BLS invita a fare attenzione ai vari tipi di mascherine e a un loro corretto utilizzo a tutela della salute

BLS: i consigli sulle mascherine

  Salute  

A causa dell’emergenza COVID-19, le mascherine e i dispositivi di protezione individuale sono diventati elementi della nostra quotidianità e lo saranno ancora di più nella fase 2 quando, per ridurre le occasioni di contagio, occorrerà indossare le mascherine per uscire di casa, nel rispetto, sempre, di comportamenti sociali e di igiene personale.

L’azienda italiana BLS, nata nel 1970 e specializzata, da oltre cinquant’anni, nella produzione di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, che vende i propri prodotti non all’utilizzatore finale ma solo a distributori autorizzati, invita gli italiani a fare attenzione ai vari tipi di mascherine e a un loro corretto utilizzo a tutela della salute.

In questo particolare periodo, BLS ha più che duplicato la produzione di mascherine FFP2 e FFP3 e stretto accordi con enti ed istituzioni nazionali per fronteggiare in maniera sinergica la minaccia epidemica.

Quali sono le differenze fra i diversi tipi di mascherine FFP1, FFP2 e FFP3?

Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici che servono a proteggere in parte se stessi e gli altri: bloccano, infatti, il propagarsi di goccioline emesse per via orale, in caso di un colpo di tosse o di uno starnuto, o semplicemente parlando. - spiega BLS - Tuttavia non garantiscono il blocco del virus disperso in aerosol in quanto non sono a tenuta sul viso dell’utilizzatore e non hanno una funzione filtrante in fase inspiratoria.

Le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3 si distinguono in primo luogo per la loro efficienza filtrante, che cresce all’aumentare del numero: le FFP1 hanno una capacità filtrante pari al 80%, le FFP2 superiore al 94% e le FFP3 superiore al 99%. In più, esse si distinguono per la presenza o meno della valvola.

Quelle senza valvola sono Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che proteggono sia chi le utilizza che gli altri, bloccando la dispersione del virus sia in entrata che in uscita, poiché sono a tenuta sul viso e sono fabbricati con un processo di “saldatura” in modo che non ci siano cuciture, perforazioni sul tessuto da cui potrebbero passare microparticelle. Per questo vengono solitamente utilizzate da medici e personale sanitario.

Le FFP1, FFP2 e FFP3 con valvola invece proteggono soltanto l’utilizzatore, perché impediscono l’ingresso del virus, ma non bloccano totalmente il virus verso l’esterno.

È necessario ricordare - precisa BLS - che le mascherine per garantire i livelli di protezione devono essere certificate.

Le mascherine chirurgiche FFP1, per esempio, sono classificate come DM (Dispositivo Medico) e sono marcate CE in accordo al regolamento europeo 2017/745 e alla normativa tecnica EN 14683:2019.

Quelle FFP2 e FFP3, invece, sono dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) e sono marcati CE in accordo al regolamento europeo 2016/425 e alla normativa tecnica EN 149:2009.

La mascherina può preservare da ogni contagio?

La mascherina non può preservare al 100% dal contagio. Il suo utilizzo va sempre accompagnato all’adozione di comportamenti sociali (mantenere le distanze) e di igiene personale (lavarsi le mani, non toccarsi viso ed occhi, ecc.) per ridurre le occasioni di contagio.

Come vanno indossate e rimosse le mascherine?

Le mascherine vanno indossate coprendo sia naso che bocca. Prima di indossarle e dopo averle rimosse è bene essersi lavati le mani. Quando si indossa un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, bisogna sempre assicurarsi il suo adattamento sul viso per garantire una tenuta ottimale, altrimenti la sua efficacia si annulla. - aggiunge BLS - Quando si tolgono, è bene ricordare che sia la superficie esterna della mascherina indossata e le mani (o i guanti) possono essere contaminati dal virus, pertanto si deve fare particolare attenzione alla manipolazione della mascherina stessa, per evitare il rischio di reinfettare o infettarsi. Bisogna quindi prima di tutto lavarsi accuratamente le mani, poi togliere la mascherina indossata sul viso utilizzando gli elastici, cercando di evitare di toccarla nella sua parte interna. Di seguito, lavarsi di nuovo le mani.

Mascherine fai-da-te e foulard: sì o no?

Uno dei due parametri per definire il livello di protezione e di efficacia di una mascherina, accanto alla resistenza respiratoria (ovvero la facilità di respirazione dell'utilizzatore), è data dal potere filtrante, cioè dalla capacità del materiale di filtrare particelle di “materia, quali, per esempio, fumi, nebbie, particolato, microrganismi, ecc. di dimensione definita, misurata come percentuale delle particelle bloccate dal materiale.

Questa capacità, però, non può essere svolta da foulard o sciarpe o mascherine in tessuto fai da te, come, ad esempio il cotone, e cucite con il filo che buca il tessuto stesso.

Le mascherine in tessuto, dunque, non sono considerate né dispositivi medici né dispositivi di protezione individuale e pertanto non hanno alcuna garanzia di proteggere le persone nel momento in cui dovessero venire a contatto con microparticelle virulente, anche per la grandezza della trama del tessuto che non ha il potere filtrante richiesto, uno dei requisiti fondamentali dei DPI.

Indossando mascherine che non garantiscono la protezione, dunque, si rischia di creare un effetto placebo drammatico e di aumentare il rischio poiché chi le indossa è convinto di essere protetto e, di conseguenza, non prende alcuni accorgimenti o attenzioni, ma, in realtà, non ha alcun tipo di barriera nei confronti del virus.

Info: www.blsgroup.com.

 Versione stampabile




Torna