Milano, Elfo Puccini, sala Bausch: Dove sei, o musa

07/11/2016

Da domani, 8, fino al 20 novembre, nella sala Bausch dell'Elfo Puccini, va in scena “Dove sei, o musa”, sonetti di William Shakespeare, tradotti da Giovanni Cecchin.

Un viaggio emozionante tra le parole dei Sonetti di Shakespeare e le musiche di John Dowland, che prendono corpo attraverso la voce di Elena Russo Arman - qui anche regista - e la chitarra di Alessandra Novaga, che esegue dal vivo le trascrizioni di componimenti scritti originariamente per liuto. In scena voce e chitarra si alternano in un rimbalzo di emozioni, stati d’animo, allegorie e sentimenti.

L’Amore è protagonista in tutti i suoi aspetti: è inafferrabile, tradito, tormentoso, ma anche virtuoso e sublime. Che si assista alle vicende drammatiche delle tragedie, che ci si imbatta negli incantesimi del folletto Puck, che si parli di re e di regine, di corti o di mondi fatati, i temi affrontati da Shakespeare sono quelli che da sempre coinvolgono il pensiero dell’uomo: l’amore, la morte, il tempo che fugge. Tanto dell’animo umano nelle sue pièce, ma nulla di quello del suo autore.

I suoi sonetti, che si presentano come una delle raccolte poetiche più misteriose, costituiscono una fonte di approfondimento dei temi a lui cari, ricca di riferimenti enigmatici che sembrano condurre a rivelazioni autobiografiche mai pienamente decodificate.

La tentazione è dunque quella di rintracciare un po’ dell’animo di Shakespeare all’interno di questa raccolta di 154 composizioni in rima, scritte tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, pubblicate per la prima volta nel 1609. La maggior parte dei componimenti è indirizzata a un giovane bello, forte, raffinato di cui forse Shakespeare era innamorato, fatto che ha creato non pochi imbarazzi a critici ed editori che hanno persino tentato, quarant’anni dopo la sua morte, di pubblicare la raccolta cambiando destinatario da un lui a una lei.

“Dove sei, o musa” ripercorre, attraverso 22 sonetti e 10 brani musicali, un’ipotetica vicenda dove l’Amore e l’Amicizia sono narrati con passione e dolcezza. L’Amore, inizialmente appagato e contraccambiato, rivela ben presto la sua duplice faccia. Il timore che esso finisca, i patimenti e la gelosia diventano un tormento di cui il poeta non sa liberarsi.

La definizione più bella dei Sonetti del Bardo di sicuro l’ha trovata Wordsworth: ‘La chiave con la quale Shakespeare ha aperto il suo cuore’. (...) Essi hanno una lucentezza, una eleganza formale che altri non conoscono. Per avvicinarsi alla loro grandezza bisogna tornare al Canzoniere di Petrarca. - ha scritto Domenico Rigotti su Avvenire - Il fatto è che essi toccano davvero il nostro cuore. E dell’amore tutto approfondiscono. La passione, ma anche le illusioni, i tradimenti e le ferite della separazione. La loro lettura apre orizzonti infiniti, ma forse ancora di più se ne coglie la magia se li ascoltiamo «recitati» dal vivo come avviene da parte di Elena Russo Arman alla Sala Bausch dell’Elfo.

I più bei versi d’amore - ha scritto Sara Chiappori, La Repubblica - mai scritti in uno spettacolo che ne regge con grazia la sublime grazia poetica.

Ventidue sonetti di Shakespeare intrecciati con brani di musiche di John Dowland eseguite in scena dalla brava Alessandra Novaga. - scrive Magda Poli, Corriere della Sera - Elena Russo Arman disegna una inquieta favola nera.

Info, prenotazioni: Elfo Puccini, sala Bausch - corso Buenos Aires 33, Milano - lunedì/sabato ore 19:30, domenica ore 15:30 - biglietto intero 32.50€, martedì 21.50€, ridotto giovani e anziani 17 € - tel 0200660606 - www.elfo.org