Se mi vuoi bene: una commedia sulla difficoltà dei rapporti umani al tempo degli smartphone

16/10/2019

Se i produttori avessero chiesto a degli adolescenti di trovare il titolo di questo film, probabilmente sarebbe stato “Se MVB”. Ormai è tale l’abitudine di parlare (anzi, chattare) per sigle che nessun ragazzo perde più tempo a dire (anzi, digitare) “Ti voglio bene”.

Questa freddezza e digitalizzazione dei rapporti umani è il tema conduttore di “Se mi vuoi bene”, o meglio la situazione di partenza che Diego, il protagonista del film interpretato da un sempre ottimo Claudio Bisio, capisce essere uno dei motivi principali della sua depressione.

Brevi e sporadici contatti telefonici sono tutto ciò che ancora lo lega alla cerchia più ristretta di parenti: la moglie da cui è separato, la figlia che vive solo per il lavoro, i genitori a loro volta divisi e immersi nei loro hobby, il tennis per il padre e i gatti per la madre. Non va molto meglio con gli amici: una coetanea single che ancora aspetta il principe azzurro, una coppia marito-moglie dai gusti opposti che non fa che litigare.

Dopo un tentativo di suicidio fallito comicamente, Diego capita per caso davanti a un negozio dalla curiosa insegna di “Chiacchiere” e incuriosito vi incontra lo stravagante proprietario Massimiliano (Sergio Rubini). Questi in realtà non vende nulla, se non uno spazio accogliente e la sua capacità di dialogare e far sfogare chiunque abbia voglia di parlare con lui (anche se poi non disdegna ricevere offerte libere anche consistenti. Del resto deve pur mantenere aperto il negozio e continuare a sfornare delle deliziose lingue di gatto che offre liberamente agli avventori).

Chiacchierando con Massimiliano Diego intuisce che il problema della sua depressione consiste proprio nel mantenere rapporti così sfuggenti con chi gli dovrebbe stare a cuore, e decide che ora lo scopo della sua vita sarà dimostrare quanto vuole loro bene aiutandoli a superare le circostanze che intralciano le loro vite.

Con l’aiuto di Massimiliano stesso e di Edoardo (Flavio Insinna), un altro sfaccendato frequentatore del negozio di chiacchiere, Diego mette in atto tutta una serie di trucchi che dovrebbero fornire alle sue vittime la soluzione ai loro problemi su di un piatto d’argento, come se fossero solo fortunate coincidenze.

Ne segue tutta una serie di situazioni comiche, dove inizialmente sembra che le macchinazioni di Diego vadano a buon fine, ma poi una ad una apportano ai destinatari guai ancora peggiori di quelli che lui voleva sanare. E quel che è peggio, ogni volta l’ideatore dei sotterfugi viene smascherato, col risultato che parenti ed amici prendono ancora più le distanze da Diego.

Naturalmente, come è lecito aspettarsi da una commedia sentimentale, non solo alla fine le cose si aggiustano ma Diego scopre che non c’era nessun bisogno di trovare un finto pretendente per l’amica single, per risollevare la sua autostima, visto che il vero partner ideale è proprio lui.

Se mi vuoi bene è una simpatica commedia, mai volgare, che sotto la patina (riuscita) di comicità fa riflettere sui guasti creati da una società sempre più indaffarata e sempre più isolata, dove sugli autobus vedi solo individui ognuno con lo sguardo fisso al proprio telefonino, persone che comunicano con gli altri solo a forza di emoticon.

Il negozio di chiacchiere (che ci ha ricordato molto la pasticceria di Chocolat, altro negozio che faceva da catalizzatore per smussare i rapporti umani) è una metafora di quella capacità di dialogo e di vicinanza affettiva che faremmo bene a recuperare tutti.

Il film, diretto da Fausto Brizzi, è interpretato da Claudio Bisio, Sergio Rubini, Dino Abbrescia, Lorena Cacciatore, Valeria Fabrizi, Flavio Insinna, Susy Laude, Maria Amelia Monti, Lucia Ocone, Cochi Ponzoni, Memo Remigi, Elena Santarelli, Gian Marco Tognazzi.

Il film Se mi vuoi bene è in sala da domani 17 ottobre.

Ugo Dell’Arciprete