Goletta Verde di Legambiente a Pescara: subito il dragaggio per risolvere la emergenza dell’insabbiamento ed evitare il rischio esondazione

2 agosto 2012

Oggi il porto di Pescara è stato animato da un blitz ambientalista della Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente in difesa dei mari e delle coste italiane, organizzato per evidenziare i gravi problemi di insabbiamento, la paralisi di tutte le attività economiche e i rischi idraulici derivanti dall’esondazione del fiume in caso di forti precipitazioni.

A distanza di 12 anni, la campagna itinerante del cigno verde è tornata a Pescara per denunciare la situazione e prendere atto del fatto che le previsioni di Legambiente sugli effetti della diga foranea sull’assetto portuale si sono tutte malauguratamente avverate. Tra le azioni da intraprendere per invertire questa situazione la priorità resta il dragaggio del porto per ridare in breve tempo funzionalità alla attività della marineria e dello scalo merci, messi allo stremo da quasi un anno di inattività. La soluzione definitiva dei problemi passa dall’abbattimento della diga foranea e dal ridisegno dell’assetto strutturale del porto.

La vicenda del Porto di Pescara è un esempio eclatante della patologia tutta italiana legata alla gestione delle opere pubbliche progettate e costruite, a prescindere dall’utilità effettiva e dal destino dell’opera. – afferma Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo -. Le conseguenze negative di questi interventi, come nel caso del diga foranea sono evidenti, con ricadute pesanti per l’economia locale e per l’ambiente. A conferma delle criticità già segnalate dal 2000,  giunge il monitoraggio di Goletta Verde di quest’anno, effettuato a 400 metri dalla spiaggia a ridosso della diga foranea dove i valori micro biologici  indicano livelli di inquinamento allarmanti con ricadute sulla qualità delle acque di balneazione e pericoli sanitari per i cittadini. Al momento, - conclude Di Matteo -, la priorità resta comunque il dragaggio che deve vedere lo Stato, la Regione, la Provincia ed il Comune impegnati nel trovare le risorse economiche, tecniche ed ambientali adeguate.

Le proposte di Legambiente per il Porto di Pescara:

1.      risolvere l’emergenza del dragaggio per ridare operatività al porto. Nel rispetto della normativa ambientale, occorre caratterizzare i fanghi contenuti nell’attuale vasca di colmata e, nell’ordine, avviarli a recupero o al riuso (ripristino di cave, realizzazione di sottofondi stradali ecc.), avviarli a recupero o smaltimento in discarica; allestire una vasca di colmata in banchina e procedere per cicli al dragaggio con il recupero ed eventualmente lo smaltimento del materiale dragato; programmare il dragaggio annuale per la manutenzione ordinaria del porto.

2.      dotare l’Abruzzo di una programmazione specifica sulla portualità. L’Abruzzo in termini di portualità è ferma al Quadro di Riferimento Regionale – Obiettivo “Razionalizzazione e potenziamento della portualità”. Si tratta di una indicazione di indirizzo (Il concetto di sistema portuale implica una stretta integrazione funzionale tra i diversi scali marittimi, ognuno dei quali deve tendere alla specializzazione in determinati comparti) che non trova attuazione in una norma specifico di pianificazione e di integrazione delle realtà portuali abruzzesi.  Serve quindi che la Regione si doti di una normativa che chiarisca i ruoli (merci, passeggeri, peschereccio, nautico ..) e le strutturazioni degli scali e definisca il quadro delle infrastrutture necessarie per l’integrazione del sistema regionale nel sistema adriatico e nel sistema nazionale di settore. Nell’ambito della norma, o ricorrendo a specifici regolamenti, occorre anche, e soprattutto, disciplinare le attività dei dragaggi in modo da ricondurre la gestione a condizioni ordinarie ed integrate per tutti i porti abruzzesi.

3.      ricondurre la pianificazione del Porto di Pescara nel contesto della portualità regionale. La proposta di Piano Regolatore Portuale, avanzata dal Comune di Pescara, non risolve i problemi ad oggi sul tavolo. Le funzioni del porto di Pescara, porto di interesse nazionale, devono essere rapportate all’assetto portuale regionale ed adriatico senza cadere in tentazioni smisurate e fantasiose sul traffico commerciale container e crocieristico.