A prima vista qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una parodia di Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men), il film del 2007 diretto dai fratelli Coen, vincitore nel 2008 di quattro Oscar tra cui quello come miglior film.
Invece tra i due non c’è nessun legame, se non quello dell’assonanza. Questo film di Veronesi narra la storia di due giovani italiani che vivono sulla propria pelle la triste realtà dell’Italia di oggi, che è appunto diventata una nazione matrigna verso i propri figli.
Paradossalmente, mentre infuria la polemica politica sugli arrivi interminabili sulle nostre coste di giovani o anche bambini dai paesi del terzo mondo, si svolge allo stesso tempo una tragica emigrazione dei nostri giovani, o che siano personalità brillanti che non trovano qui riconoscimento (i cosiddetti “cervelli in fuga”), o più semplicemente che siano ragazzi che a casa loro non riescono ad avere un minimo di stabilità economica e che preferiscono cercare fortuna all’estero piuttosto che vivacchiare a tempo indefinito di lavoretti precari.
L’inizio del film è un vero pugno nello stomaco, poiché durante i titoli di testa scorre una serie di presunte interviste a ragazzi/e italiani all’estero che raccontano la loro storia e il perché se n’erano andati dall’Italia. Le interviste sono chiaramente inventate a fini della sceneggiatura, ma non è difficile capire che potrebbero benissimo essere casi reali.
Lasciando comunque da parte queste malinconiche considerazioni sulla perdita di risorse della nostra società, passiamo a dire che il film è centrato sulla vicenda di due ragazzi romani. Sandro ha poco più di vent’anni, è gentile, a volte insicuro e il suo sogno segreto è diventare uno scrittore. Luciano invece è coraggioso e brillante, ma con un misterioso lato oscuro. I due si incontrano tra i tavoli di un ristorante dove lavorano entrambi come camerieri, e si rendono conto insieme che la loro vita in Italia non ha alcuna prospettiva.
Divenuti amici decidono, presi da un’euforica incoscienza, di cercare un futuro a Cuba, dove puntano ad aprire un ristorante italiano che, grazie alle nuove ma limitate concessioni governative, offra ai clienti il wi-fi ancora raro sull'isola. Farà loro da supporto sull’isola Nora, una strana ragazza italiana che aveva avuto un legame con un giovane cubano e che dopo la sua morte è rimasta all’Avana come figlia adottiva della famiglia del fidanzato.
La novità di un ambiente così diverso, in cui i due giovani vengono a conoscere persone di tutti i tipi, farà presto esplodere le differenze di carattere dei due. Attraverso scelte pericolose, violente, incontri necessari e addii pieni di silenzio, Sandro riuscirà alla fine a coronare i suoi sogni sia sentimentali sia “commerciali”, mentre Luciano nell’inseguimento di effimere affermazioni troverà la sua fine.
Non è un paese per giovani racconta la tenacia e la bellezza di una generazione che anche se privata di un luogo dove diventare grandi non si lascia spegnere. Le avventure di Sandro, Luciano e Nora si lasciano seguire con interesse da parte dello spettatore, ma nonostante il parziale lieto fine è difficile uscire dalla sala senza la consapevolezza che ci stiamo giocando il futuro dei nostri figli.
Il film, diretto da Giovanni VERONESI, è interpretato da Filippo SCICCHITANO, Giovanni ANZALDO, Sara SERRAIOCCO, Sergio RUBINI e Nino FRASSICA. È in sala dal 23 marzo.
Ugo Dell’Arciprete