Raccolto Amaro di George Mendeluk

27/11/2018

Come è ben noto, la storia la scrivono i vincitori, e una delle tristi conseguenze di questo principio è che mentre alcune vittime di terribili ingiustizie hanno almeno il conforto di vedere a posteriori la propria tragica storia conosciuta ed onorata in tutto il mondo, altre finiscono nell’oblio o devono attendere decenni prima che il loro sacrificio venga tardivamente e parzialmente ricordato.

Così, mentre l’Olocausto ebraico - giustamente, per carità - viene regolarmente commemorato con giornate della memoria e visite delle scolaresche agli ex-campi di sterminio, il genocidio degli Armeni ad opera dei Turchi nel 1915 e peggio ancora quello degli Ucraini ad opera del regime comunista di Stalin sono pressoché sconosciuti se non agli storici.

Alla tragedia ucraina è dedicato RACCOLTO AMARO, in versione originale HOLODOMOR, traducibile con “morte per fame”. Tragedia che molto probabilmente causò ancora più morti dell’Olocausto ebraico, anche se non è facile affermarlo poiché, mentre i nazisti tenevano una contabilità precisa - tutta tedesca - delle loro vittime, gli Ucraini morivano nei loro campi, nelle foreste, nei villaggi sperduti, e un conteggio dei morti si è potuto fare solo su basi di demografia statistica.

L’origine del dramma fu duplice: da una parte la voglia di libertà degli Ucraini, che dopo essere stati per tanto tempo sotto il giogo degli zar avevano conquistato l’indipendenza al termine della prima guerra mondiale e non volevano assoggettarsi di nuovo all’Unione Sovietica; dall’altra la volontà di Stalin di alimentare in ogni modo possibile la crescente potenza dell’URSS, procurandosi valuta pregiata vendendo a Occidente i ricchi raccolti di grano della fertile Ucraina.

I piani di Stalin furono minacciati dalle rivolte rurali e oltre la metà di tali proteste ebbe luogo in Ucraina. Il dittatore dei comunisti progettò allora una risposta spietata, creando una fame artificiale. Negli anni dal 1932 al 1933 milioni di ucraini morirono dopo un lungo assedio subito dalle truppe sovietiche, che confiscarono non solo pane, ma ogni cosa commestibile posseduta dalle famiglie ucraine. Nel giugno del 1933 circa 24 ucraini morivano ogni minuto per la fame. E questo nonostante che anche in Ucraina molti avessero accolto con favore la Rivoluzione di Ottobre, e che fosse nato anche lì un importante partito comunista.

Questo è dunque lo scenario storico nel quale si svolge la trama di RACCOLTO AMARO, film, diciamo subito, che ha soprattutto il merito di dare visibilità al dramma storico, mentre la vicenda in primo piano è una storia d’amore piuttosto scontata. Il protagonista, Yuri, è un giovane con talento artistico che nel suo villaggio di campagna sogna solo di sposare la sua amata Natalka e trasferirsi a Kiev per andare all’Accademia e affermarsi come pittore. Purtroppo ha inizio la confisca del grano da parte dei bolscevichi e Yuri, mentre dapprima cerca di fare comunque la sua vita, alla fine non può non capire come le condizioni dell’Ucraina stiano diventando insostenibili ed entra nel mirino della polizia sovietica che lo arresta.

Fuggito di prigione in modo rocambolesco, Yuri ritrova lo spirito battagliero della sua famiglia (il nonno era stato un famoso combattente) e riesce a tornare al suo villaggio, ritrovare Natalka e fuggire con lei fino in Polonia, dove saranno finalmente in salvo.

La vicenda di Yuri e Natalka non riesce però ad appassionare, apparendo fin troppo scontata con la trasformazione del timido pittore in guerrigliero ed il lieto fine con la sua amata. Risulta anche poco credibile che, in mezzo a tante persone che morivano veramente di fame (e in internet si possono trovare fotografie dell’epoca con veri scheletri viventi, del tutto simili a quelli trovati ad Auschwitz al momento della liberazione), Yuri ritrovi invece una Natalka un po’ sfiorita sì, ma tutto sommato bene in carne.

RACCOLTO AMARO è in sostanza un film dove conta più lo sfondo dei protagonisti in primo piano, ma è uno sfondo così tremendo che da solo vale il film.

Il film, diretto da George Mendeluk, è interpretato da Max Irons, Samantha Barks, Barry Pepper, Terence Stamp, Tamer Hassan, Lucy Brown.

Ugo Dell’Arciprete