Club Med ha presentato i risultati della survey realizzata in collaborazione con GIDP per indagare il cambiamento delle abitudini di viaggio alla luce dei piani di welfare delle aziende

Club Med: dal benessere al bleisure, nuovo welfare aziendale

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Club Med, leader mondiale nella vacanza all-inclusive esclusiva, multiculturale e conviviale, con oltre 70 Resort nei luoghi più belli del mondo, ha cercato di capire quanta attenzione le aziende riservano al benessere dei loro dipendenti, come i flexible benefit possano diventare una leva di produttività e se le aziende sono a conoscenza delle possibilità di usufruire di agevolazioni nella costruzione del loro piano di welfare.

Club Med ha, quindi, realizzato una survey in collaborazione con l’Associazione Direttori Risorse Umane (GIDP) ed indagato come il trend del Bleisure, ossia la commistione tra viaggio di lavoro e viaggio di piacere, possa incidere sempre di più sulle scelte di welfare aziendali, alla luce del cambiamento di abitudini e criteri di selezione delle destinazioni da parte dei viaggiatori.

I risultati della survey, che ha coinvolto i direttori HR di imprese medie e grandi, nazionali e multinazionali, hanno rivelato uno scenario in movimento anche all’interno delle realtà aziendali, dove l’attenzione al benessere dei dipendenti e la cultura del time management iniziano a profilarsi come spunti per la costruzione dei piani di welfare.

Tuttavia, mentre il Bleisure sta cambiando le abitudini dei viaggiatori business, che approfittano del viaggio di lavoro per concedersi anche una vacanza, solo il 30% dei responsabili delle risorse umane dichiara di conoscere questo trend. È tuttavia interessante notare che quasi il 40% degli intervistati (37,21%) afferma che, in base alla propria esperienza, i dipendenti aggiungono effettivamente qualche giorno extra ai viaggi aziendali, in puro trend Bleisure. Inoltre, il 42,86% considera valutabile l’ipotesi di estendere a familiari e accompagnatori la partecipazione all’evento aziendale anche se nessuno dichiara di averlo messo in pratica.

E se quasi l’84% del campione di intervistati ritiene che organizzare eventi per i propri dipendenti possa considerarsi un’attività integrante il programma di welfare aziendale, è solo il 20% delle aziende a dichiarare di avere realizzato viaggi incentive/business, limitandosi a trasferte di un paio di giorni con destinazioni a breve e medio raggio.

Inoltre, quasi il 70% (68,60%) dei direttori HR ritiene interessante l’ipotesi di organizzare incontri/eventi per i dipendenti utilizzando spazi meno convenzionali delle classiche sale meeting, ad esempio a bordo piscina o ai piedi delle piste da sci, pur sottolineando che andrebbero valutate attentamente le modalità.

Addentrandosi nel tema del time management, il 65,12% delle aziende riconosce che una quota parte della giornata di lavoro, nell’ordine del 20%, viene utilizzata dai dipendenti per attività al di fuori della sfera lavorativa. È interessante però notare che, a giudizio degli intervistati, ciò non inficia la produttività ma contribuisce al benessere del dipendente. A confermare il dato, oltre la metà (62%) di questa percentuale ritiene che l’organizzazione di viaggi di incentivazione possa migliorare la produttività e l’efficienza, ottimizzando il tempo lavoro.

Il tema del welfare all’interno delle aziende appare quindi centrale per i direttori delle risorse umane: quasil’80% degli intervistati (77,91%) dichiara che l’azienda è attenta al benessere e alla crescita personale dei propri dipendenti e questo dato è supportato da un ampio ventaglio di benefit e strumenti messi a disposizione del personale.

La fascia più ampia di proposte riguarda benefit come abbonamenti in palestra, centri benessere, ecc., messi in campo dal 42,32% delle aziende. Ma non mancano anche momenti “wellness” durante le ore lavorative, come corsi di stretching, yoga, training autogeno, ecc. disponibili per i dipendenti nel 15,38% delle imprese.

Il 12,50%, inoltre, dichiara che esistono aree lounge e relax all’interno dell’azienda, mentre i viaggi aziendali e i progetti sanitari pesano entrambi per l’8,65%.

Tra le proposte meno diffuse ma pur esistenti, si colloca lo smart working, utilizzato dal 5,77% delle aziende, mentre in coda ai benefit si collocano portali di wellbeing/educazione alimentare (3,85%), celebrazioni interne (1,92%) e welfare per la famiglia (0,96%).

Riguardo, invece, allo stimolo alla crescita personale dei dipendenti, i corsi di formazione/aggiornamento sono in cima alla lista: uno strumento utilizzato dal 45% delle aziende. Seguono i corsi di lingua con il 37,32% e i master di specializzazione con il 13,38%. Il restante 4% riguarda un panorama più segmentato di proposte, che include abbonamenti o biglietti per eventi culturali, percorsi di carriera internazionali, development programs internazionali, giornate outdoor, ecc.

Infine, uno dei dati più interessanti emersi dalla survey riguarda il tema delle agevolazioni fiscali: il 70% dei responsabili risorse umane non è conoscenza della possibilità di poterne approfittare per l’organizzazione di viaggi incentive per i dipendenti, in cui siano presenti dei momenti di incontro in spazi dedicati.

Un fattore che potrebbe invece stimolare le aziende a investire maggiormente in quest’area, ottenendone un reciproco vantaggio.

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