Roche Diabetes Care Italy racconta le esperienze delle persone che utilizzano il sensore impiantabile per il monitoraggio in continuo della glicemia

La campagna #diabeteontheroad, la piena libertà di essere sé stessi

  Salute  

E’ partita la campagna “#diabeteontheroad - la piena libertà di essere sé stessi”, un viaggio attraverso l’Italia per scoprire come le nuove tecnologie stanno cambiando la vita delle persone con diabete.

Questa campagna è nata grazie al continuo ascolto delle persone che utilizzano i nostri device, e, in questo caso, di chi utilizza il sensore impiantabile. - commenta Massimo Balestri, Amministratore Delegato di Roche Diabetes Care Italy (a destra nella foto) - Infatti, sono state proprio loro che ci hanno raccontato come, nonostante tutte le difficoltà che si ritrovano quotidianamente ad affrontare per la gestione del diabete, il sensore impiantabile abbia permesso loro di sentirsi un po’ più liberi dalla malattia diventando uno strumento imprescindibile nella loro vita. Questo viene confermato dal 93% delle persone che una volta impiantato il sensore dichiarano di voler continuare ad utilizzarlo. C’è chi arriva al terzo, quarto, quinto re-impianto.

Nella prima edizione della la campagna #diabeteontheroad - la piena libertà di essere sé stessi, che toccherà per il momento 10 città (Milano, Brescia, Verona, Napoli, Roma, Marino, Salerno, Foggia, Potenza ed Udine) l’azienda Roche Diabetes Care Italy, pioniere nello sviluppo di tecnologie e servizi innovativi per il diabete da oltre 40 anni e leader globale nella gestione integrata del diabete, racconterà, attraverso lo schermo del filmmaker Fabio Persico, le storie e le esperienze di chi, grazie ad un piccolo sensore impiantato sottocute per il monitoraggio della glicemia in continuo, ha vissuto il cambiamento e, ora, può gestire al meglio il diabete ed essere pienamente libero di vivere la sua vita insieme e non “nonostante” il diabete.

I protagonisti di #diabeteontheraod sono persone al di là del diabete, con una gran voglia di esprimere sé stesse, tanti sogni e tante esperienze. - spiega Fabio Persico - Entrare nella vita delle persone e raccontarne la quotidianità è una sfida. Quello che mi aspetto nelle prossime tappe della campagna è di incontrare storie sempre nuove, situazioni e sogni diversi che come pezzi di un puzzle, alla fine riusciranno a completare un quadro completo di quello che è il nuovo vissuto delle persone che utilizzano questo dispositivo.

Il dispositivo Eversense, che rappresenta un valido aiuto nella gestione del diabete ed è stato realizzato da Senseonics Holdings, Inc, è costituito da un sensore, un trasmettitore intelligente ed una app per dispositivi mobili.

Il piccolo sensore impiantabile dispone di una nuova tecnologia in grado di determinare i valori di glucosio nel tessuto interstiziale fino a 180 giorni (a differenza, quindi, dei sensori attualmente disponibili in Italia che hanno una durata di 6, 7 o 14 giorni). Il sensore viene impiantato sottocute nel corso di una seduta in ambulatorio di pochi minuti, nella parte superiore del braccio.

Il trasmettitore, che viene applicato nella zona sopra il sensore con un cerotto ed è interamente rimovibile in modo semplice e senza rischi, è in grado di avvertire fino a 30 minuti prima in caso di possibili ipo (valore troppo basso di zuccheri nel sangue) o iper (valore troppo alto) attraverso una discreta vibrazione sul corpo senza la necessità, quindi, di avere con sè il telefono.

Con questo dispositivo, dunque, viene garantito un controllo metabolico ottimale: si riesce, cioè, a mantenere la glicemia entro un target prestabilito, riducendo il rischio di episodi di ipoglicemia o iperglicemia.

Con il sensore impiantabile, siamo oggi di fronte a una svolta epocale nel mondo del monitoraggio in continuo. - afferma Paolo Di Bartolo, Direttore Rete clinica diabetologia AUSL Romagna, Presidente eletto Associazione Medici Diabetologi (AMD) (nelle foto in alto a sinistra) - Ci troviamo, infatti, nella condizione privilegiata di avere a disposizione sistemi con caratteristiche diverse che consentono di personalizzare il monitoraggio in continuo in base alle esigenze del paziente, così come si fa già per la terapia farmacologica. Per coloro che necessitano della massima flessibilità, ad esempio, il sensore impiantabile, in cui la parte visibile, costituita dal trasmettitore, può essere facilmente rimossa, è compatibile con qualsiasi tipo di attività, da una cena fuori, a un’attività sportiva, al mare o al lavoro. - prosegue il Dr. Di Bartolo - Sicuramente il ‘senso di libertà’ offerto dal sensore impiantabile, viene percepito dal medico che si sente più sicuro sull’aderenza al monitoraggio del proprio paziente e che riesce sempre a essere sotto controllo grazie alle vibrazioni del trasmettitore anche quando il telefono non è a portata di mano.

Secondo Roche, il futuro sarà sempre di più focalizzato sull’integrazione dei numerosi dati generati da questi dispositivi con quelli in possesso del medico attraverso le visite e gli esami di laboratorio. - conclude Balestri - Un’integrazione che deve passare, inevitabilmente, da piattaforme in grado di raccogliere e analizzare in modo strutturato una grande quantità di dati e che aiuteranno a colpo d’occhio il medico a comprendere meglio gli effetti della terapia e dello stile di vita nella gestione quotidiana del diabete, fornendogli inoltre la possibilità di individuare schemi o problemi non prevedibili nel regime terapeutico.

Info, viaggio di Roche Diabetes Care Italy e Fabio Persico: www.roche.it - www.accu-chek.it - www.sensoreimpiantabile.it/diabeteontheroad,

Giovanni Scotti

 Versione stampabile




Torna