Castelli e testimonianze industriali premiate dall’Unesco, enogastronomia e paesaggi verdissimi: perfetti per un turismo lento, raffinato, esperienziale

Canavese: un territorio bello ed accogliente

  Turismo d’autore  

Venerdì 7 e sabato 8 giugno ho partecipato al primo Press Tour a Ivrea e nel Canavese organizzato dal Gruppo Turismo, Cultura e Sport di Confindustria Canavese, attraverso la propria Filiera Canavese Turismo, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e con il supporto della Camera di Commercio di Torino.

L’occasione è stata l’apposizione, all’ingresso della “Portineria del Pino” in Via Jervis 11, della targa celebrativa del riconoscimento, avvenuto nel luglio 2018, di Ivrea, come Città Industriale del XX secolo” inserita, quindi, nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

L’iniziativa ha permesso di scoprire le eccellenze del Canavese, uno splendido angolo di Piemonte che racchiude un'infinità di tesori naturalistici, storici ed artistici, come castelli (oltre 100), torri e chiese. Il territorio verde è preservato e caratterizzato da parchi naturali (Parco Nazionale del Gran Paradiso, Anfiteatro Morenico, Parco Naturale del Lago di Candia), colline e monti.

Centro nevralgico del canavese è la città di Ivrea, la romana Eporedia, circondata da un Anfiteatro Morenico fra i più noti d'Europa, che si è formato durante le grandi glaciazioni: il ritiro del ghiacciaio Balteo, infatti, diede origine al cordone morenico della Serra d'Ivrea, che si estende per 25 km, e ai numerosi bacini idrici come, ad esempio, i cinque laghi d'Ivrea e quelli di Candia Canavese e di Viverone.

Riproponiamo, così, l’itinerario proposto ai giornalisti da Maria Aprile, presidente del Gruppo Turismo Cultura e Sport, insieme alla guida turistica Lara Carbonatto perché può ben essere replicato da qualunque turista che voglia trascorre un week end in questo territorio.

Un giorno, dunque, può essere dedicato alla scoperta delle città di Arduino, marchese di Ivrea, che, nel 1000, si fece incoronare primo re d’Italia, e della famiglia Olivetti, imprenditori geniali e illuminati, che, nel 1900, hanno trasformato il territorio con le invenzioni di Camillo e l’intelligente visione imprenditoriale di Adriano.

L’Olivetti è stata un’azienda faro nel panorama italiano e mondiale: ha creato prodotti all’avanguardia per tecnologia e stile (come la “Lettera 22” e la “Divisumma 14” esposte tuttora al MoMa di New York, i sistemi elettronici e calcolatori a transistor, proiettando, così, la città nel futuro) ma anche per l’idea di Comunità che univa la proprietà ed i lavoratori (uffici luminosi e open space per gli impiegati, , alloggi ariosi e armonici per gli operai, asili, mense interne e colonie per i figli dei dipendenti).

Ad Ivrea si possono ammirare i siti lavorativi della ex Olivetti (il Palazzo uffici, la centrale termica, le officine H, l’asilo nido e la mensa, il centro studi, le case popolari di borgo Olivetti, le case per famiglie numerose, il quartiere residenziale Talponia, un originalissimo complesso ad arco interrato sotto una collina verde e dotato di un unico lato di vetrate, esposto alla luce, con alloggi per dirigenti e dipendenti, l’edificio della Serra, un’originale costruzione a forma di macchina da scrivere, in origine sede di un albergo) , progettati dai maggiori architetti italiani del 20º secolo, in particolare Luigi Figini e Gino Pollini, perfettamente inseriti nel territorio.

Da visitare anche il complesso conventuale di San Bernardino del 1450, che fu acquistato all’inizio del Novecento da Camillo Olivetti per farne la sua residenza e costruire nel terreno adiacente la sua azienda. La cappella del convento francescano, la Chiesa di San Bernardino, conserva il ciclo pittorico della Vita e della Passione di Cristo, realizzato da Gian Martino Spanzotti, che è una delle più importanti testimonianze rinascimentali del Piemonte.

Ad Ivrea città, attraversata dalla Dora Baltea, sono da visitare anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nel 10º secolo dal vescovo Warmondo con una cripta romanica e parti barocche e neoclassiche e due campanili gemelli a pianta quadrata, il carducciano Castello delle Rosse Torri, costruito nel 1358 dal conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, con il suo aspetto di fortezza difensiva e dominante dall’alto, e la chiesa di San Nicola da Tolentino.

