Nel segno di Federico II

Puglia: il Nord Barese

  Turismo d’autore  

Misterioso ed inaccessibile, geniale e all’avanguardia, Federico II fu il protagonista della storia del 13º secolo: “Stupor mundi” secondo le cronache locali. Umanista ed astronomo, filosofo e politico, studioso ed uomo d’armi, in lui si mescolarono razze, culture e civiltà: gli Svevi della sua dinastia, gli Arabi e i classici della sua formazione, le genti mediterranee presso le quali abitò. Sangue germanico e reggia palermitana. Quale contrasto più forte si poteva immaginare?

E poi … il sogno della Puglia, terra fertilissima e verde, boscosa e sterminata, prediletta per la caccia col falcone e i panorami sul mare. Un’energia particolare sembra scaturire da questo paesaggio: luci, ombre, profumi dei fiori, venti tra gli alberi, colori del cielo e dei campi, brezza del mare, invitano a vivere pienamente la vita e abbandonarsi ai piaceri della cultura, del cibo, del calore umano delle genti che abitano queste terre.

Forse anche l’Imperatore subì questo fascino nel passato, quando nel 1240 firmò un decreto in cui ordinava la costruzione di un castello situato presso la chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria de Monte.

Così fu costruito il famoso Castel del Monte, simmetrico nelle mura ottagonali e nelle misure e suddivisioni interne, di potente simbolismo, immerso in un nitore geometrico eppure misterioso, splendido edificio riconosciuto nel 1996 dall'UNESCO patrimonio dell'Umanità. Un maniero in cui, forse, l'imperatore non soggiornò mai, ma dove, per le suggestioni simboliche, l'immaginario collettivo ne avverte più che altrove la presenza incombente.

Da Castel del Monte, si può ammirare l'intero territorio. Dalle sue imponenti bifore e trifore si domina un paesaggio che arriva fino al Gargano.

Dal lato opposto si apre al visitatore un "mare di pietra": il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, primo parco rurale d'Italia, dominato da un fitto sistema di tratturi, muretti a secco, jazzi e masserie.

Intorno una Puglia di piccoli centri, ricchi di tesori nascosti. Sono tutti nell’area del Nord Barese e della giovane provincia BAT, acronimo di Barletta, Andria, Trani, tra l’Adriatico e le Murge, separati uno dall’altro da pochi kilometri di ulivi, vigneti, mandorleti.

Prima di tutto Andria “fidelis”, amatissima dall’Imperatore, come testimoniano la Porta di S. Andrea, detta anche "Arco di Federico II", e la cripta della maestosa Cattedrale S. Maria Assunta, del XIII secolo, che conserva le spoglie di due mogli di Federico II, Iolanda di Brienne, morta sedicenne dopo aver dato alla luce Corrado, e Isabella d'Inghilterra, anche lei morta di parto a Foggia.

Una terra di splendide cattedrali romaniche. Come quella affascinante di Trani, collocata in riva al mare, quella di Bitetto, nell’entroterra, che con la sua severa facciata, il ricco rosone, i magnifici portali dal raffinato apparato scultoreo, ricorda la ricchezza conquistata da Bitetto sotto gli Angioini.

E soprattutto quella di Bitonto.

Una cittadina fondamentalmente agricola e commerciale, ma che nasconde il centro storico più grande di tutta la regione, racchiuso tra mura che nel passato erano state imprendibili. Vicino alla Porta Baresana si apre un possente torrione angioino splendidamente restaurato.

Qui si comprende bene la storia del sud, segnata dalla successione di dinastie, normanne, francesi, tedesche, spagnole, l'arrivo di eserciti stranieri, gli attacchi ai castelli e alle torri, il pericolo degli ottomani che provenivano dal mare e poi l’affermarsi assoluto dei nobili spagnoli con tutto lo sfarzo di palazzi imponenti, stemmi nobiliari, cortili e loggiati.

Il vecchio centro storico, estesissimo e intricato, rivela una cattedrale indimenticabile, soprattutto perché imprevista. Passeggiando tra le strade tortuose lastricate in pietra, difficilmente ci si aspetterebbe l'improvviso apparire di quest'enorme monumento, che sembra planato da un altro tempo. Una tradizione racconta che proprio qui fu letta la scomunica a Federico II.

