Uno spazio pubblico di incontro, confronto, studio e ricerca: un centro culturale dove la storia di ieri permette di meglio comprendere i profondi cambiamenti della vita di oggi

Torino: nasce il Polo del ’900

  Cultura e società   

Il Polo del '900 è il nuovo e moderno centro culturale di Torino, aperto a tutti e rivolto in particolar modo alle giovani generazioni e ai nuovi cittadini. È impegnato nel promuovere la crescita civica e formativa di tutta la comunità, in relazione ai temi più attuali e a quelli in prospettiva futura della società, a partire dalla riflessione sulla storia del ‘900. Grazie alla ricchezza di fonti documentarie e alla pluralità delle esperienze e delle competenze dei diversi enti culturali coinvolti nel progetto, il Polo diventerà il luogo e l’attore di attività e iniziative culturali capaci di far dialogare memoria e attualità.

La Fondazione Polo del ‘900, frutto di una progettazione condivisa nel corso degli ultimi anni tra i soci fondatori Città di Torino, Regione Piemonte e Compagnia di San Paolo e gli enti culturali partner, risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione, non persegue fini di lucro e non può distribuire utili. La Fondazione oltre a occuparsi della gestione degli immobili dei Quartieri Militari Juvarriani - i Palazzi San Celso e San Daniele - coordinerà funzioni e spazi pubblici e svilupperà progettazioni integrate.

L’inaugurazione del Polo del Novecento nel complesso settecentesco dei Quartieri militari è il coronamento di un disegno concreto che l’Amministrazione Comunale, insieme alla Regione Piemonte, perseguiva da tempo. Un obiettivo di cui siamo grati alla Compagnia di San Paolo e a tutti e dodici gli enti culturali che hanno creduto nella realizzazione di questo centro culturale aperto al territorio. - dichiara il sindaco Piero Fassino - Il Polo del ‘900 agevola la conoscenza della memoria in una dimensione allargata e condivisa: gli edifici di San Celso e San Daniele aprono non solo idealmente le porte alla ricerca e al confronto, perché proprio attraverso la lettura del passato si possa meglio comprendere il presente e progettare il futuro. La forte volontà di tutti i soggetti, la collaborazione degli enti e delle associazioni, dei tanti soggetti che hanno creduto in questo progetto danno la misura di quanto esso corrisponda a un’esigenza sentita e reale. Le sale accoglienti, la biblioteca e gli archivi, garantiscono conservazione e tutela del patrimonio documentale, favorendo sotto la guida insigne del Presidente Sergio Soave l’approfondimento e la divulgazione, innescando passione per quella storia che ha segnato in modo profondo il passato della nostra città. - conclude il sindaco - Il patrimonio delle fondazioni, degli istituti e degli enti aiuteranno la lettura unitaria della storia del secolo scorso coinvolgendo tanti soggetti che quella storia sociale, politica ed economica l’hanno fatta, a partire dai testimoni diretti, dai rappresentanti delle forze sociali e produttive, del mondo accademico e di quello della scuola.

Il presidente della Regione Piemonte, concorda sul fatto che con l’apertura del Polo del ‘900 Torino e il Piemonte si arricchiscano di un luogo che è riduttivo definire semplicemente un nuovo centro culturale, poiché quello che andrà prendendo forma, anche grazie alla diretta partecipazione dei cittadini che lo animeranno giorno dopo giorno, è’ qualcosa di più, uno spazio di pensiero, di dialogo e di confronto, aperto a tutta la comunità, rivolto soprattutto alle nuove generazioni e ai nuovi cittadini, dedicato all’analisi dell’attualità e dei suoi temi, quelli della democrazia e della cittadinanza. Il Presidente ritiene che i tremila metri quadrati del Polo si configurino anche come fulcro di un vero e proprio sistema per la tutela, la conservazione e la digitalizzazione degli archivi e delle biblioteche che vi confluiscono. Un unico ed esclusivo grande luogo di consultazione e fruizione che diventerà un punto di riferimento non solo per i piemontesi. Molto importante è anche l’operazione di riqualificazione urbana che restituisce ai piemontesi un pezzo della propria storia e della propria identità. I Quartieri Militari juvarriani, infatti tornano a vivere dopo un lungo oblio grazie alla collaborazione fra Compagnia di San Paolo, Comune di Torino e la Regione Piemonte, ancora una volta l’uno a fianco all’altro per un progetto di grande valenza culturale e sociale.

