Mudec presenta lo spettacolo-concerto gratuito “È tempo d’incontro”

15/01/2025

Mudec presenta lo spettacolo-concerto gratuito “È tempo d’incontro”

Giovedì 23 gennaio 2025 alle ore 19 presenta lo spettacolo-concerto gratuito “È tempo d’incontro” a cura della Piccola Orchestra dei Popoli, nell’ambito del palinsesto legato all’opera di Adrian Paci “Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo”, attualmente visibile in Agorà, un palinsesto che anticipa la grande mostra sul tema del viaggio “Travelogue”, marzo 2025.

GIOVEDì 23 GENNAIO 2025

Auditorium Mudec

“È TEMPO D’INCONTRO”, CONCERTO E SPETTACOLO DELLA PICCOLA ORCHESTRA DEI POPOLI

Di fronte alla tragedia che vede il Mar Mediterraneo come il più grande cimitero d’Europa, e di fronte al dramma a cui stiamo assistendo quotidianamente di milioni di persone in fuga dalla fame e dalla guerra, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti ha ideato il progetto ‘Metamorfosi’ per comunicare, soprattutto alle nuove generazioni, questo dramma contemporaneo.

La proposta di porre lo sguardo su questi temi avviene attraverso una metafora: quella del legno delle barche dei migranti, trasportate dal molo Favarolo di Lampedusa al carcere di Opera di Milano, e trasformate dalle persone detenute in strumenti musicali.

La Piccola Orchestra dei Popoli con gli strumenti del mare

La Piccola Orchestra dei Popoli, nata all’interno della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, riunisce musicisti di diverse nazionalità in un’esperienza di convivenza possibile fra persone appartenenti a culture e religioni diverse.

Lo spettacolo È tempo d’incontro inizia con la storia di una barca: da albero di legno Azobè dell’Africa nera a violino, costruito nel carcere di Opera.

La narrazione di una lunga vita: dalla gioia di essere barca di pescato alla tristezza di accompagnare come ultimo viaggio gente disperata in cerca di futuro.

Il testo, liberamente tratto da Memoria del legno di Paolo Rumiz e letto dall’attore Mohamed Ba, si inserisce all’interno di una partitura musicale che è parte integrante della narrazione.

A seguire la musica: gli strumenti vengono da legno abituato all’acqua e il concerto è come un’immaginaria navigazione che tocca le varie sponde delle culture musicali presenti in scena: dai canti tradizionali albanesi e libanesi a quelli indiani e giapponesi per arrivare alla poesia musicata di David Maria Turoldo. Un viaggio in un mare che unisce e non separa, una barca che trasporta una speranza di un noi-sola umanità.