A Milano Francesco Bettoni, presidente di Unioncamere Lombardia, insieme a Regione Lombardia e in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura, ha presentato i dati congiunturali del settore agricolo relativi al II trimestre 2014. L’analisi segnala un timido miglioramento del comparto, già registrato nel primo trimestre dell'anno, offuscato, però, dalle conseguenze della crisi tra Ucraina e Russia (sanzioni penalizzanti per l'agricoltura, europea e lombarda), dal maltempo e da un livello costante di caduta dei consumi interni.

In un quadro complessivo, che rimane critico per l'agricoltura regionale, si confermano alcuni segnali positivi già emersi nel primo trimestre, legati soprattutto alla tenuta dei prezzi di alcuni prodotti importanti e all'ottimo andamento delle esportazioni, che si riflettono in una tendenza al rialzo dei fatturati. Rimangono, però, negative le valutazioni sulla redditività dell'azienda, compromessa da un livello dei costi che si mantiene molto elevato e da una domanda nazionale che non dà segni di risveglio. Un ruolo positivo è svolto dal settore lattiero-caseario, comparto fondamentale del sistema agricolo lombardo, che, grazie al buon livello del prezzo del latte alla stalla, delle quotazioni del Grana Padano e alla continua crescita dell'export, evidenzia una situazione migliore rispetto al 2013; tuttavia anche per questo settore le prospettive a breve termine non sono incoraggianti. Analisi, però, che per come è evoluta la situazione internazionale dai primi di agosto andrebbe attualizzata.

Le politiche adottate dalla Ue - ha detto Bettoni - si sono rilevate "pannicelli caldi". "Non si sono ancora resi conto che siamo in guerra - ha detto - e in un clima di guerra si adottano provvedimenti drastici, per sostenere il sistema agroalimentare europeo.

I numeri delle esportazioni in Russia non sono tali da giustificare da soli quel che sta accadendo ai mercati - gli ha fatto eco l'assessore lombardo all'Agricoltura Gianni Fava - ma l'effetto psicologico è pesante. Bettoni ha ragione: siamo in un'economia di guerra e servono misure straordinarie. Serve il mercato, comunque, perché, se poi le imprese diminuiscono e i soggetti disposti a investire son sempre meno, noi dobbiamo tutelare chi oggi c'è, nonostante non abbiano supporto e conforto dai risultati.

Oggi l'agricoltura ci sta abituando ad assistere a cambi repentini e numeri che si modificano da un giorno all'altro. - ha rilevato Fava - E dobbiamo preoccuparci di quel che accadrà nel 2015, per il mercato del latte: il timore è che, alla luce della nuova programmazione, cresceranno le aziende costrette a chiudere, a ulteriore danno per la nostra capacità di essere autosufficienti come sistema. Credo sia arrivato il momento di condividere, con le organizzazioni sindacali dei produttori, due strumenti. - ha spiegato Fava - Un grande impianto pubblico di polverizzazione del latte, proposta che il ministro Martina condivide e potrebbe sostenere economicamente. Uno strumento di regolazione del mercato che, ovviamente, agli industriali non piace. La seconda proposta riguarda il tema delle assicurazioni sull'oscillazione del prezzo: mettiamo le imprese al riparo con forme assicurative, perché non possiamo permetterci che l'agricoltore soccomba a causa del mercato. Vogliamo concordare una soluzione con le organizzazioni sindacali, che vada bene a tutti. Successivamente sarà necessario un incontro non solo con i trasformatori, ma anche con la Grande distribuzione organizzata - ha detto l'assessore lombardo - affinché il mondo agricolo abbia interlocuzione diretta con loro: finora non abbiamo mai avuto possibilità di riscontrare listini e trend di vendita. Il trasformatore parla con l'agricoltore e poi con la Gdo: è arrivato il momento di levare questo filtro. Bisogna capire qual è il valore del latte italiano sul mercato e quali sono le reali oscillazioni sulle vendite al pubblico. I bilanci dei primi 5 gruppi lattiero-caseari, relativi al primo semestre 2014, del resto, hanno risultati positivi, senza precedenti.

Info, indagine completa: www.unioncamerelombardia.it