Il mondo fino in fondo di Alessandro Lunardelli

14 novembre 2013

Capita a volte di vedere film "incompiuti". Film che si svolgono con una trama, con personaggi che fanno qualcosa, viaggiano, si incontrano, si amano, si lasciano ... e poi sul più bello il film finisce. Tanto che viene spontaneo chiedersi se il film sia stato pensato proprio così, o se invece lo sceneggiatore sia rimasto a corto di idee su come far concludere la storia.

In questi casi gli spettatori si dividono in due categorie: i sognatori, che apprezzano la cosa perchè li lascia liberi di fantasticare e immaginare come si sarebbe potuta evolvere la situazione, e i realisti che si alzano dalla poltrona del cinema sconcertati e con la sensazione di essere stati privati di una fetta del divertimento.

"Il mondo fino in fondo" è decisamente consigliabile più alla prima categoria che alla seconda. Vi si narra di Davide e Loris, due fratelli che vivono in un paesino del nord Italia. Figli di un industriale della zona, i due lavorano nella fabbrica di passamaneria di famiglia. Davide ha diciotto anni ed è gay, Loris ha quasi trent’anni e non ha idea che suo fratello sia omosessuale, per lui l’unica cosa che conta è il calcio, anzi, l’Inter. È proprio per seguire in trasferta la sua squadra del cuore che Loris chiede a Davide di andare con lui a Barcellona a vedere la partita.

In Spagna, Davide conosce Andy, cileno ed ecologista convinto, di cui si invaghisce al primo sguardo; Andy invita Davide ad andare con lui a Santiago e il ragazzo non può fare a meno di seguirlo, abbagliato forse, dall’illusione di una fuga d’amore. Arrivato in Cile, Davide entra in contatto con un mondo a lui del tutto nuovo, fatto di lotte ecologiste e di attivisti a capo dei quali c’è Ana, l’ex-ragazza di Andy. Nonostante la delusione amorosa, Davide decide di rimanere a Santiago e di iniziare una nuova vita lontano dal provincialismo natio.

Loris nel frattempo a sorpresa lo raggiunge, e mentre Andy vive varie peripezie i due fratelli insieme ad Ana iniziano una avventura on the road che li porterà fino, appunto, alla fine del mondo, ossia alla Patagonia e ai suoi ghiacciai. Quest‘ultima parte del film gioca molto soprattutto sull‘aspra bellezza dei paesaggi attraversati, enormi pianure coperte di bassa vegetazione e spazzate da venti impetuosi, con l‘incombente presenza sullo sfondo delle Ande innevate. Peccato che, arrivati davanti a uno spettacolare ghiacciaio, i protagonisti ci lascino all‘oscuro delle loro mosse successive. Loris sposerà Ana? Oppure Ana tornerà con Andy? E Davide riuscirà a far prevalere in Andy le sue tendenze gay, o sarà costretto a cercarsi un altro compagno?

Non mancano, qua e là nel film, momenti di buona comicità, con battute folgoranti, anche se sicuramente non si può dire che l‘intenzione fosse di fare un film comico. Potremmo chiamarlo un film di magnetismo, in cui personaggi originari della più piatta e conformista provincia italiana vengono poco a poco e inconsciamente attratti verso appunto "la fine del mondo", in un luogo sperduto dove, come nella migliore tradizione del road movie, avranno forse la possibilità di nutrirsi di grandi illusioni e aspirare a grandi imprese.

Il film è interpretato da Luca Marinelli, Filippo Scicchitano, Manuela Martelli. 

Ugo Dell’Arciprete