In nome della Sicilia e dell’arte contemporanea.

Di Stefano e Domenico Pellegrino di nuovo insieme

  Cultura e società   

Un sodalizio quello tra l’artista Domenico Pellegrino e l’azienda di Raffadali che si rinnova costantemente con collaborazioni e progetti accomunati dalla volontà di raccontare la Sicilia, rileggendo in chiave contemporanea la storia e la mitologia dell’isola. Questa volta, si tratta della personale di Domenico Pellegrino a cura di Rosalia Liberto e Andrea Dusio - Eracle. L’uomo, il mito, l’eroe - visitabile fino al 31 gennaio 2021 al Museo Mandalisca di Cefalù (PA), mostra di cui Di Stefano è partner, coerentemente con le scelte fatte negli ultimi anni volte a promuovere l’arte contemporanea e gli artisti siciliani.

A pochi giorni dall’anteprima nazionale della campagna natalizia 2020 della Di Stefano al Food Exp di Lecce, l’azienda è già impegnata in una nuova iniziativa, questa volta, in Sicilia, al Museo Mandalisca di Cefalù (PA) per la personale di Domenico Pellegrino, Eracle. L’uomo, il mito, l’eroe.

La mostra si presenta come un dialogo ininterrotto tra archeologia, mito e arte contemporanea in cui le forme classiche sono rilette attraverso la luce, in una visione personale che mostra un inedito sincretismo tra due linguaggi apparentemente distanti. Domenico Pellegrino scompone il mito attraverso una ricognizione e una ricerca nei reperti dell'antichità, e lo ricostruisce utilizzando il proprio linguaggio post-moderno di artista che attinge dalla tradizione dell'arte popolare siciliana per produrre una nuova cosmogonia di eroi straordinariamente umani, campioni di questo nuovo tempo in cui ci viene domandato di spingerci oltre le nostre paure.

Il sodalizio arte contemporanea e aziende non è di certo una novità. PMI, corporate, della moda, dell’energia, dell’editoria, del foof&beverage, ecc hanno capito l’importanza di associare le loro visioni aziendali con quelle di artisti al fine di avvicinare il grande pubblico a un settore spesso autoreferenziale che lamenta proprio l’assenza di fruitori outsider che dicano semplicemente e con onestà se un lavoro gli piace o meno rimandando sensazioni e feedback autentici e immediati. Sempre più sovente si sente parlare di queste collaborazioni volte a valorizzare e raccontare i luoghi in cui si vive e lavora e che, di fatto, ispirano ricerche e produzioni di artisti e imprenditori. L’idea è di raccontare un territorio, una scelta produttiva innovativa o un ritorno alle origini attraverso il linguaggio visivo contemporaneo che è capace di creare un senso comune e reciproco d’appartenenza e di condivisione valoriale.

Per il Natale 2020 la Di Stefano - ci invita a compiere un viaggio in Sicilia alla scoperta di materie prime d’eccellenza e nuove ricette, di sapori unici e genuini, di storia e mitologia riletta in chiave contemporanea dagli artisti Domenico Pellegrino e Ligama, autori delle due Capsule Collection Limited Edition di quest’anno.

Per conoscere le ricerche e i lavori di Domenico Pellegrino e Ligama più che un tradizionale studio visit è consigliabile organizzare un viaggio itinerante in Sicilia, preferibilmente in loro compagnia, cosi da entrare in contatto con il contesto naturale, storico e antropologico che tanto ispira e guida i loro lavori e le loro ricerche sempre attente al passato e al contesto attuale.

Già da anni, l’azienda siciliana di Raffadali, chiamata dagli arabi il “villaggio delle eccellenze”, sceglie l’arte contemporanea e l’artigianalità made in Sicily come simbolo delle sue produzioni, grazie alle collaborazioni con artisti, designer, stilisti e chef.

Dal 2015 ha iniziato una staffetta del bello all’insegna della valorizzazione e rivisitazione in chiave attuale della cultura e della tradizione siciliana. Dalla "truscia" con cui avvolgere il panettone della stilista Marella Ferrera che ha cucito a mano antichi tessuti di batista di cotone al piatto in legno serigrafato e alla latta salva freschezza ispirata ai personaggi simbolici dell’Opera dei Pupi dell'artista Alice Valenti; ed ancora, dal piatto in Laminan sempre a tema cavalleresco del designer Andrea Branciforti al piatto in ceramica realizzato dall’artista Domenico Pellegrino insieme a Ceramiche De Simone, infine, al dittico in vetro del 2020 dell’artista Ligama: sono queste le Capsule Collection Limited Edition Di Stefano.

Per il Natale 2020 il testimone di Alice Valenti - autrice della prima latta d’autore - passa a Domenico Pellegrino. Classe 1974, artista e pittore amante delle policromie: ha fatto delle tradizioni della sua terra il leitmotiv della sua ricerca. Unico artista siciliano presente alla 58. Biennale di Venezia del 2019 ha partecipato anche alla Biennale Arcipelago Mediterraneo. Scelto da Disney Italia per il lancio dell’ultimo film di StarWars a Milano, ha preso parte a Manifesta12 e a Palermo Capitale della Cultura. Miti greci e leggende, supereroi contemporanei, a metà tra il pop e il folk, vestiti di tradizionali decori siciliani e le luci delle feste patronali diventano/inventano un nuovo linguaggio con cui l’artista racconta il nostro tempo.

