Le novità saranno presentate al Congresso Nazionale SIDeMaST,

Nuove linee guida per il trattamento delle cheratosi attiniche e della rosacea

  Salute  

Dal 3 al 6 maggio, a Sorrento, presso il Sorrento Hilton Palace, si svolgerà il 92° Congresso Nazionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), che approfondirà tutti gli ambiti delle scienze dermatologiche: dalla ricerca dermatologica di base (nuove acquisizioni immunologiche, metaboliche, biologiche) a quella applicata rappresentata dalle frontiere diagnostiche e terapeutiche (soprattutto nel campo delle malattie a carattere infiammatorio ed in quello delle neoplasie cutanee). Saranno trattati, inoltre, argomenti riguardanti la dermatochirurgia, le moderne tecniche di terapia fisica e strumentale, la dermatologia estetica e correttiva, le MTS, gli aspetti organizzativi/gestionali della disciplina nel privato e nel pubblico.

Nel corso del congresso della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (con sigla SIDeMaST), fondata nel 1885 per promuovere lo studio ed il progresso della disciplina nel suo complesso, saranno approfondite, in particolare, le problematiche relative alle cheratosi attiniche, per le quali viene promossa la terapia fotodinamica sotto il sole, e quelle attinenti la rosacea, per il trattamento di sue alcune forme viene consigliato il farmaco ivermectina.

Ne hanno parlato a Milano il dottor Giuseppe Monfrecola, Ordinario di Dermatologia all'Università Federico II di Napoli e Presidente del Congresso Nazionale SIDeMaST, il dottor Piergiacomo Calzavara Pinton, Presidente SIDeMaST, e la dottoressa Aurora Parodi, professore ordinario di Dermatologia, Direttore UOC Clinica dermatologica, IRCCS AOU San Martino - IST Genova, DiSSal Università di Genova.

Le cheratosi attiniche - spiega Giuseppe Monfrecola - appartengono alla famiglia dei cosiddetti tumori cutanei non melanoma (NMSC) molto comuni che, in Italia, mostra una prevalenza di oltre 1 persona su 4, arrivando a una prevalenza di 1 su 3 nella popolazione maschile.

La pericolosità di questa forma pre-maligna è data dalla sua possibile progressione verso forme tumorali invasive come i carcinomi squamocellulari o spinocellulari (spinaliomi).

Vista la potenziale pericolosità di queste lesioni - dice Piergiacomo Calzavara Pinton - è necessario trattarle. Tra le terapie più innovative a disposizione, che ha mostrato efficacia anche in presenza di cheratosi multiple, c’è la terapia fotodinamica in daylight (luce del sole).

La terapia fotodinamica consiste nell’applicazione di una sostanza (5-metil-aminolevulinato) che posta sotto una fonte luminosa si attiva provocando la morte delle cellule tumorali. La terapia fotodinamica convenzionale usa come fonte luminosa una lampada a raggi rossi, mentre quella daylight usa la luce solare.

Quest’ultima tecnica, che consente di curare, con il sole i danni provocati dal sole, - continua Piergiacomo Calzavara Pinton - ha un’efficacia simile al trattamento fotodinamico convenzionale, ma presenta notevoli vantaggi sia per il medico sia per il paziente.

I vantaggi per il medico derivano da una notevole semplificazione del trattamento: i tempi di trattamento, infatti, sono ridotti, non sono necessarie attrezzature e personale specifici. Inoltre, durante la seduta, si può trattare una maggiore area cutanea e si possono trattare più pazienti contemporaneamente.

Per quanto riguarda il paziente, invece, la terapia fotodinamica in daylight consente una migliore esperienza di trattamento: le sessioni risultano, infatti, più brevi, il trattamento non causa dolore e ha minori effetti collaterali rispetto alla terapia convenzionale, portando, così, ad una maggiore soddisfazione ed accettazione del trattamento e, non ultimo, ad un ottimale risultato estetico. Per il paziente, quindi, minor dolore, minori reazioni locali, una più rapida riparazione cutanea e soprattutto la possibilità di trattare più cheratosi in un’unica seduta con due ore di esposizione al sole.

La terapia in daylight è stata oggetto di un documento redatto da un panel di esperti che, oltre a descrivere questa innovativa tecnica e a metterne in luce i profondi vantaggi, fornisce al dermatologo tutte le informazioni pratiche del protocollo di trattamento.

Quest’anno al Congresso viene presentata anche una revisione del documento per la gestione della rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle. - dichiara Aurora Parodi - La rosacea, che, di norma, insorge fra i 30 e i 50 anni, si manifesta con lesioni e alterazioni vascolari di aree del viso e ha un fortissimo impatto sulla qualità di vita, sia per l’aspetto cosmetico sia per i sintomi clinici. All’origine della rosacea - precisa la Parodi - c’è una risposta immunitaria alterata nei confronti di diversi stimoli e fattori microbici locali, in particolar modo l’acaro Demodex.

Tra le novità riguardanti la gestione della rosacea - aggiunge Aurora Parodi - c’è un nuovo sistema di classificazione: la convenzionale suddivisione in sottotipi, infatti, ha mostrato diversi limiti dovuti alla loro sovrapposizione e alla loro limitatezza in termini di evoluzione delle manifestazioni nel tempo. Recentemente il gruppo ROSacea COnsensus (ROSCO), panel internazionale di dermatologici e oftalmologi, ha proposto un nuovo approccio basato sul fenotipo, ossia sulle caratteristiche che possono essere osservate nel paziente. - precisa infatti Monfrecola - Questo nuovo approccio permette di focalizzarsi maggiormente sulle problematiche del singolo paziente e sugli aspetti della malattia che vengono percepiti come più invalidanti e consente di ottimizzare in modo migliore i trattamenti che sono mirati a manifestazioni cliniche.

L’impatto di questa malattia - continua Giuseppe Monfrecola - sulla qualità della vita del paziente si riflette anche sulle soluzioni terapeutiche per la sua gestione. La terapia ha diverse finalità: eliminare o ridurre il numero di lesioni, ridurre la gravità delle lesioni, ridurre le recidive e soddisfare il paziente migliorandone la qualità di vita. La scelta della terapia si basa sulle manifestazioni cliniche del singolo paziente e sulla loro gravità piuttosto che sul sottotipo e, cosa fondamentale, sugli aspetti della malattia che il paziente percepisce come più invalidanti.

Esistono diverse terapie per la rosacea, da farmaci topici a farmaci sistemici, ma tra le novità presenti nell’aggiornamento delle linee guida per la gestione della rosacea c’è l’introduzione dell’ivermectina come farmaco di prima linea per il trattamento della rosacea in presenza di papule e pustole infiammatorie da lieve/moderato a severo.

Questa terapia consiste nell’applicazione di una crema con ivermectina all’1%. L’ivermectina ha un’azione sia anti-infiammatoria sia anti-parassitaria agendo in modo sinergico sulle cause di questa malattia. Studi clinici hanno mostrato la sua superiorità rispetto ad altri farmaci di riferimento per la cura della rosacea. In particolare, l’ivermectina si è mostrata superiore al metronidazolo, farmaco topico per cura della rosacea con papule e pustole in forma lieve, per quanto riguarda il miglioramento nella qualità di vita del paziente: l’82.5% dei pazienti trattati con ivermectina vs il 63% dei pazienti trattati con metronidazolo presentavano assenza o quasi totale assenza di lesioni.

Info: www.sidemast.org

G. S.

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