Foresta Rossa: l’intervento artistico che Velasco Vitali realizzerà dal 2 giugno al 21 ottobre 2012 presso l’Isola Madre (sul Lago Maggiore) e a Verbania, in piazza Garibaldi e nei giardini del Grand Hotel Majestic

29 maggio 2012

Foresta Rossa è un punto d‘approdo ideale (e per questo forse impossibile) di quella tematica della clandestinità e della precarietà affrontate negli interventi precedenti. Il giardino botanico dell‘Isola Madre è trasformato in un paesaggio sospeso, come la giostra collocata attorno al monumentale cipresso del Cashmire, fulcro dell‘installazione e punto nodale della visita. Ogni opera del progetto artistico sull‘Isola Madre rappresenta un capitolo narrativo in cui l‘invenzione surreale del sogno va a identificarsi con una visione forzatamente reale evidenziata dalla relazione fra le opere, collocate nel giardino in stretto rapporto con la natura. La bellezza naturalistica, la perfezione botanica e la cura quasi geometrica del luogo entrano in stretto rapporto di significato con le opere, quasi fossero state modellate per accoglierle.

PLAYTIME - Un sistema di abitacoli di giostra appesi sui tiranti dell‘imponente cipresso del Cashmire, un disco volante, un grande giocattolo, di fronte a Palazzo Borromeo. E‘ l‘opera centrale verso cui portano le direttrici ideali degli altri interventi del progetto.

FORESTA ROSSA - Una passeggiata di alberi, piccoli platani in cemento, catrame e lamiera scandirà il passaggio attraverso la vecchia scalinata d‘accesso verso Palazzo Borromeo. All‘interno della Darsena, sopra la gondola settecentesca che si intravede al di là della porta, si erge Isola un albero di fili argentati, simbolo di una natura portata in salvo e sospesa. In mezzo all‘acqua, a una ventina di metri dallo scivolo d‘attracco oltre il cancello, Fafamorgana, un albero d‘oro, di dimensioni ancora maggiori rispetto ai precedenti sembra fluttuare sull‘acqua come un miraggio, un effetto fata morgana.

BRANCO - Un branco di cani (in materiali e dimensioni diverse) forma un corridoio compresso, ordinato ma nervoso sulla scalinata che porta verso la giostra, verso Palazzo Borromeo. Alle loro spalle il panorama del lago su cui "galleggia" Fafamorgana. Ogni cane porta il nome di una città scomparsa.

DIPINTI - Alcuni dipinti con paesaggi di città fantasma in attesa tra passato e futuro, in quella dimensione immobile e infinita propria di luoghi del presente rimasti senza destino, in dialogo con gli interni storici di Palazzo Borromeo.

Foresta rossa è il nome che viene dato alla pineta attorno al parco giochi di Pripjat, soprannominata "città dei fiori", dopo il disastro di Cernobyl‘: il 26 aprile 1986 l‘area subì un fallout radioattivo che la fece dapprima virare verso il colore rosso e quindi morire. Nonostante ciò, nel periodo successivo, le vicine foreste di betulle e pioppi restarono verdi e continuarono a vivere, anzi, grazie all‘assenza forzata di ogni attività umana, questo spazio è diventato un‘oasi ecologica per piante e animali: senza industrializzazione e inquinamento la natura si è ripresa, arrivando a offrire biodiversità ricchissime. Il fulcro della radioattività era proprio il parco giochi: una giostra che non si è mai mossa (l‘inaugurazione era prevista per l‘1 maggio 1986) troneggia al centro della piazza, a Pripjat.

Informazioni tecniche: PLAYTIME, 2012, tessitura metallica, alluminio e corda, dimensioni della circonferenza del cerchio ideale che formano i tiranti a un terzo della loro lunghezza verso l‘albero; ZOETROPE, 2011, bronzo e canapa, 350 cm di diametro; FORESTA ROSSA, 2011/2012, installazione di 21 alberi in ferro, lamiera, 120x100x100 cm circa; ISOLA, 2012, ferro e filo d‘acciaio, 180 x 120 x 120 cm; FATAMORGANA, 2012, alluminio e tessitura metalliche montato su traliccio subacqueo, 400x220x220 cm; BRANCO, 2003/2012, installazione composta da 42 sculture, misure e materiali diversi (ferro, cemento, catrame, lamiera, piombo); DIPINTI, 2011/2012, 8 tele, tecniche miste, dimensioni varie; SCUOLA, 2011, ferro e lamiera smaltata, 75x90x120 cm; FIORE, 2011 ferro, tessitura metallica e filo d‘acciaio, 250x160x300 cm; NOTTE, 2008, ferro e lamiera, 175x104x93cm; SBARCO, 2010, bronzo, alluminio e acciaio, 260x90x1450 cm

Catalogo: Skira. A cura di Luca Molinari

Info: forestarossa@velascovitali.com - www.velascovitali.com.