Suggeriamo anche la visita del Museo Civico Pier Alessandro Garda, che, riaperto nel 2014 dopo trent’anni di inattività, espone le opere e i beni della collezione archeologica (raccoglie le testimonianze della città e del suo territorio dall’età neolitica fino ai documenti materiali del periodo basso medievale), della sezione d’arte orientale (conserva una ricca varietà di oggetti realizzati con diversi materiali: metallo, porcellana, lacca, carta, seta, legno, bambù, avorio e altri ancora, risalenti al periodo Edo e inizio Meiji), i quadri della collezione di Abdone Croff e la sezione dedicata al periodo compreso tra il Gotico e il Rinascimento. Fino al 31 dicembre 2019 il museo ospita la mostra temporanea “Piccoli tasti, grandi firme. L’epoca d’oro del giornalismo italiano”, realizzata dal Comune di Ivrea con il contributo della Fondazione Guelpa di Ivrea. Luigi Mascheroni, curatore della mostra con la collaborazione di Corinna Carbone, racconta la stagione d’oro del nostro giornalismo e le “penne” che hanno contraddistinto l’epoca compresa fra il 1950, anno di progettazione in Olivetti della famosa “Lettera 22”, e la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta caratterizzati dalla graduale introduzione dei personal computer nelle redazioni dei quotidiani. La mostra, in sostanza, (ri)legge quella che da molti è considerata, per qualità dell’informazione e della scrittura, la stagione d’oro del nostro giornalismo: un momento storico, al centro del Novecento, che coincide con l’invenzione, la diffusione e il larghissimo uso delle macchine da scrivere portatili Olivetti e, in particolare, la famosa Lettera 22. (Info: Museo Civico P.A. Garda di Ivrea - Piazza Ottinetti - tel 0125634155 - musei@comune.ivrea.to.it).

Un altro giorno, invece, può essere dedicato alla scoperta del territorio canavesano in un percorso, che secondo i dettami del turismo lento, raffinato ed esperienziale, può includere visite ad alcuni dei più affascinanti Castelli del territorio: ad esempio, il castello di Masino ed il Castello di Agliè, che sono anche i due punti turistici più visitati nel Canavese.

Il Castello di Masino affacciato in meravigliosa posizione panoramica sul Canavese, rimasto eccezionalmente di proprietà della famiglia Valperga di Masino per 1000 anni fino al 1987, ed oggi di proprietà del FAI, che lo ha aperto al pubblico nel 1988. Il castello conserva fastosi saloni, camere private, sale e salotti, una preziosa biblioteca, arredi e un ricchissimo apparato decorativo soprattutto nella Galleria degli Antenati e nel Salone da ballo, mentre la cappella custodisce le ceneri di Arduino di Ivrea, primo re d’Italia.

Il castello di Agliè, Patrimonio Unesco in quanto Residenza Reale del Piemonte, dal nobile passato testimoniato dagli appartamenti, dal grande parco e dai giardini all’inglese e all’italiana impreziositi da fontane artistiche. Rilevante il Salone da ballo affrescato e gli ambienti d’epoca arricchiti da un prezioso patrimonio di arredi e collezioni.

A Parella, invece, c’è una struttura di grande fascino, il Vistaterra, immersa nella quiete e nel verde, costituita dal castello di San Martino e dall’ampio parco nobile che lo abbraccia, da un antico vigneto e dai vivai canavesani, creati nel secondo dopoguerra proprio per iniziativa di Adriano Olivetti: uno spazio completamente eco sostenibile perfetto per relax, cerimonie, eventi (Info: www.vistaterra.it).

Costruito come fortezza a partire dall’860 all’interno di una robusta cinta muraria, infine, è il Castello di Pavone, che si alza maestoso sul borgo medievale: fiabesco e bellissimo, ricco di torri merlate, e che ha, al suo interno, un suggestivo cortile con il pozzo, un delizioso giardino, l’antica chiesetta romanica di S. Pietro. Il castello fu proprietà di casate diverse tra cui gli Ottone, re Arduino e i Savoia ed importante feudo vescovile. Restaurato sapientemente dal famoso architetto Alfredo D’Andrade dal 1880, oggi è di proprietà della famiglia Giodice, che vi ha ricavato un albergo a 4 stelle, dall’arredo e atmosfera affascinanti, un ristorante articolato in sale e salette aristocratiche, dove viene servita una gastronomia accuratissima ricca di piatti dai sapori piemontesi e mediterranei (Una cena completa con vini: circa € 70 - Info: www.castellodipavone.com).