La Compagnia di San Paolo ha creduto profondamente in questo ambizioso progetto, tanto da istituire un apposito Programma operativo ad esso dedicato, costituire una squadra di lavoro e un budget ad hoc per arrivare qui oggi insieme agli altri partner di progetto, operando in una logica di start up. Il Polo del ‘900 presenta un’offerta culturale di altissimo livello che trae lo spunto dalla crisi per reinventarsi, caratterizzandosi per la sua apertura a tutta la cittadinanza, che diventa protagonista delle numerose attività proposte per un pubblico eterogeno - giovani, studiosi, nuovi cittadini, famiglie ... - dichiara Luca Remmert, Presidente della Compagnia di San Paolo - Il centro culturale vuole sviluppare un dialogo con questa comunità, con l’obiettivo di fornire strumenti utili a comprendere le complessità della società contemporanea, a partire dai grandi temi del ‘900. Gli argomenti contenuti nel patrimonio documentale lì conservato, valorizzato e reso accessibile a tutti i cittadini, sono infatti di assoluta attualità: migrazioni, guerra, terrorismi, democrazia, diritti e doveri, emancipazione, Europa, globalizzazione, lavoro, mafie Da tempo ritenevamo che la situazione torinese, che presenta una grande vivacità di soggetti ed enti spesso molto frammentati, non sarebbe stata nel tempo sostenibile da un punto di vista economico senza un profondo cambiamento del modello operativo di riferimento. La nuova Fondazione, rappresentando la gestione in comune delle funzioni pubbliche finora sparse tra istituti diversi, deve assicurare una gestione equilibrata delle risorse e dunque anche pesare meno sulle casse delle pubbliche amministrazioni. Al fine di continuare a investire sui valori civili che caratterizzano una città europea, Torino offre il suo nuovo centro culturale come servizio a tutto il territorio piemontese e ai diversi soggetti culturali che guardano al capoluogo come protagonista di processi evolutivi. Anche a livello nazionale molte istituzioni ed enti culturali riconoscono a Torino un ruolo-guida in proposito.

La sfida è ambiziosa, ma ormai si sa che Torino ha nel proprio Dna la propensione al cambiamento e all’innovazione, non solo laddove, per natura, si è portati ad immaginare un avanzamento di tipo tecnologico o scientifico ma anche rispetto ad ambiti più tradizionali e per questo ritenuti impermeabili al cambiamento.

La sfida - sostiene il neo presidente della Fondazione Polo del ‘900, Sergio Soave - è, infatti, la creazione di un luogo che, grazie al lavoro condiviso degli enti culturali che vi hanno trovato casa, permetta a tutti i cittadini di essere attori più responsabili e protagonisti contemporanei dei profondi cambiamenti che il nostro tempo sta conoscendo, attraverso l’approfondimento delle trasformazioni politiche, culturali, sociali, tecnologiche, di costume nel secolo scorso di cui rappresentano, di fatto, una continuazione o una conseguenza. Guardare al futuro avendo però cura di salvaguardare la memoria, penso che sia una delle belle e significative intuizioni di cultura diffusa che si possono immaginare.

Il Polo del ‘900 è pensato con un modello culturale e gestionale assolutamente innovativo. Culturale: poichè è stato creato per dare nuova vita agli enti che manterranno la piena autonomia e identità ma nello stesso tempo saranno integrati in un unico centro culturale. Questo rappresenterà un’opportunità per gli attori coinvolti in termini di massa critica, di rinnovamento, di promozione, razionalizzazione e sostenibilità. Gestionale perché è pensato per essere sostenibile (per circa il 30% del budget) attraverso la membership, l’affitto degli spazi per eventi e coworking, la sponsorizzazione di imprese culturali e la partecipazione a bandi europei.

