Finding Happiness di Ted Nicolaou

20 novembre 2014

“Finding Happiness” non è un film di tipo classico con una sceneggiatura, una trama, uno svolgimento che sia romantico, comico, thriller o quant’altro. In realtà è un bel documentario che ci mostra come si svolge la vita reale nell'Ananda World Brotherhood Village, con appena un minimo di personaggi inventati di contorno.

Film di questo tipo sono spesso chiamati docu-film, e quasi sempre hanno un carattere politico di critica ad aspetti controversi della società contemporanea. Famose in questo senso sono le opere di Michael Moore come The Big One o Sicko, oppure in Italia di Sabina Guzzanti come Draquila.

Tutt’altra cosa troviamo in “Finding Happiness”, dove l’accento non è messo sui mali della società, anche se questi vengono citati, come ad esempio l’egoismo e l’avidità, ma mai con il tono di voler condannare chi pratica questi comportamenti, bensì allo scopo di dimostrare come il superamento dei comportamenti stessi può condurre a vivere una vita davvero felice.

Nella finzione del film vediamo la giornalista Juliet, una reporter specializzata in fatti di cronaca, ricevere un insolito (e non gradito) incarico dal capo della sua rivista: dovrà visitare la comunità Ananda nel nord della California, dove, nel corso dei cinquanta anni della sua esistenza, sono state sviluppate soluzioni alternative ai problemi del mondo.

Con una certa dose di scetticismo e un pizzico di curiosità, Juliet si lancia in un viaggio professionale e al tempo stesso personale, che le aprirà gli occhi e le cambierà la vita. Accolta all’aeroporto di Sacramento ed accompagnata al villaggio, Juliet viene fatta incontrare con Swami Kriyananda, il fondatore della comunità, che la accoglie con grande gentilezza e la incoraggia a incontrare liberamente i residenti e a tornare da lui alla fine del suo soggiorno, per domande e commenti

Da qui in poi, anche se l’apparente protagonista del film è Juliet, i veri protagonisti diventano la comunità stessa ed i personaggi che vi abitano, tutti ripresi nel film con il vero nome ed il vero ruolo che svolgono realmente nella comunità. Mentre le ricerche di Juliet proseguono, emerge un ritratto ispirante della comunità costituita da un gruppo di uomini e donne che hanno fatto un viaggio personale dall'idealismo alla trasformazione interiore, sviluppando soluzioni per uno stile di vita sostenibile, armonioso ed interiormente appagante.

Juliet entra così nel cuore della vita comunitaria, inizia a praticare yoga e meditazione, comincia a porre domande sul karma, sulla reincarnazione e sulla morte. Incontra il fondatore del locale sistema scolastico ed educativo, fa conoscenza con l'agricoltura biologica, intervista un ingegnere che sta sviluppando una nuova tecnologia per energia sostenibile e infine incontra un famoso ambientalista ed educatore.

In questi incontri personali e sinceri Juliet riceve non solo preziose informazioni, ma anche risposte per la sua ricerca interiore. La saggezza garbata di Swami Kriyananda l'aiuta a trovare quelle verità eterne che hanno il potere di trasformarle la vita. Sperimenta così come la gentilezza, il servizio, il rispetto e lo sforzo cosciente di lavorare in modo cooperativo, possono cambiare la prospettiva delle persone e la qualità delle loro vite. Dopo una sola settimana, Juliet è profondamente cambiata, ha imparato molto e ha compreso quale valore abbia questo nuovo stile di vita per il futuro.

Pur nella sua breve durata di circa 90 minuti “Finding Happiness” colpisce profondamente lo spettatore, che non può fare a meno di chiedersi come mai un modo di vivere così idilliaco non trovi rapidamente una diffusione ben più vasta di quella che ha attualmente. Ad ogni modo per gli spettatori italiani che volessero approfondire e magari mettere in pratica le proposte della comunità segnaliamo che un centro Ananda esiste anche in Italia, presso Assisi. (www.ananda.it)./

Il film “Finding Happiness” è diretto da Ted Nicolaou. Gli unici attori professionisti sono Elisabeth Röhm che interpreta Juliet e John M. Jackson che interpreta Jim, il direttore della rivista. Tutti gli altri sono veri membri della comunità Amanda, presentati con il loro vero nome, a partire da Swami Kriyananda. Il film è in sala dal 20 novembre.

Ugo Dell’Arciprete