Il Canavese offre anche percorsi tra i vigneti e tratti della Via Francigena. Non possono mancare occasioni per comprendere cosa offrono le Valli del Canavese, il Gran Paradiso e la Valchiusella; quali sono le tante possibilità in ambito sportivo (ciclismo, in tutte le sue forme, arrampicata, parapendio al golf e agli sport acquatici. Ad Ivrea c’è un percorso attrezzato per la canoa fluviale).

Durante la visita a questo territorio non possono mancare, poi, momenti di incontro con l’enogastronomia locale: la ” Zuppa di ajucche”, piatto della tradizione, che in primavera viene inserito nei menù” di vari ristoranti (il piatto propone le erbe spontanee perenni e rustiche, che crescono negli alpeggi tra i 600 ed i 2000 metri, lessate in brodo magro, con l’aggiunta di un battuto di lardo, ricoperte da fette di pane raffermo; il “cavolo verza”, i “caponit”, foglie di cavolo ripiene di carne trita o di un impasto a base di salsiccia o salame; il ” salampatata”, un piatto povero, da consumare nel periodo invernale e non oltre la primavera, un insaccato che viene realizzato con le parti meno pregiate del maiale e con le patate bollite e viene aromatizzato da spezie; la ”Torta 900 ”, prodotta in una storica pasticceria del centro di Ivrea, creata alla fine del 19° secolo e tutelata da un marchio brevettato, è formata da due dischi di una pasta tipo Pan di Spagna molto soffice ed è farcita con una delicatissima crema al cioccolato (info:. www.torta900.com). Tra i dolci tipici ci sono anche gli ottimi canestrelli, i torcetti e le paste di meliga.

Tra le aziende che coltivano il vitigno autoctono a bacca bianca dell’Erbaluce e producono un vino strettamente legato al territorio segnaliamo, in particolare, l’azienda agricola Tappero Merlo Domenico di Loranzè, che propone la coltivazione dell’Erbaluce come una continua ricerca, riscoperta e rielaborazione di tecniche del passato, recuperando le tradizioni locali. L’azienda produce Kin, un Erbaluce da invecchiamento di grande struttura e longevità. E’ coinvolgente anche la storia della Vigna del Belvedere, inserita tra i parchi e giardini storici della provincia di Torino, che faceva parte del castello di Loranzé, e nel Settecento passò nelle mani della famiglia Giacosa da cui discende Giuseppe Giacosa, librettista di Giacomo Puccini, autore dei libretti di Madame Butterfly, Tosca e La Bohème

L’Erbaluce di Caluso, un vino inconfondibile nel panorama dei vini bianchi, in cui, grazie alle condizione del terreno e del clima, dominano freschezza e mineralità, ha ottenuto. nel 1967. la Denominazione di Origine Controllata (Doc) e, nel 2010, anche la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg). L’Erbaluce è proposto in tre tipologie: bianco secco, spumante e passito. Secondo la leggenda la ninfa Alba Luce, figlia del sole e dell’alba, che viveva sulle sponde dell’immenso lago dell’Anfiteatro Morenico, piangendo per il prosciugamento del lago, generò con le sue lacrime i dorati grappoli dell’Erbaluce.

Dove dormire: Best Western Hotel Crystal Palace - Via Circonvallazione 4-f, Banchette,

Dove mangiare a Ivrea: Trattoria Moderna il Simposio (Info: www,trattoriamodernailsimposio.it).

Dove mangiare nel Canavese: Agriturismo Cascina Gaio - A due passi dal lago di Viverone, nei pressi della via Francigena e della chiesa del Gesiun si trova questa centenaria azienda agricola, condotta dalla famiglia Godone, che produce e trasforma frutta, verdura, uva biologica. Oggi, immersi tra alberi di frutti e vigneti, si può godere un’ottima ristorazione. Presto saranno realizzate anche delle abitazioni per poter pernottare immersi n questo verde paradiso. (Info: www.agriturismogaio.it)

Info: www.canaveseturismo.org - www.ivreacittaindustriale.it - www.archiviostoricolivetti.it - info.ivrea@turismotorino.org

Giovanni Scotti

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