Storia vera di un´adolescente che si ribella ai valori tribali di Cosa Nostra

La siciliana ribelle di Marco Amenta

  Cultura e società   

La storia è realmente accaduta di una ragazza che denuncia un delitto di mafia.

Rita figlia di Don Vito Mancuso, ha pochi anni e tanti sogni quando suo padre viene ucciso dalla mafia il giorno della sua prima comunione. Disperata per la scomparsa del padre, amato e rispettato in famiglia e in paese, ha deciso di vendicarne la morte e l´onore. Scoperto il mandante dell´efferato omicidio e trattenuta a stento dal fratello maggiore, Rita rimanda per sei anni la rappresaglia contro Don Salvo. Sei anni in cui osserva e annota sui suoi diari ogni movimento dell´uomo e dei suoi scagnozzi. Ma la morte improvvisa del fratello, pugnalato barbaramente, la scopre sola e vulnerabile. Minacciata dagli uomini di Don Salvo, il 5 novembre 1991, a soli 17 anni, si reca a Palermo e, opponendosi al sistema in cui era cresciuta, denuncia gli assassini del padre e del fratello, entrambi mafiosi di Partanna, al procuratore antimafia: nBraccata dai mafiosi, minacciata dalla famiglia e dalla gente del suo paese, inserita in un programma di protezione, Rita viene trasferita a Roma, dove il suo “angelo custode” è il giudice Paolo Borsellino: smette di essere un´adolescente spensierata, scopre la differenza tra vendetta e giustizia e la morte del giudice nella strage di via D’Amelio la mette di fronte alla dismisura della sua battaglia … portandola, nel luglio 1992, a una settimana dalla strage, verso l’estremo gesto. Si uccise gettandosi dal balcone della sua abitazione.

Marco Amenta pone ancora una volta l´attenzione sulla violenza mafiosa, che ha segnato e segna la storia della Sicilia e dell´Italia, raccontando la storia di una delle paladine della lotta alla mafia, Rita Atria, che, costretta ad abbandonare la Sicilia e a vivere sotto falsa identità in un programma di protezione, mostrò, in modo chiaro, che è possibile combattere Cosa Nostra, che non è un fenomeno invincibile, ma un´organizzazione composta da persone che possono essere individuate e processate.

Ho scelto di allontanarmi dalla cronaca, dai riferimenti a personaggi reali e dalle somiglianze. I fatti e i personaggi a cui mi sono ispirato sono tanti e sono intrecciati fra loro - dice Amenta nelle note di regia e spiega che quello che narra nel suo film proviene dalle sue esperienze personali e dalle storie già affrontate nei suoi precedenti documentari sulla mafia e sulla Sicilia.

Nel cast del film figurano anche Giulia Andò, Lucia Sardo, Roberto Bonura, Marcello Mazzarella, Paolo Briguglia, Francesco Casisa e Gérard Jugnot, che interpreta il giudice Borsellino, cui il regista si è ispirato.

“La siciliana ribelle”, scritto da Sergio Donati e Marco Amenta, con la partecipazione di Gianni Romoli, è prodotto dalla R&C di Tilde Corsi e Gianni Romoli, Eurofilm, Rai Cinema e Roissy Film, con il contributo del Ministero per i Beni Culturali, Ambientali e della Educazione Permanente, è un’opera prima per Marco Amenta, dopo alcune convincenti prove documentaristiche.

Da venerdì 27 febbraio 2009 al cinema.

GS

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