Foscarini: BE/COLOUR!

25/10/2018

Martedì 16 ottobre, nello showroom Foscarini Spazio Brera di Milano, Ferruccio Laviani, designer, Pietro C. Marani, storico e critico d'arte, docente al Politecnico, e Carlo Urbinati, presidente di Foscarini, hanno discusso del colore, analizzato nella sua capacità di modificare la percezione della realtà, rendendola diversa e inaspettata.

Le protagoniste dell'allestimento ed anche della serata sono state le nuove lampade della capsule collection BE/COLOUR! firmata da Ferruccio Laviani, che reinterpreta, in chiave cromatica, alcune tra le lampade più amate, svelandone una personalità inedita.

Pietro C. Marani ha sottolineato la concezione del colore nei secoli, affrontata in alcuni testi fondamentali - da Leon Battista Alberti a Leonardo da Vinci, fino a Goethe - dove il rapporto tra luce e colore ha trovato le sue formulazioni teoriche e critiche.

La passione per il colore non è una novità per Foscarini, che ha sempre riservato un ruolo di primo piano a questo importante elemento del progetto, costitutivo e non accessorio.

Progettare con il colore significa considerare non solo ciò che è al centro, ma anche ciò che gli si trova accanto e intorno. - ha spiegato Carlo Urbinati - Da sempre, noi offriamo proposte prima che risposte. Facciamo ciò che amiamo fare e siamo ciò che vogliamo essere. E Foscarini è colore. Colore pieno, colore emozionale, colore su colore, colore che è una dichiarazione: di intenti, ma anche di sentimenti.

La dialettica cromatica, portata all'estremo nelle coppie di colori, viene esplorata nella collezione BE/COLOUR di Ferruccio Laviani, la capsule collection che reinterpreta - rispettando l'ispirazione creativa da cui sono nati - modelli come Magneto di Giulio Iacchetti, Twiggy di Marc Sadler, Binic di Ionna Vautrin, Gregg di Ludovica + Roberto Palomba, Bahia di Lucidi Pevere.

Il colore è stato solo recentemente sdoganato - ha osservato Ferruccio Laviani - da quei retaggi razionalisti che lo hanno sempre considerato qualcosa di accessorio, non fondamentale, rimanendo al massimo nell'ambito della declinazione dei singoli colori primari. È stato solo con l'avvento del Postmoderno e soprattutto con Memphis ed Alchimia che si sono introdotte palette di tinte inusuali, con abbinamenti fuori dagli schemi. Il tema del colore e la sua presenza nel design industriale contemporaneo diventa così un argomento importante nella progettazione e uno degli elementi principali di ogni nuova collezione.