Chiusa per 10 anni di restauri, adesso rivela capitelli fito e zoomorfi, telamoni, animali esotici e immaginari, un grifone dell'undicesimo secolo, simbolo della doppia natura del Cristo, umana e divina, un mosaico di grande raffinatezza cromatica, che si trova nel pavimento sotterraneo della basilica paleocristiana.

La facciata è un altro capolavoro, tripartita da lesene con cuspide e spioventi sottolineate da archetti pensili e aperta da tre portali, quattro bifore e uno splendido rosone fiancheggiato da animali su colonnine pensili. All'interno una fastosa decorazione e capitelli animati da un repertorio di piante, fiori stilizzati e animali, per un bestiario tra i più affascinanti della terra pugliese: leoni, gatti, grifoni trattati con vivacità naturalistica che si intrecciano alle foglie traforate e si alternano nella cripta a volti umani.

A Minervino Murge, invece, colpisce la grotta di San Michele, una grande cavità carsica che da più di un millennio é luogo di culto per la sua misteriosa imponenza.. Scavata da antichi torrenti che si perdevano nel cuore della terra, la grotta risale a 2 milioni di anni fa. La mano e la fede dell’uomo l’hanno plasmata con una lunga scalinata, l’altare, due torrioni, quattro colonne in pietra con i capitelli scolpiti. Come molte altre grotte del Sud Italia, anche questa fu consacrata al culto dell’Arcangelo Michele così diffuso in Puglia, portato forse dall’arrivo dei popoli dell’Europa del Nord.

Un itinerario, questo nel Nord Barese, che piacerà a italiani e stranieri, e in particolare ai Pugliesi sparsi per il mondo, che hanno vissuto le vicende dell’immigrazione e che possono riscoprire la loro terra, spesso conosciuta solo attraverso le narrazioni dei nonni e dei genitori. A loro é dedicata la bella mostra del LABE, Laboratorio dell’Emigrazione, che ha visto la collaborazione di ben 19 gruppi di azione locale che dal Gargano al Salento hanno raccolto testimonianze, ricordi e immagini dell’emigrazione pugliese dal ‘ 900 a oggi

Un viaggio in Puglia non deluderà mai sotto l’aspetto enogastronomico: un paradiso di olio extravergine, formaggi, funghi, piatti tradizionali e genuini, dolci di ogni tipo.

L’olio è una delle fonti della ricchezza passata e presente. Soprattutto intorno a Bitonto e Bisceglie, a perdita d'occhio, si estende una terra fertile che con oltre 2 milioni di ulivi dà un olio eccellente, dolce, nutriente, dal profumo fruttato, e sentore leggermente amaro e piccante.

I confetti, invece, sono un’eccellenza di Andria, per merito dell’azienda Mucci Giovanni, famosa anche per aver creato i Tenerelli Mucci. La storica fabbrica creata nel 1894 oggi ospita il Museo del Confetto, inserito tra i Locali Storici d’Italia, che racconta una lunga storia di dolcezza e di alta confetteria artigianale. Entrati si viene avvolti da aromi inebrianti di vaniglia, cioccolato, bergamotto, caffè. Il Museo invita a curiosare tra gli strumenti d’epoca, i grandi paioli di rame, macchinari, filtri e stampi di varie forme, senza dimenticare al termine una ricca, dolce degustazione. www.museodelconfetto.it

Eccellente l’accoglienza di alcune strutture recuperate e ristrutturate.

Torre di Nebbia è un'antica masseria costruita interamente in pietra agli inizi del 1800 e situata nel cuore del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, oggi opera di design stilizzato ed elegante. www.masseriatorredinebbia.it/

La Siragusa nasce da un casale di campagna del 1600, un parco esuberante, un antico frantoio ed un rigoglioso uliveto. Oggi accoglie il visitatore in un quadro bucolico dipinto a pastelli e poesia, sapientemente restaurato con scelte raffinate, una dimora di charme nel cuore della campagna bitontina. Il giardino della villa diventa ciò che oggi è il cuore de La Siragusa, un suggestivo parco con grandi alberi frondosi ed ombreggianti e da una sorgente cristallina nasce il romantico laghetto. www.lasiragusa.it

Info: www.galcdm.it - www.galpontelama.it - www.galconcabarese.eu - www.galmurgiapiu.it - www.galfiordolivi.it

Testo e foto di Franca Dell’Arciprete Scotti

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