Tre piani: un film di Nanni Moretti

29/09/2021

Il mondo nel microcosmo di una palazzina borghese dei lungotevere romani.

Prima di parlare del film stesso, è interessante ricordare la discussione che ne ha accompagnato la presentazione al recente Festival di Cannes. Come si sa, la Palma d'oro è stata assegnata alla cineasta franceses Julia Ducournau, che ha presentato il suo “Titane”, controverso film tra il fantascientifico e il delirante, imperniato su una ragazza che a causa di un incidente ha una placca di titanio inserita nel cranio e per questo prova attrazione sessuale solo per le automobili.

Con il suo TRE PIANI Nanni Moretti (unico italiano in concorso) è tornato da Cannes a mani vuote, ma, al di là della normale e comprensibile delusione per la mancata vittoria, il nostro regista ha soprattutto accusato il colpo di vedere la giuria premiare un film dalle scelte decisamente eccentriche, disdegnando un film “classico” come il suo.

Moretti ha commentato il fatto su Instagram, postando una sua foto dall’espressione perplessa e commentando "Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro".

Beh, personalmente ci sembra preferibile “invecchiare” dignitosamente gustandosi un film “normale” come TRE PIANI, invece di inseguire stravaganti fantasticherie del tutto avulse dal mondo reale. Mondo reale che nell’opera di Moretti si concretizza nel microcosmo di una palazzina borghese dei lungotevere romani.

Al primo piano della palazzina vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Sullo stesso pianerottolo vive una anziana coppia, Giovanna e Renato, rimasti soli dopo che la figlia si è trasferita a lavorare in Francia, e che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione che lo porterà poi alla separazione dalla moglie, propensa a differenza di lui a dar credito a Francesca quando questa assicura di non essere stata molestata.

Al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Le visioni che compaiono a Monica dimostrano che questo è proprio il destino che la attende (e alla fine si vede che anche sua figlia comincia a manifestare gli stessi disturbi). Proprio quando Giorgio rientra dall’estero e riesce ad avere da Monica un secondogenito, i problemi di Monica si aggravano. Giorgio si rende conto che non è più il caso di allontanarsi dalla moglie e dai figli, ma è troppo tardi, è Monica che si è allontanata in preda alle sue visioni.

All’ultimo piano infine vivono due coniugi entrambi giudici, Dora e Vittorio, insieme al figlio di vent’anni, Andrea, che vive un rapporto conflittuale con il padre reo di averlo educato da piccolo con estremo rigore. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere, sfruttando le loro conoscenze nella magistratura. Vittorio rifiuta sdegnato di ricorrere a favoritismi e resta convinto che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Chi alla fine soffre più di tutti per questo scontro tra due caratteri orgogliosi e testardi è la povera Dora, costretta a una scelta dolorosa: abbandonare il marito o il figlio.

Insomma, un campionario di persone che potremmo definire comuni, naturalmente alle prese con situazioni problematiche che danno il pathos del film (nessun film potrebbe riscuotere interesse se rappresentasse solo la vita monotona di una famiglia qualsiasi senza particolari problemi), ma sono situazioni che ognuno di noi potrebbe verosimilmente dover affrontare, mentre nessuno di noi farà mai l’amore con una macchina.

I personaggi sono ottimamente interpretati da tutto il cast, con un tono complessivo di mestizia e fatalismo, di difficoltà a superare le difficoltà della vita. Una sola scena ci è sembrata un po’ fuori luogo, con il suo taglio quasi onirico o felliniano, la sfilata in strada di sconosciuti che ballano al suono di una orchestrina ambulante, sotto gli sguardi stupiti dei nostri protagonisti: un accenno di ottimismo, sulla vita che comunque va avanti come sempre?

Interessante anche la scelta di inserire a fine film due mini-sequel, che mostrano cosa è successo cinque e dieci anni dopo gli eventi principali. Una scelta che va anche questa nel segno di offrire allo spettatore una vicenda di senso compiuto, in cui sia facile immedesimarsi con i protagonisti e scoprire come la loro vita è proseguita una volta superati i difficili momenti dell’inizio.

Il film è diretto e interpretato da Nanni Moretti. Gli altri attori principali sono Margherita BUY, Alessandro SPERDUTI, Riccardo SCAMARCIO, Elena LIETTI, Alba ROHRWACHER, Adriano GIANNINI, Denise TANTUCCI, Anna BONAIUTO, Paolo GRAZIOSI, Stefano DIONISI. È in sala dal 23 settembre 2021.

Ugo Dell’Arciprete