In totale sono a disposizione del pubblico, degli studenti e degli studiosi oltre 3.000 metri quadrati di spazi, 540 metri quadrati di cortile utilizzabili per eventi, 1 biblioteca con due sale di lettura e oltre 100 postazioni, 1 sala conferenze, 1 spazio polivalente per mostre ed eventi, 3 aree didattiche, 50 metri quadrati destinati all’area kids, 1 mostra permanente (Torino 1938-1948) e 1 rifugio antiaereo, risalente alla seconda guerra mondiale, visitabile. Il lavoro dei bibliotecari e degli archivisti ha portato all’integrazione dei patrimoni dei singoli enti in un’unica collezione che vanta più di 300.000 monografie e fondi archivistici, 28.000 audiovisivi, 127.600 fotografie, 650 metri quadrati di depositi, 7 chilometri lineari di archivi. Nei mesi successivi è prevista l'apertura di un bar e del bookshop.

Libri, riviste, video e fotografie che gli Enti culturali partner hanno messo in comune e catalogato con una nuova classificazione che permette la consultazione online e la consulenza in loco degli archivisti e bibliotecari degli Istituti, a turno a disposizione per ricerche e documentazione.

Il Polo del ‘900 svolgerà alcune tra le sue attività nei due palazzi storici di San Celso e San Daniele. Il primo è stato restaurato e aperto al pubblico nel 2003, è già sede del Museo Diffuso della Resistenza, della Guerra, della Deportazione, dei Diritti e della Libertà, dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, dell'Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti” e del Centro Internazionale di Studi Primo Levi. A San Celso si trovano anche due sale conferenze, di cui una adibita anche a proiezioni, e troveranno sede gli uffici della neonata Fondazione Polo del ‘900 e dell’ANVGD - l’associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia.

Palazzo San Daniele, è stato oggetto di una profonda ristrutturazione funzionale grazie a un investimento di 5 milioni di euro da parte della Compagnia di San Paolo. Ospita gli uffici di otto enti culturali partner (l'Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali, la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, la Fondazione Vera Nocentini, l'Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, il Centro Studi Piero Gobetti, la Fondazione Carlo Donat-Cattin, l'Unione Culturale Franco Antonicelli e l'Organizzazione Rete Italiana Cultura Popolare) e sei associazioni partigiane (l’ANCR- Associazione nazionale combattenti e reduci, l’ANED - associazione nazionale ex deportati nei campi Nazisti, l’ANPI - associazione nazionale partigiani d’Italia, l’ANPPIA - associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, l’AVL - associazione volontari libertà del Piemonte e la FIAP - federazione italiana associazioni partigiane).

Durante la progettazione è stata dedicata particolare attenzione alle utenze più deboli e ai più piccoli. Mappe tattili, presentazioni nel linguaggio dei segni e supporti alla deambulazione sono alcuni dei servizi per i diversamente abili; fasciatoi, scaldabiberon e la disponibilità di passeggini rendono l’esperienza al Polo adatta a tutta la famiglia.

All'ingresso di Palazzo San Daniele si è accolti nel Salotto del '900, uno spazio pubblico nel quale si possono comodamente consultare le pubblicazioni sulla storia del ‘900, ma anche portarsi un buon libro da leggere o fare conversazione con altri avventori; uno spazio nel quale gli arredi sono stati disegnati su misura, con costanti rimandi formali al secolo scorso, interpretati in chiave contemporanea. Il resto del piano terra si adatta ai diversi usi previsti, come reading, conferenze, spettacoli teatrali, meeting e mostre temporanee, grazie a un sistema di scorrevoli e di allestimenti su misura mobili, su ruote, e completamente smontabili. Al primo piano trovano luogo la biblioteca e la sale di lettura con sessanta postazioni. L’interrato, Sala Voltoni, nella bella cornice degli spazi originari juvarriani, è immaginato per piccoli eventi.

In tutti gli spazi pubblici vi è la connessione wi-fi.

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