«Mi sono ispirato alla figura e alla corte di Federico II di Svevia - spiega Domenico Pellegrino - perché trovo attuale la sua visione del mondo e il suo progetto di rivoluzione culturale. Nello specifico, il soggetto scelto per la latta - il leone antropomorfo passante - è la trasposizione di una mia opera in luminaria che è mia intenzione esporre presso il Palazzo dei Normanni di Palermo per renderla fruibile al pubblico. Federico II di Svevia è stato il primo re a parlare d’inclusione e unione di popoli e culture diverse com’è testimoniato nei mosaici della Cappella Palatina e della Sala di Ruggero dove, tra le altre rappresentazioni, troviamo il leone antropomorfo passante realizzato con tessere in oro zecchino provenienti da Bisanzio simbolo della luce divina e tessere rosse simbolo della regalità. Mi sono rifatto a un Re perché volevo che questa latta fosse concepita come un dono regale carico di simboli e significati positivi legati alla cultura e alla pace tra i popoli. Ritengo che l’amore di Federico II per la Sicilia e le arti, l’avvicini virtualmente alla mia ricerca e al lavoro fatto in questi due anni con l’azienda Di Stefano, altrettanto illuminata nella sua scelta di unire il buono al bello e di valorizzare il nostro patrimonio artistico culturale e gastronomico».

L’artista palermitano, giunto alla sua seconda collaborazione con l’azienda di Raffadali, tratteggia, attraverso le sue luminarie pop folk, i contorni di un uomo che più di ogni altro rappresenta l’ingegno, la mentalità libera ed eclettica e la capacità di valorizzare e integrare le diversità tipiche della storia della Sicilia: Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi. Pellegrino rievoca la luminosa essenza della “meraviglia del mondo” disegnando sul coperchio dal fondo rosso, un leone antropomorfo passante dai contorni dorati con la zampa anteriore destra alzata, e lungo i lati, su un fondo verde, la corona imperiale: entrambi i soggetti sono chiari rimandi all’iconografia araldica e regale classica.

Il testimone del piatto associato al formato Magnum ai gusti Carrubo Classico e Mela da 3 e 5kg invece, passa da Domenico Pellegrino, autore del piatto 2019, a Ligama. Classe ‘86, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catania, diventa assistente della Cattedra di Incisione che lascia nel 2015 per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo anni di ricerca sulle tecniche di stampa, il suo percorso artistico si concentra sui pixel quali elementi che compongono l’immagine virtuale e, nel 2015, debutta con la sua prima personale 8bit. I pixel diventano mobili e macro e prendono a oggetto la sua Sicilia.

«Conosciute le intenzioni dell’azienda, la libertà d’espressione lasciata all'intuizione artistica e i nomi degli altri artisti, stilisti, designer che hanno lavorato in passato con la Di Stefano - spiega Ligama - sono stato felice di iniziare questa collaborazione. Dopo aver appreso la volontà dell’azienda di avvicinare il grande pubblico alla storia e ai miti legati al nostro territorio attraverso il linguaggio visivo contemporaneo è stato quasi naturale indirizzare la mia proposta verso il mito di Scilla e Cariddi, così autentico, cosi rappresentativo, quanto cruento.»

Ligama realizza due piatti tondi in vetro, presentati separatamente all’interno della confezione del Magnum così da sottolineare l’importanza singola e doppia di queste due ninfe destinate a diventare due creature mostruose. La leggenda racconta che Scilla (“colei che dilania”) fece innamorare di sé il pescatore Glauco che per lei respinse la maga Circe che si vendicò, trasformando Scilla in una creatura mostruosa con sei teste di cani rabbiosi e ringhianti. Scilla sconvolta si nascose in un antro delle coste calabresi seminando stragi tra i naviganti che vi passavano vicino. Cariddi (“colei che risucchia”) mangiò i buoi di Eracle e Zeus, per punirla, la trasformò in un orribile mostro che ingoiava tre volte al giorno enormi quantità d’acqua per poi sputarla, trattenendo però tutti gli esseri viventi che vi trovava. Le due figure mitologiche emergono, nei piatti di Ligama, da campiture geometriche dai colori accesi e mostrano una solennità tipica delle statue classiche. La fragilità del vetro, inoltre, rimanda a quella dei ruderi abbandonati cui Ligama dona nuovo segno e senso con i suoi interventi. Ligama si rifà all’epica greca, a Scilla e Cariddi, descritti da Omero nell’Odissea come i due mostri marini che con il moto perpetuo delle correnti scandiscono l’ingresso allo Stretto di Messina, consentendo l’accesso ai tesori dell’Isola solo ai viaggiatori più virtuosi. Ligama ritorna alle origini dell’arte figurativa. I colori e i tratti tipici della sua street art si fondono e convivono con reperti d’arte classica che si stagliano, con stridente e armonica bellezza, sullo sfondo di un murales virtuale stampato su vetro temperato.

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