Anche se continuiamo per un po' a fare le stesse cose, e gli altri non se ne accorgono, dentro di noi abbiamo creato un nostro mondo segreto. Ci vorrà del tempo prima di uscire dal bozzolo e ritrovarsi di nuovo nel mondo che ci circonda per ritrovare un proprio posto.

E’ il mondo in cui ho immaginato che Liliana Segre si muovesse, non seguendo la linearità del tempo, ma vagando tra un ricordo e l’altro, guardando indietro e guardando avanti per cercare di restituire la vitalità appassionata di una donna che come una matrioska si reinventa ogni volta non per sopravvivere, ma per vivere.

Elena Lolli

NOTE DI REGIA

Allineati ai margini del palco due file di neon a mezza altezza e il suono di un treno lontano mescolato alle note di una vecchia canzone degli anni 50, richiamano in qualche modo il Binario 21 da cui partivano i treni per i lager, e l’inizio di un periodo, quello della ricostruzione, che solo i sopravvissuti hanno potuto vivere.

Sono parti di un tempo andato che è costitutivo del presente, imprescindibile. E infatti passato e presente si mescolano per tutta la durata di questo dialogo tra l’anziana donna di oggi e la bambina che è stata. L’attrice, nella parte di Liliana Segre, attraversa i momenti culminanti della sua vita, quelli lontani e quelli più recenti votati all’impegno politico. Chiaroscuri e speranze si alternano, convivono. La scelta è quella di riprodurre Liliana Segre non come la conosciamo, ma di somigliare più a una donna come tante, come noi, come per dire in qualche modo che “Liliana siamo noi”. Di volta in volta la scena diventa la scuola, diventa vagone piombato, diventa Palazzo Madama, ogni volta ci riporta a un tempo della sua vita, in un flusso continuo di momenti che ci radicano nel nostro presente, con ironia, con leggerezza, con dolore, con una vitalità che si rigenera ogni volta, tante vite dentro una vita. Il senso di un teatro che non vuole relegare la memoria a quella unica data del 27 gennaio e dentro al perimetro di Auschwitz, ma che vuole, attraverso la storia di Liliana Segre, raccontare come la memoria può diventare azione concreta che riguarda tutti e tutto quello che ci circonda.

Claudio Orlandini

Compagnia teatrale Alma Rosé

E’ una Compagnia attiva dal 97, anno in cui vince il Premio Eti Scenario con lo spettacolo “Alma Rosé”, da cui prende il nome. Ben radicata sul territorio, la Compagnia lavora oltre che con i teatri con realtà della cultura, del sociale e del lavoro, rivolgendosi a un pubblico variegato. Il Teatro di Alma Rosé è fortemente legato al contemporaneo e al racconto del presente. Oltre agli spettacoli la Compagnia svolge attività di formazione, promuove laboratori e percorsi di teatro inclusivi per la diffusione di una cultura urbana comunitaria.

Teatro Litta

venerdì/sabato/lunedì ore 20.30 - domenica ore 16.30

intero € 30,00 - convenzioni € 24,00 - ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 - Under 30 e Over 65 € 17,00 - Università € 17,00 - scuole di Teatro € 19,00 - scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 - Scuole MTM € 10,00 - ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO

durata dello spettacolo: 60 minuti

Info e prenotazioni - biglietteria@mtmteatro.it - 02.86.45.45.45

Abbonamenti: MTM Respiro, MTM Respiro Over 65, MTM Respiro Under 30 x2 spettacoli, MTM Respiro Under 30 x4 spettacoli, MTM Il piacere di sorridere.

Biglietti sono acquistabili sul sito www.biglietti.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita Vivaticket.

I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.