Milano, Piccolo Teatro Studio: Calderón castigliano-partenopeo, il primo Pasolini per il teatro

08/02/2016

Il castigliano incrocia il dialetto partenopeo nel ”Calderón” di Pier Paolo Pasolini che arriva al Piccolo Teatro Studio, dal 9 al 21 febbraio, con la regia di Francesco Saponaro, spettacolo prodotto da Teatri Uniti, in collaborazione con l’Università della Calabria.

Il dramma di Pasolini, idealmente ispirato a La vida es sueño di Calderón de la Barca, ambienta l’azione in Spagna, ai tempi del franchismo, in tre contesti sociali diversi - aristocratico, proletario, medioborghese - e mette in scena il tema dell'impossibilità di evadere dall’universo costrittivo della propria condizione sociale.

La grande forza intellettuale di Pasolini - spiega il regista Francesco Saponaro - è quella di avere riferimenti altissimi ed essere, allo stesso tempo, uno spirito innamorato della vitalità, anche plebea, della sua forza pulsionale. Lavorare sul Calderón è una sfida, innanzitutto per la complessità del testo di Pasolini, il primo scritto per il teatro. Un dramma pervaso dal rapporto feroce tra individuo e potere, dal dubbio e dallo smarrimento, in una costante alternanza fra realtà e allucinazione.

A fare da sfondo alla vicenda è il capolavoro Las Meninas di Velázquez, dipinto prepotente e ambiguo, che rimanda al profondo rapporto dell'autore con le arti figurative.

Un copione sovversivo - aggiunge Saponaro - perché accompagna le regole del teatro convenzionale borghese, che negli anni ’60 andava per la maggiore, con un intreccio e una complessità linguistica che attraversano molteplici fenomeni, chiaramente derivati dalla sua esperienza intellettuale. Dalla pittura alla psicoanalisi, il sogno come “viaggio persecutorio” che trasporta il personaggio di Rosaura, dapprima ricca aristocratica, poi prostituta, infine piccolo borghese, attraverso identità e contesti sociali diversi. È questa stratificazione e moltiplicazione dei segni - che continua ad attraversare il mio lavoro con Teatri Uniti - ad affascinarmi, perché ci obbliga al dialogo con linguaggi espressivi differenti di cui è carica l'intera poetica di Pasolini e indirizza la messa in scena, fino alla vertigine del flamenco come danza di libertà, sul versante del rapporto serrato tra cinema e teatro, già dalla scelta degli interpreti.

Dopo la felice esperienza del 2014 con “Dolore sotto chiave” di Eduardo De Filippo, l’allestimento di “Calderón” di Pasolini è frutto di un nuovo progetto di residenza creativa al quale ha partecipato attivamente un gruppo di studenti dell’Università della Calabria, partner ormai consolidato dell’attività di Teatri Uniti, dai tempi del primo laboratorio drammaturgico condotto nel 2007 da Francesco Saponaro per la creazione di “Chiòve” di Pau Mirò, nella traduzione napoletana di Enrico Ianniello, fino alla realizzazione al Teatro Unical della versione filmata diretta da Massimiliano Pacifico di Toni Servillo legge Napoli, recentemente trasmessa da Rai5.

Martedì 16 febbraio, alle ore 17, nel Chiostro di via Rovello, in occasione delle repliche di Calderón, la compagnia incontrerà il pubblico. L’ingresso è libero.

Info e prenotazioni: Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia Francesco Saponaro, con Maria Laila Fernandez, Clio Cipolletta, Andrea Renzi, Francesco Maria Cordella, Luigi Bignone e la partecipazione filmata di Anna Bonaiuto, produzione Teatri Uniti in collaborazione con Università della Calabria - Piccolo Teatro Studio Melato, via Rivoli 6, M2 Lanza, Milano - dal 9 al 21 febbraio 2016 - martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.00; lunedì riposo - 1 ora e 45 minuti senza intervallo - platea 33 euro, balconata 26 euro - tel 848800304 - www.piccoloteatro.org