Muggia, Museo d’Arte Moderna Ugo Carà: mostra di Claudia Raza

03/07/2015

Oggi, venerdì 3 luglio, ore 19, al Museo d'Arte Moderna Ugo Carà di Muggia (TS) viene inaugurata la mostra “Verso l'infinito” della pittrice Claudia Raza, organizzata dal Comune di Muggia, Assessorato alla Cultura, ed introdotta sul piano critico dall’arch. Marianna Accerboni.

Fino al 26 luglio la rassegna propone una trentina di opere realizzate dall’artista dalla fine degli anni ’90 a oggi e suddivise in tre tematiche: le scritture dipinte, i libri d’artista e i canneti.

Il poetico sentire - scrive Accerboni - si traduce nelle anime elette in forme diverse e biunivoche: così accade per la bella Claudia Raza, nei cui verdi occhi scintillano dolcezza e fermezza, lirismo, entusiasmo, misura e riflessione, dolce rigore. Nata in una famiglia di architetti, l’artista declina, con delicata tenacia e prolifica laboriosità, la sua interpretazione del reale in tre ambiti diversi: la pittura, in seno alla quale vanno collocati anche il disegno e l’amata incisione; la poesia, persuasiva, profonda e riservata - così come lo è la figurazione - commovente nella sua essenzialità e nella sua apparente semplicità. E poi ci sono i libri d’artista, piccoli autentici capolavori, personalissimi e variegati, che a volte sfiorano il concetto di scultura e di bassorilievo: in questi deliziosi oggetti d’arte, realizzati per la maggior parte con carta fatta a mano dall’artista stessa o in carta finlandese con finezze particolari come il legnetto di sommaco che fa da chiusura al libro sul Carso, la Raza riesce a comporre una simbiosi perfetta tra pittura e (spesso) figurazione da un canto ed espressione poetica e letteraria dall’altro. ”Adornando” - è il caso di dirlo - o sottolineando queste calibrate, sobrie ed eleganti composizioni attraverso intrecci di segni e intarsi di calligrafie antiche come la carolingia od onciale o più contemporanee come quella realizzata con i caratteri mobili. Ed ecco quindi lo svelarsi della duplice natura dell’artista e delle sue inclinazioni più proprie: la capacità di raccontare attraverso il pennello e la scrittura. Una variegata ispirazione creativa caratterizza in particolare i suoi libri d’artista, una cinquantina d’esemplari creati compendiando - ancora una volta - semplicità e raffinatezza. Attraverso di essi la Raza si racconta, ricordando per esempio la propria giovinezza a Cividale, città antica e colta, ricca di storia, di forza, connotata da spartana eleganza e note longobarde; oppure interpreta i versi di Neruda attraverso la xilografia, o ancora Montale e la Dickinson, i burattini di Podrecca, il tema dei Tarocchi, il fascino di Venezia … La natura si pone quale primo motivo ispiratore dell’arte della Raza, anche quando non è presente in modo del tutto esplicito, e viene da lei interpretata con grande sensibilità e istintiva competenza tecnica: Claudia è capace di cogliere i dettagli segreti del dato naturale, i palpiti più silenziosi, i momenti di deflagrazione come i temporali e la luce abbagliante e avvincente che rendono vitale il paesaggio. Attraverso quest’ultimo tema, al quale l’artista s’intuisce avvinta in una sorta d’istintiva simbiosi, Claudia scivola nell’infinito delle parole non dette oppure appena sussurrate, che si traducono in simboli pervicaci e autobiografici della vita: una scrittura antica e simbolica, attraverso la quale la pittrice si racconta, formulando un’iterazione del segno che sfiora talvolta il concetto d’informale e si rigenera di continuo, passando da quadro a quadro come un vortice d’energia infinita. Scrittura antica e una personale declinazione del segno espressionista contemporaneo caratterizzano i suoi lavori calligrafici, iniziati nel 2003 e sempre giocati sul filo della misura, però con una capacità estrema di fantasticare, rammentare, riflettere, interpretare. Ed energia è forse il termine più adeguato per descrivere il filo essenziale che collega tutti i suoi lavori, in cui risuona una musica dal sapore e dal ritmo eterni, che in sostanza interpretano e rappresentano il ciclo infinito del divenire della vita, che scorre nei fiumi, nei laghi, nei canneti, spesso mossi dal vento, iniziati nel 2000 con l’acquerello per poi passare all’acrilico su tela, che rappresentano uno degli eleganti e sobri Leitmotiv dell’artista. Un’energia speciale percorre per esempio come un fremito di vento e un ritmo sempre diversi - e tuttavia coerenti - anche i delicati libri d’artista, variegati non solo per la finezza e la sobria varietà dei materiali, in rapporto ai quali la Raza svolge ogni volta instancabilmente un’attenta e appassionata ricerca, ma anche per la molteplicità dei temi trattati. Passione è poi un’altra parola chiave che ci chiarisce la creatività della Raza e percorre come un fiume sotterraneo e segreto la superficie cromatica e tonale dei suoi dipinti e dei disegni, dei libri d’artista, delle scritture e dei versi. Talento è infine un termine d’obbligo - conclude Accerboni - per definire un’artista instancabile, meditativa ma nel contempo istintiva, che con misura e sottile approccio lirico coglie l’essenza del reale e lo tramuta in racconto di parole, di luce e d’immagini delicate e intense, come un libero volo verso l’infinito.

Info: Museo d’Arte Moderna Ugo Carà - via Roma 9, 34015, Muggia (TS) - dal 3 al 26 luglio 2015, da martedì a venerdì 18 / 20; sabato 10 / 12 e 18 / 20; domenica e festivi 10 / 12 - ufficio.cultura@comunedimuggia.ts.itwww.benvenutiamuggia.eu