Le opere di Olimpia Biasi in mostra

17 settembre 2013

Ne è un esempio la sua ultima creazione, il libro “LAGAPANTODILUCHINO e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia”, opera letteraria in cui l’autrice ripercorre attraverso la scrittura e le illustrazioni la sua passione per il mondo naturale, scaturito dalla sua personale esperienza di vita Nella galleria di Antonia Jannone, Olimpia, pittrice per vocazione e giardiniera per "induzione", racconterà le connessioni tra le sue opere artistiche e quelle vegetali, dove regole di composizione, forma e colori si mescolano in una simbiosi vitalistica che si nutre a vicenda e si evolve in contemporanea. Saranno esposte, infatti, anche alcune delle tavole più belle contenute nel libro, oltre a una selezione di altre opere pittoriche messe a disposizione dall’artista.

È nella campagna trevigiana, in un paese fortemente ancorato alle sue antiche radici, che Olimpia ha trasformato una terra incolta in un meraviglioso giardino animato dallo spirito, dalla creatività e dal suo amore. Ha trovato un anonimo e vecchio fabbricato affacciato su una terra spoglia e gli ha ridato vita riscoprendo, sotto quei tristi intonaci, l‘antica dimora affrescata, dopo un paziente restauro curato personalmente.

Le sue piante hanno storie a volte romanzesche, caratteri diversificati, inclinazioni che si esprimono in un luogo magico tutelato da un genius loci benevolo. Le sue opere, di piccolo formato, sono distillati di umori vegetali, pensieri poetici, lampi di colore e pause di ombre colorate. Opere scaturite dalla simbiosi con il giardino, giorno dopo giorno, ora dopo ora, complice il grande gelso e il tavolo, le linfe verdi e violetto delle euforbie hanno sbavato carte pallide. I semi bruniti del finocchio, delle aquilegie, delle digitali si sono insinuate sotto la tempera bianca. Foglie nomadi, tranci di steli, pollini e insetti si sono intrappolati nel vischio del colore.

L’atmosfera del giardino è stata ricreata grazie alle importanti rose inglesi antiche e moderne che Marco Mazza, progettista di giardini ed esperto di rose, proprietario di Castello Quistini, ha portato per l’occasione. 

Olimpia Biasi, trevigiana, si è formata a Venezia con i maestri dello Spazialismo, Bacci e Gaspari. Da sempre curiosa di sperimentazione, ha attraversato linguaggi e tecniche diverse, rimanendo però fedele a una poetica naturalistica espressionista e narrativa, al margine tra figurazione e metafisica astrazione. Dal 1972 espone in personali e collettive in Italia e all’estero (Sudamerica, Stati Uniti, Giappone, Cina, ex Jugoslavia, Francia, Svizzera, Ungheria…). è presente in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, Arsenale. E alla 55° Biennale (manifestazione collaterale). Attualmente lavora con materiali di riciclo, eseguendo installazioni che hanno come tema l’energia pulsante della natura e le sue implicazioni letterarie e poetiche.