Tutti in piedi di Franck Dubosc

03/10/2018

Il tema della disabilità è sempre un tema sensibile, e non è facile sfruttarlo come struttura portante di un film. Si può farlo con garbata comicità, come nell’ottimo Non guardarmi: non ti sento del 1989, con la brillante interpretazione di Richard Pryor e Gene Wilder, o con toni decisamente più drammatici come nel più remoto Tornando a casa, con gli intensi caratteri impersonati da Jane Fonda e Jon Voight.

Anche Tutti in piedi è sicuramente strutturato in modo da trattare la disabilità in modo politicamente corretto, mischiando gli aspetti comici della “doppia personalità” assunta dal protagonista con gli aspetti sentimentali dell’innamoramento cui, questo è il messaggio, i disabili hanno pieno diritto come tutte le persone.

Il protagonista Jocelyn (Franck Dubosc, che è anche regista e sceneggiatore del film, in un moltiplicarsi di ruoli nella realtà che sembrerebbe richiedere una abilità alla Brachetti anche più dei cambi di personaggio nel film) è un uomo d’affari di successo, un inguaribile seduttore e un bugiardo incallito. Un giorno, mentre esamina cosa sia rimasto nella casa della madre morta di recente, si siede distrattamente sulla sedia a rotelle che usava l’anziana, e lì viene sorpreso dalla giovane e sexy Julie (Caroline Anglade), vicina di casa della defunta madre.

Julie lo scambia così per un disabile e Jocelyn, cui non sembra vero di poter sfruttare il malinteso per corteggiare la bella ragazza, nulla fa per chiarire la situazione. L’equivoco, che inizialmente sembra essere solo un gioco divertente, diventa maledettamente complicato quando Julie gli presenta sua sorella Florence (Alexandra Lamy) che, costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale, non ha perso la voglia di vivere a pieno e sembra abbattere qualsiasi barriera col suo irresistibile sorriso.

Florence è una brillante violinista che nonostante l’handicap ha una intensa vita artistica, partecipando a concerti anche all’estero. E soprattutto ha un sorriso radioso che sembra dire “Non mi compatite, io vivo una vita fantastica, probabilmente molto più serena di tanti ‘normali’ alle prese con preoccupazioni di lavoro, di soldi, di affetti mancanti”. Jocelyn questa volta sente vacillare il suo stereotipo di tombeur de femmes e per poter continuare a frequentare Florence, in bilico sull’esile filo di una insostenibile bugia, si inventa una doppia vita: una in piedi e una sulla sedia a rotelle.

A complicare le cose entra in gioco un altro personaggio femminile, Marie (Elsa Zylberstein), la segretaria personale di Jocelyn, segretamente innamorata del suo capo ma delusa in queste aspettative da lui che sembra vedere in lei solo la fredda ed efficiente collaboratrice, ignorando qualsiasi connotazione personale.

Preso nel triangolo delle tre donne, a due delle quali deve presentarsi come disabile e alla terza come invece il solito capo fin troppo atletico (Jocelyn si allena tra l’altro per fare la maratona di New York), il nostro eroe deve barcamenarsi in situazioni equivoche sempre più insostenibili, fino alla inevitabile scoperta della realtà. Ma se la reazione di Julie è - giustamente - indignata e violenta, con Florence l’esito è diverso ma non lo riveliamo qui per lasciare una piccola sorpresa allo spettatore.

Il film Tutti in piedi, diretto da Franck Dubosc, è interpretato dallo stesso Franck Dubosc e da Alexandra Lamy, Elsa Zylberstein, Gérard Darmon, Caroline Anglade.

Il film è in sala dal 27 settembre.

Ugo Dell’Arciprete